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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Presentato il ricco programma di “I Mille occhi festival internazionale del cinema e delle arti” .

Presentato il ricco  programma di “I Mille occhi festival internazionale del cinema e delle arti” i.

Trieste - È stato annunciato, ieri lunedì 8 settembre, nel corso della conferenza stampa presso la libreria Ubik di Trieste il programma completo della tredicesima edizione di I Mille occhi festival internazionale del cinema e delle arti, che si terrà al Teatro Miela di Trieste dal 12 al 16 settembre con anteprima a Roma al Cinema Trevi della Cineteca Nazionale il 9 e 10 settembre.

Presenti alla conferenza il direttore Sergio M. Germani, il critico e collaboratore del festival Olaf Möller, il Sindaco di Trieste Roberto Cosolini e la Presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat.

Nel corso della conferenza stampa, il direttore Sergio M. Germani ha presentato il programma gradite presenze il Sindaco di Trieste Roberto Cosolini e la Presidente della Provincia di Trieste Maria Teresa Bassa Poropat. Il sindaco si è detto felice di come il nuovo meccanismo di selezione qualitativa per l'erogazione dei contributi abbia immediatamente premiato il festival dimostrandone il grande rilievo culturale. Una riforma che “sta dando grandi soddisfazioni in campo culturale e allo sviluppo economico e turistico della città” ha commentato, rinnovando gli auguri al successo all'edizione 2014 di I Mille occhi. Anche la Presidente Poropat, ricordando come storicamente abbia sempre sostenuto il Premio Anno uno, ha ribadito il supporto della Provincia ai Mille occhi che “grazie all'accostamento di mostri sacri e avanguardie del cinema, rappresenta una preziosa occasione di confronto sulle criticità della nostra epoca, con uno sguardo particolare al ruolo della donna nella società”. Il critico cinematografico Olaf Möller, da anni uno dei principali collaboratori dei Mille occhi, ha sottolineato il suo orgoglio nel contribuire alla realizzazione del festival, che considera una delle manifestazioni più riuscite e importanti del panorama europeo giacché, attraverso una ricerca artistica di carattere rosselliniano, cerca di “porre delle domande e creare idee nella testa delle persone”.

Numerosi  sono gli itinerari che andranno a incrociarsi nelle cinque giornate di IMille occhi, un festival che, dalle parole del suo direttore, conferma la volontà di non accettare i limiti di quanto è già noto ma che propone un programma in cui il gusto della riscoperta s'intreccia con il piacere della visione, sempre invitando il suo pubblico a confrontarsi con il cinema di ogni tempo e luogo con la curiosità tipica del viaggio e con libertà di sguardo.

Un'edizione questa del 2014 sempre caratterizzata da proiezioni da mattina a notte ma anche da tante presenze fisiche, da incontri con registi e critici e performance teatrali e multimediali. “I Mille occhi si sono da tempo precisati nel rapporto tra cinema e arti e riteniamo di intendere questo rapporto come qualcosa che già appartiene al cinema, non certo come un rapporto mimetico o di subordinazione culturale” afferma Germani nella sua introduzione al catalogo del festival. E questo scambio tra cinema e universo delle arti lo si ritrova non solo nella personale dedicata a Raffaele Andreassi, noto per la sua vasta produzione di documentari a soggetto artistico e meritevole d'essere riscoperto anche nei suoi sorprendenti lungometraggi ma anche in altre intense proposte del festival. Tra queste Deborah de Robertis, l'artista lussemburghese che di recente ha creato scandalo con l'azione in cui ha  riproposto dal vivo la sua versione del dipinto di Gustave Courbet “L'origine du Monde”davanti al quadro originale appena prima di venire fermata dalla polizia al Musée d'Orsay.

Nella serata di lunedì 15 l'artista sarà ospite del festival e il video della performance, censurato dal web, verrà proiettato in anteprima assoluta su schermo.

Uno stretto dialogo tra cinema e teatro caratterizza ulteriori tre anteprime assolute proposte dai Mille occhi: la proiezione di Lucio, spettacolo omaggio diFranco Maresco all'attore e drammaturgo Franco Scaldati, la personale della poetessa Giannina Angioletti curata e inscenata dalla figlia Alessandra Vanzi e da Patrizia Bettini e la proiezione di Urla mute della stessa Vanzi, attrice e regista teatrale che con questo video riflette e interpreta alcune emblematiche ferite femminili.

L'attenzione all'immaginario femminile, da sempre al centro dei Mille occhi, è evidente sin nella scelta, ormai più che decennale, di proporre per ciascuna delle sue edizioni un'icona  della storia del cinema, senza limiti d'epoche o nazionalità. Scelta che quest'anno si carica di una doppia presenza ideale: quella di Marina Berti, immortalata nella cartolina del festival e di Yvonne Sanson, interprete della celeberrima serie di mélo di Matarazzo. Altri sguardi femminili dei mille occhi sono quelli della sarda Claudia Marelli, fresca esordiente con l'intimo Emmaus e ospite nel corso delle giornate, e quello che identifica uno dei percorsi più attesi del festival: la proposta di due film-manifesto del videoattivismo femminista italiano, Aggettivo donna  e I fantasmi del fallo. Verranno omaggiate anche due dive triestine: Ketty Burba, Miss Trieste '51 e attrice nel perduto Ombre su Trieste, che verrà ricostruito alla presenza dell'attrice, e Laura Solari  a cui il festival tributerà idealmente le proiezioni di Romolo e Remo di Corbucci e del raro melodrammaRidi, pagliaccio! di Camillo Mastrocinque. Quest'ultimo film così come i sopracitati melodrammi diMatarazzo si inseriscono nell'omaggio alla casa di produzione Titanus iniziato a Locarno, dove la sezione curata dal direttore Germani e da Roberto Turigliatto stata premiata dalla critica indipendente.

Tra le esclusive più attese, vi saranno anche i due corti ritrovati di Michelangelo Antonioni, Il giornale conteso e Notizie per tutti, assenti da tutte le filmografie e le storie del cinema e acquisiti da Sergio M. Germani per La Cineteca del Friuli: verranno presentati in anteprima mondiale da enrico ghezzi nella serata di sabato 13 settembre.

I Mille occhipropongono ulteriori percorsi di riscoperta cinematografica attraverso il percorso Ti ritroverò. Trieste cuore di tenebrasui film girati nel capoluogo giuliano negli anni conclusivi del Territorio libero di Trieste (1951-1954). Cinque le pellicole che verranno proiettati al festival: Trieste mia!, Clandestino a Trieste, Inganno, Trieste cantico d'amore e La campana di San Giusto.

Da segnalare anche la rassegna "Massa e potere. La distanza del cinema dall'inutile strage", su come il cinema abbia diversamente intercettato la Prima Guerra Mondiale.

IlPremio Anno Uno 2014 a un cineasta del nostro tempo va aTariq Teguia, per il suo terzo e  ultimo lungometraggio, Thwara Zanj. Il film verrà proiettato nella serata conclusiva del festival alla presenza dell'autore.

Il festival, diretto da Sergio M. Germani con la collaborazione preziosa di critici e ricercatori, italiani e internazionali, è un appuntamento di richiamo per appassionati, studiosi e cinefili d'ogni sorta, dove è possibile ritrovare copie uniche di film a lungo considerati perduti al fianco dei fermenti meno catalogabili del cinema d'oggi.

“Ci sembra” afferma il direttore Germani “che il programma di quest'anno espliciti più che mai come non vi sia distanza tra le epoche del cinema, esse sono compresenti nelle visioni di oggi e il festival si rende luogo di questo riapparire”.

Realizzato con il contributo di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Provincia di Trieste, Comune di Trieste, Fondazione Kathleen Foreman Casali.  
 

Maggiori informazioni nel sito del Festival: www.imilleocchi.com

Altro successo per la friulana Tucker Film con “Class Enemy”.

Altro successo per la friulana Tucker Film con “Class Enemy”.

Udine  – Recentemente candidato al Lux, il premio del Parlamento Europeo,e già incoronato alla 70^ Mostra del Cinema di Venezia, Class Enemy di Rok Biček uscirà nei migliori cinema italiani il prossimo 2 ottobre sotto il segno della Tucker Film. Il capolavoro del giovane regista sloveno, da molti paragonato al miglior Haneke, affronta il tema dell’incomunicabilità come – sono parole dello stesso Biček – «un’eruzione vulcanica che poi mette a nudo le paure e le frustrazioni nascoste sotto la pelle della società europea».  

Slovenia, oggi. Un liceo come tanti. Una classe come tante. Una quotidianità come tante. Ma è davvero tutto così ordinario, così regolare? È davvero tutto così tranquillo, sotto la patina di normalità? Basta l’arrivo del nuovo professore, il durissimo Robert, uno straordinario Igor Samobor,superstar del cinema sloveno, per innescare un violento corto circuito: didattico, prima, e umano, poco dopo, quando la tragica morte di una studentessa devasta gravemente gli equilibri. Il dolore dei ragazzi si traduce immediatamente in rabbia e la rabbia, alimentata da interrogativi esistenziali troppo difficili da affrontare, si traduce in caccia: caccia al colpevole, caccia al nemico. Una scorciatoia emotiva che impatta, fatalmente, contro il nuovo professore: il colpevole perfetto, il nemico perfetto.

Come finirà la guerra? Cosa porterà e quanto costerà, a ciascuno, quell’atto di cieca ribellione? Esplorando le zone d’ombra che separano i torti dalle ragioni, i buoni dai cattivi, i vincitori dai vinti, la partitura di Class Enemy smonta gelidamente le certezze più categoriche e invita a riflettere, tanto gli adolescenti quanto gli adulti, sulle sfumature. Perché il bianco e il nero esistono soltanto sulle tavolozze dei pittori.

 

Sin da studente, Rok Biček (1985) ha manifestato nei suoi lavori una determinatezza alquanto rara, espressa attraverso un esplicito entusiasmo e una predilezione per le inquadrature lunghe e per un unico piano sequenza, a cui si aggiungono la sottigliezza nella scelta dei colori e dei soggetti. Questi vengono narrati quasi sottotono, senza forzature ma allo stesso tempo in modo sempre sorvegliato. Seguendo la scia degli autori cinematografici che lo hanno ispirato (come ad esempio Haneke, Mungiu e Zvyagintsev), Biček gioca con il pericolo in agguato nei dettagli quotidiani della vita.

Si aprono i “Mille Occhi” XIII edizione del Festival Internazionale del cinema e delle arti.

Si aprono i “Mille Occhi” XIII edizione del Festival Internazionale del cinema e delle arti.

Trieste -“I Mille Occhi” aprirà i battenti il12 settembre e si concluderà il 16 nella cornice del Teatro Miela di Trieste, con un'anteprima il 9 e il 10 settembre al Cinema Trevi di Roma.

Ospite d'eccezione del denso programma d'incontri e proiezioni sarà l'algerino Tariq Teguia, Premio Anno Uno per l'incendiario Thwara Zanj.

Tra le tante presenze, dentro e oltre lo schermo, il festival triestino proporrà un'anteprima assoluta di Franco Maresco, l'ultimo film-saggio di Alexander Kluge sulla Grande Guerra e il video Urla mute di Alessandra Vanzi, in coregia con un inedito Alberto Grifi.

Insieme agli omaggi alla Trieste cinematografica e alla produzione Titanus, la tredicesima edizione del festival esplorerà anche il cinema d'arte di Raffaele Andreassi, a cui “I Mille Occhi” dedicano una personale dei lungometraggi, e riscoprirà altre pellicole segrete, come AQuestion of People, realizzato per l'Onu da Roberto Rossellini, e il grottesco Troppo tardi t'ho conosciuta, unico lungometraggio di Emanuele Caracciolo. Tra le esclusive più attese, anche due corti appena ritrovati di Michelangelo Antonioni, presentati in anteprima mondiale da Enrico Ghezzi.

Informazioni: mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.;tel/fax 040 349 88 89.

Il sito del Festival: www.imilleocchi.com

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