Luisa Miller al Verdi di Trieste. Pubblico tiepido per un successo a metà
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- Pubblicato Sabato, 05 Marzo 2016 11:58
- Scritto da Roberto Calogiuri
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Trieste – Pubblico tiepidino per la prima di Luisa Miller, quinto appuntamento della stagione lirica triestina. Un po’ perché quest’opera gode più del favore della critica che di quello delle platee. Un po’ perché il cast non ha saputo mettere in moto la macchina del pathos, rimanendo distante dal fermento passionale, e distaccato dallo scavo psicologico che Giuseppe Verdi intese delineare con grande sensibilità in questa sua "conversione" dal grandioso all'intimista.
Il tutto e accaduto nonostante il direttore Myron Michailidis, da Creta, si sia adoperato per scaldare l’atmosfera con professionalità e passione, e abbia saputo dare unità e coesione a una partitura in certi momenti frammentaria, imprimendo la giusta propulsione all’esplosione tragica del finale. (Che Michailidis sappia destreggiarsi tra eros e thanatos è provato dalla sua ottima direzione di Carmen a Taormina).
Un’opera, quindi, non facile: chi dice che è un segmento di transizione verso la maturità verdiana tra Macbeth e la Trilogia popolare. Chi la degrada a repertorio di banali ovvietà articolate sull’unica autentica ispirazione di “Quando le sere al placido”. Chi, invece, la considera uno tra i sei punti che disegnano la psicologia femminile che approda al dolore o alla morte attraverso la trasgressione sessuale.
Nemmeno i pettegolezzi sono stati risparmiati, da parte di chi ha visto in Luisa Miller l’eco della passione inquieta e contrastata che Verdi nutriva per la Strepponi. Ma non si può tralasciare l’ipotesi che Verdi, appassionato adoratore di Alessandro Manzoni e detrattore della drammaturgia italiana, sia stato trasportato verso il dramma schilleriano "Kabale und Liebe" dalla lettura dei Promessi Sposi. Né abbia resistito alla suggestione dei temi dell'opera manzoniana degli umili contro i potenti, dei giovani contro gli adulti, della giustizia contro l’ingiustizia, del matrimonio osteggiato, delle trame del signore del delitto, dell’intimità della giovane donna.
In questa cornice, il cast femminile è stato nettamente superiore alla controparte maschile.
Saioa Hernandez (già apprezzata nel ruolo di Norma e definita da Monserrat Caballé “la diva del nostro secolo”) è una Luisa convincente dal punto di vista vocale. La voce è corposa, il timbro pastoso dal colore mezzosopranile, l’emissione potente ed estesa anche se non freschissima e duttilissima. La recitazione non sempre è versatile come richiederebbe la ripida climax che attraversa i tre atti e proietta Luisa dall’innocenza ingenua, all’intensità, alla tragicità.
Olesya Petrova, mezzosoprano di San Pietroburgo, è una Federica ben caratterizzata, dalla voce calda e omogenea, dalla recitazione intelligente e controllata. Emissione corretta, musicalità e senso del palcoscenico ne fanno una prima donna di tutto rispetto. Anche Yumeji Matsufuji nel ruolo di Laura ha eseguito la parte più che decorosamente.
Tra gli uomini, la rivelazione è In-Sung Sim nella parte del perfido Wurm. Pur entro uno spazio vocale limitato, il basso sud coreano non tradisce le attese che vogliono i suoi connazionali particolarmente versati in questo registro. Voce morbida, calda e presente in tutti registri. Buona e disinvolta la recitazione, solida la tecnica e sciolta la dizione, tanto nel canto che nel declamato.
Per quanto riguarda il resto del cast, vale quanto detto prima: il basso Andrea Comelli è un Conte di Walter rigido e contratto sia nell’espressione corporea che vocale. Il baritono Filippo Polinelli (chiamato a sostituire Ilya Silchukov) tratteggia un Miller monolitico e senza sfumature, con un’emissione corretta ma non dotata nei registri estremi. Viene a mancare, quindi, l'approfondimento drammatico e la caratterizzazione psicologica relativa alle figure paterne.
Il tenore argentino Gustavo Porta è un Rodolfo - il figlio del Conte di Walter - dalla voce generosa di lirico spinto, un po’ affaticata e opaca e con qualche difficoltà nel passaggio di registro e nel portamento degli acuti che risultano forzati, incolore e piccoli quanto più salgono, talora a detrimento dell'intonazione. L'impressione è quella di una voce consumata (in entrambe i sensi) e, forse, in declino. Tuttavia, l'esperienza gli ha consentito di produrre una gradevole interpretazione di “Quando le sere al placido”, forse l’unico momento in cui Porta ha espresso appieno il carattere fragile e malinconico di Rodolfo. Ma il pubblico non si è commosso. Decoroso il contadino di Motoharu Takei.
Denis Krief ha curato regia, scene, costumi e luci per l’edizione elegante allestita dal Regio di Parma in coproduzione con il Regio di Torino. Di grande effetto il riflettore rosso che tinge di sangue le mani di Wurm e del Conte di Walter.
Buona, sia dal punto di vista vocale che interpretativo, la prova del coro preparato dal M° Fulvio Fogliazza.
Teatro non esaurito. Evidentemente, non abbastanza apprezzata la virata verdiana verso l'indagine interiore iniziata nel Macbeth. Sono mancati gli applausi nei momenti topici sebbene, tra questi, non sia riuscito male il quartetto a cappella del secondo atto (Walter, Wurm, Luisa, Francesca). Luisa Miller mancava sul palcoscenico triestino dal 1990.
[Roberto Calogiuri]
(In apertura: foto di scena gentilmente concessa dalla Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste)
Carlos Santana a Cividale del Friuli a luglio. Biglietti in vendita dal 26 febbraio
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- Pubblicato Martedì, 23 Febbraio 2016 10:45
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Udine - Carlos Santana torna in Italia nel 2016: sono stati annunciati lunedì 22 febbraio i nuovi concerti dell’artista nel nostro Paese previsti nel periodo estivo.
Il Luminosity Tour 2016 farà tappa in Italia per quattro appuntamenti in quattro location del nord e del centro della penisola.
Il 13 luglio, Carlos Santana sarà a Cividale del Friuli, il 19 luglio alla Cavea dell’Auditorium di Roma, il 20 all’Arena della Regina di Cattolica e il 21 all’Assago Summer Arena nel contesto della nuova rassegna Street Music Art.
I biglietti sono in vendita dal 26 febbraio. Per ogni biglietto venduto 1 euro verrà devoluto alla Fondazione Milagro, l'organizzazione benefica fondata da Carlos Santana e la sua famiglia nel 1998, per sostenere i bambini orfani.
Vincitore di dieci Grammy Awards, Santana è riconosciuto tra i chitarristi migliori di tutti i tempi ed è attualmente in fase di conclusione il suo nuovo progetto discografico atteso nei negozi il prossimo 15 aprile: Santana IV, il nuovo album che riunisce l'acclamata line-up dei primi anni Settanta, Carlos Santana (chitarra e voce), Gregg Rolie (tastiere e voce principale), Neal Schon (chitarra e voce), Michael Carabello (percussioni) e Michael Shrieve (batteria).
Santana IV comprenderà 16 brani nuovi scritti e prodotti dalla band, con la stessa ineguagliabile energia e lo stesso straordinario talento che hanno resto Santana una forza innovativa nel mondo della musica e uno dei nomi più noti in tutto il mondo.
Il tour di Ezio Bosso fa tappa a Trieste
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- Pubblicato Lunedì, 15 Febbraio 2016 21:19
- Scritto da serenella dorigo
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Trieste - Dopo aver commosso e incantato il pubblico italiano e internazionale con la sua partecipazione che lo ha incoronato di fatto come vincitore morale dell’ultima edizione del Festival di Sanremo, il pianista e compositore Ezio Bosso annuncia a grandissima richiesta nuovi concerti nei più importanti teatri d’Italia parte del “The 12th Room Tour”.
Prolifico, innovativo e raffinato, l’artista salirà sul palco del Politeama Rossetti di Trieste domenica 24 aprile per un imperdibile ed emozionante concerto. I biglietti per l’evento, co-organizzato da Zenit srl e Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con il Comune di Trieste e la Regione FVG, inserito nel pacchetto Music&Live dell’Agenzia TurismoFVG, saranno in vendita a partire dalle ore 16 di domani, martedì 16 febbraio, sui circuiti Ticketone e VivaTicket, nei punti vendita autorizzati e alle biglietterie del teatro, a partire dalle 10.00 di martedì 16.00. Tutte le informazioni e i punti vendita su www.azalea.it .
Ezio Bosso presenterà sul palco il suo primo disco solista al pianoforte: "The 12th Room", uscito nell’autunno 2015 e attualmente primo in classifica su iTunes, un doppio album in cui due storie si fondono in una. I brani, dalla forte carica empatica, rappresentano un percorso meta-narrativo dello stesso Bosso. Sono storie di stanze, che rivelano da dove egli proviene, dove si trovano le radici della musica che scrive.
Rivelano i due musicisti che convivono in lui: Il compositore e l'interprete. “Questi brani, come sempre nelle mie scelte, rappresentano un piccolo percorso meta-narrativo – racconta Ezio Bosso - C’è una teoria antica che dice che la vita sia composta da dodici stanze, nessuno può ricordare la prima stanza perché quando nasciamo non vediamo, ma pare che questo accada nell’ultima che raggiungeremo. E quindi si può tornare alla prima. E ricominciare”.
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