Una Cenerentola alla greca. Rossini e la crisi all'opera
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- Pubblicato Sabato, 09 Aprile 2016 18:27
- Scritto da Roberto Calogiuri
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Trieste – Tra fiaba e melodramma, il sesto appuntamento della stagione lirica triestina vede la ripresa di Cenerentola di Gioachino Rossini dopo dieci anni di assenza dalle scene del Teatro Lirico Giuseppe Verdi.
L’aspetto più appariscente di questo allestimento, prodotto dalla Greek National Opera di Atene, è senza dubbio la regia di Rodula Gaitanou. L’idea di fondo è quella di immaginare - in un'atmosfera alla West Side Story - un contesto economico in crisi, un ambiente sociale degradato e in cerca di riscatto, una famiglia scomposta e in preda a egoismi e invidie e, infine, il trionfo della giustizia e della bontà. Perciò Gaitanou decide di ambientare Cenerentola durante la penosa crisi del 1929 e trasportala in un teatro di varietà. Forse perché, come dice anche Alidoro, “Vasto teatro è il mondo”.
Queste le intenzioni, peraltro lodevoli. Specie se ricondotte a quanto la Grecia ha sopportato negli ultimi anni. Quello che è difficile mettere a fuoco è il risultato di una simile scelta. Quanto emerge sul palco è un costante ed esorbitante incalzare di scene, scenette, danze e controscene comiche nelle intenzioni – più o meno spiritose, più o meno salaci – che rimangono estranee al melodramma, non risparmiano nessuno tra gli attori e distraggono l’attenzione per due motivi almeno: prima per l’insensatezza e quindi per il tentativo di dare coerenza a quanto si vede.
I pochi momenti in cui riemerge un Rossini puro e autentico sono quelli in cui l’azione si ferma e la regia tace, come il duetto tra i due bassi buffi. Nel complesso la bilancia del gusto registico piega verso una comicità inopportuna e importuna, laddove, invece, il capolavoro del compositore consiste proprio nell’aver creato un miracoloso equilibrio dinamico tra elemento patetico-sentimentale e buffo-caricaturale.
Il pericolo che corrono in genere le opere comiche di Rossini è quello di incappare in qualunque ridicola bizzarria si possa sognare perché, in fin dei conti, Rossini era un burlone. Eppure di opera “semiseria” si tratta, e concepita in un momento storico anch’esso “semiserio”, in cui l’Europa e l’Italia si trovano in un momento di straordinario rinnovamento politico e civile e stanno per affrontare la Restaurazione. E tuttavia, durante la scena del temporale, si materializza un balletto con le ramazze...
Per il resto, molto gradevoli e ricchi di estro coloristico e narrativo sono le scene e le luci di Simon Corder e i costumi di Alexia Theodoraki. Tutti al loro debutto a Trieste, compreso il maestro George Petrou che, oltre ad accompagnare al fortepiano i cantanti durante i recitativi secchi, guida l’orchestra con il giusto ritmo e senso della misura.
Strana la decisione di tagliare l’aria di Don Magnifico del secondo atto, se si considera che l’interprete, il basso Vincenzo Nizzardo, ha dimostrato buone qualità attorali e vocali, robusto e flessibile più nel registro medio alto che in quello basso.
Il registro basso, in effetti, è stato la bestia nera di quasi tutta la compagnia. Josè Maria Lo Monaco (Angelina) ha iniziato timidamente ma, con registro di mezzosoprano acuto, ha difettato nelle note basse e nella scolpitura degli abbellimenti – soprattutto – nel rondò finale, momento topico dell’opera in cui si aspetta, invano, un torrente di virtuosismi. Lina Johnson (Clorinda) e Irini Karaianni (Tisbe) sono molto belle e simpatiche. Nel complesso il settore femminile non rende giustizia alla vocalità complessa, rigogliosa e acrobatica delle rispettive parti.
Il tenore Leonardo Ferrando (don Ramiro) possiede agilità e acuti, ma questi sono opachi e senza smalto. In basso, si è detto. E poi è colui che, più di tutti, si trova a disagio nella giostra di leziosaggini e spiritosaggini imposta dalla regia.
Altra musica per Alidoro interpretato dal basso Filippo Polinelli, dalla bella voce potente e rotonda, intelligente ed equilibrato nella recitazione “filosofica”. Infine, ma non per importanza, il baritono brillante Fabio Previati è un Dandini vocalmente sempre all’altezza, molto spiritoso, duttile e istrione quanto basta a reggere lo scambio di persona e le moine con le sorellastre con umorismo macchiettistico.
Da non dimenticare il coro maschile istruito dal maestro Fulvio Fogliazza, tra le esibizioni migliori della serata.
[Roberto Calogiuri]
Vasco Rossi a Lignano Sabbiadoro il 18 giugno per la "data zero" del Tour "Live Kom 2016"
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- Pubblicato Mercoledì, 30 Marzo 2016 11:02
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Udine - Il Tour "Live Kom 2016" di Vasco Rossi si apre il 18 giugno a Lignano Sabbiadoro. Per preparare l'evento l'artista arriverà nella località balneare oltre una settimana prima, mentre l'intera troupe giungerà in Friuli Venezia Giulia ancor prima, per curare il complesso allestimento dello spettacolo che sarà poi di scena nei quattro concerti in programma a Roma.
L'evento è stato presentato a Udine il 29 marzo dal vicepresidente della Regione e assessore al Turismo Sergio Bolzonello.
"Live Kom 2016" è un ciclo di concerti-spettacolo dal vivo del rocker, che sarà nella capitale il 22, 23, 26 e 27 giugno e che vedrà la sua anteprima a Lignano, località da cui mancava da 27 anni.
Dopo il lungo e trionfale "Tour dei records e dei Topless ‘015" che ha toccato Bari, Milano, Bologna, Padova, Messina, Firenze, Torino e Napoli, dove è stato girato il dvd che esce a marzo, il Live Kom 2016 arriva a Roma allo stadio Olimpico, per Vasco ormai "casa", specie dopo l'ultima tripletta del 2014. Con un primato: lo stadio Olimpico sold out per 14 volte, dal 1996 ad oggi.
La prevendita dei biglietti per la data di Lignano Sabbiadoro è già attiva on line sul sito TicketOne.it e tramite Call Center. Alle ore 10 di giovedì 31 marzo la prevendita dei biglietti è possibile anche presso i punti vendita TicketOne.
"In occasione della prova generale - ha detto l'assessore Bolzonello - lo Stadio di Lignano aprirà le porte agli appassionati del Friuli e agli ospiti della nostra stagione turistica per uno spettacolo rock che si annuncia di straordinario interesse e di grande attesa - ha continuato l'assessore - Vasco Rossi è un grande interprete, che ha saputo sempre cogliere in anticipo le pulsioni e le inquietudini della nostra società, componendo per sé e per altri canzoni che costituiscono una colonna sonora indelebile dagli anni Ottanta a oggi".
Sarà la Regione a sostenere l'evento, mentre il Comune di Lignano Sabbiadoro, ha sottolineato il vicesindaco Vico Meroi, metterà a disposizione dell'artista lo stadio comunale Teghil, che sarà ampliato a una capienza di circa 20 mila persone.
Enoarmonie a Corno di Rosazzo, penultimo appuntamento della rassegna
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- Pubblicato Giovedì, 10 Marzo 2016 11:35
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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Penultimo appuntamento, domenica 13 marzo con la decima edizione di Enoarmonie, rassegna ideata nel 2006 dall’associazione Sergio Gaggia, per un evento tutto declinato al femminile, sulla scia dell’appena trascorsa Giornata della Donna.
Per l’unica matinée della rassegna (il concerto, infatti, si terrà eccezionalmente alle 11), tutti gli elementi del format friulano saranno al massimo livello, a partire dalla sede ospitante, la splendida Abbazia di Rosazzo, per continuare con gli ospiti, ossia la pianista georgiana di fama internazionale Nino Gvetadze (che proporrà le musiche – walzer, scherzi e l'integrale dei Preludi - di Fréderic Chopin) e la brillante enorelatrice Valentina Lo Surdo (Radio 3 Rai) cui spetterà il compito di guidare il pubblico in un’esperienza creativa tra la musica e i sapori di un’eccellenza made in Friuli come i vini dell’Azienda Livio Felluga, rappresentata per l’occasione da un’altra notevole donna, la figlia Elda. Per info: www.sergiogaggia.com
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