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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cineteca del Friuli: omaggio a Peressutti.

Cineteca del Friuli: omaggio a Peressutti

Gemona (Ud) - In occasione dei 38 anni dal terremoto del maggio 1976, stasera mercoledì 14 maggio al Cinema Sociale di Gemona con inizio serata alle  ore 21 la Cineteca del Friuli presenta, dopo averli digitalizzati, materiali cinematografici inediti su Gemona e Montenars prima del terremoto, girati nella prima metà degli anni ’70 e pervenuti alla Cineteca dopo l’uscita, due anni fa, del dvd Gemona prima del 6 maggio 1976.

Saranno proiettati per la prima volta in pubblico La festa di Ledis (31 agosto 1975), sulla tradizionale commemorazione dei caduti gemonesi nella Lotta di Liberazione, e Una simpatica esperienza di vita comunitaria a Montenars (10-13 settembre 1975), entrambi realizzati da don Rino Calligaris, che fu vicario parrocchiale di Gemona per sedici anni, fino al 1978. E ancora, Un giro per Gemona (1974) di Gianpiero Copetti e Processione del Corpus Domini (c. 1970) di Giuseppe Vetromile, girati nel centro storico gemonese. Viene inoltre riproposto, in un restauro migliorato rispetto a quello pubblicato nel 1995 nel vhs Di là da l’âghe, il cortometraggio di finzione di Annedi Delli Zotti con fotografia di Antonio Seguini De Santi, Ritorno (1958). Girato in gran parte a Trasaghis, con alcune riprese nella stazione di Gemona e in quella di Villa Santina, il film racconta il commovente ritorno al paese d’origine di un anziano emigrante.

Le proiezioni saranno precedute dall’omaggio all’architetto Gino Peressutti, l’illustre gemonese che progettò Cinecittà, con la presentazione del libro Gino Peressutti, L’architetto di Cinecittà, recentemente edito da Forum Editrice Universitaria Udinese.

A parlarne sarà l’autrice Sara Martin, già fra i curatori della mostra L’architetto dei sogni: Gino Peressutti, da Gemona a Cinecittà, allestita quattro anni fa dalla Cineteca con il Comune di Gemona a Palazzo Elti. Ricco di illustrazioni, il volume esplora per la prima volta le importanti caratteristiche strutturali e architettoniche degli stabilimenti di Cinecittà, fortemente voluti da Mussolini, analizza il progetto di Peressutti e colloca la sua figura professionale nell’ambito del panorama dell’architettura italiana degli anni ’30, senza trascurare i suoi primi lavori in Friuli, a Gemona e Rubignacco.

La presentazione è corredata dalla proiezione di brevi servizi tratti da cinegiornali Luce realizzati fra il 1936 e il 1947 – dalla posa della prima pietra all’inaugurazione della città del cinemail 28 aprile di 77 anni fa, al primo film girato nel dopoguerra.

 

 

 

Battiston e Oleotto: candidati ai David di Donatello

Battiston e Oleotto: candidati ai David di Donatello

La lunga primavera cinematografica friulana sembra davvero destinata a non esaurirsi: dopo i successi portati a casa, nell’arco degli ultimi mesi, da Zoran, il mio nipote scemo di Matteo Oleotto, TIR di Alberto Fasulo e The Special Need di Carlo Zoratti, è di nuovo la commedia cult di Oleotto a finire sotto i riflettori. Più precisamente, i riflettori dei David di Donatello con una doppia candidatura: quella dello stesso Oleotto, come migliore regista esordiente, e quella di Giuseppe Battiston, come migliore attore protagonista (Battiston, ricordiamo, è candidato anche come attore non protagonista per La sedia della felicità). Con 50 festival e 12 riconoscimenti all’attivo, tra cui la recentissima vittoria al Premio Verdone («ironia, gusto letterario, poesia» le tre parole chiave della motivazione), il piccolo grande Zoran prosegue dunque il suo cammino. Un cammino, tanto allegro quanto tenace, che ha coinvolto e coinvolge un team artistico e tecnico perfettamente in equilibrio tra Slovenia e Friuli: dagli attori alle maestranze, dal produttore Igor Prinčič (Transmedia) alla coproduzione slovena (Staragara), fino al Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia e la Tucker Film. Che cos’è, dunque, Zoran, per chi ancora non lo sapesse? È la storia di Paolo Bressan (Battiston), un quarantenne alla deriva, cinico e misantropo. Un professionista del gomito alzato che lavora di malavoglia in una mensa per anziani e insegue, senza successo, l’idea di riconquistare l’ex moglie Stefania. La situazione cambia radicalmente con l’entrata in scena di Zoran Spazapan, un sedicenne occhialuto lasciatogli “in eredità” da una lontana parente slovena. Paolo scopre di essere zio e la cosa lo disgusta, anche perché il ragazzino, oltre a parlare un italiano buffamente aulico, presenta chiari sintomi di disagio psicologico. Solo quando il truce Bressan si accorge che Zoran possiede un talento nascosto, quasi magico, la situazione cambia di nuovo...

Far East Film Festival 2014: Gelso d'Oro a The Eternal Zero

Far East Film Festival 2014: premio al Giappone

Gli spettatori del Far East Film Festival, che dal 1999 sono l’unico giudice dei titoli in concorso, scelgono il Giappone. Il melodramma bellico The Eternal Zero di Yamazaki Takashi si porta a casa l'ambito Gelso d’Oro 2014!

Sul secondo gradino del podio si è classificato l’apprezzatissimo legal drama sudcoreano The Attorney (incoronato, però, dagli accreditati Black Dragon con il Gelso Nero 2014), mentre la medaglia di bronzo è andata al melò filippino Barber’s Tale (dieci minuti di applausi per la protagonista Eugene Domingo).

I web-giurati di MYmovies, infine, hanno preferito (media vota altissima!) Thermae Romae II dell’irresistibile Takeuchi Hideki, regista con la erre maiuscola e… virtuoso del karaoke! Dopo nove giorni di proiezioni e incontri al Teatro Nuovo “Giovanni da Udine”, e di coloratissime incursioni nel centro cittadino (oltre 60, quest’anno, gli appuntamenti legati al FEFF), è dunque tempo di bilancio per il sedicesimo capitolo.

Un’edizione che, idealmente, si può riassumere attraverso le parole del grande produttore e distributore americano Michael Werner, presidente della Fortissimo Films, premiato con il Gelso d’Oro 2014 alla Carriera: «Il festival è davvero straordinario e Udine è una città davvero cool. Le reazioni del pubblico ai film in programma, poi, non possono che rappresentare una fonte d'ispirazione per il mio lavoro e per tutti quelli che, come me, credono ancora nel cinema». Un pubblico fedele, fedelissimo, europeo e internazionale, composto da giornalisti, critici, studenti, esperti, addetti ai lavori e, soprattutto, da gente che ama le visioni d’Oriente.

Senza, ovviamente, dimenticare il prezioso contributo dei 150 volontari che hanno affiancato lo staff. Altre cifre? A dispetto delle previsioni meteo quasi apocalittiche, il festival ha sostanzialmente raggiunto e superato le ottime soglie del 2013: 55 mila spettatori in sala, 1225 accreditati (le provenienze coprono, in totale, 16 nazioni), 125 mila euro d’incasso (tra sbigliettamenti e accrediti). Diverse migliaia, inoltre, le persone messe in circolo dal fitto calendario degli Eventi, paralleli al calendario cinematografico e culminati, ancora una volta, nell’affollatissimo Far East Cosplay Contest del 27 aprile. Un anno fa, il quindicesimo Far East Film Festival si chiudeva sotto il segno di una promessa: «Non ci arrenderemo mai!». Una promessa dentro cui abitavano due diversi stati d’animo: l’amarezza per i massicci tagli finanziari subiti e l’orgoglio per esserne usciti a testa alta. Il FEFF 16 si è chiuso, invece, con una citazione tratta dallo splendido action thriller sudcoreano Cold Eyes: «Quando si è stanchi, si perde. Quando si è pazzi, si vince. E noi non siamo affatto stanchi. Let’s start again!».

Il FEFF 17 è dietro l’angolo.

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