La Civica accademia Nico Pepe chiamata a festeggiare Banca Etica con una commedia
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- Pubblicato Giovedì, 13 Marzo 2014 09:23
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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“Muri- Prima e dopo Basaglia” con Giulia Lazzarini al Teatro Miela.
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- Pubblicato Lunedì, 10 Marzo 2014 18:20
- Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - È la rivoluzione basagliana al centro del prossimo appuntamento con la stagione altri percorsi del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, al Teatro Miela, frutto della sinergia che lega le due istituzioni teatrali nel corso della stagione 2013-2014.
Lo spettacolo in scena dal 12 al 14 marzo sarà infatti “Muri- prima e dopo Basaglia”scritto e diretto da Renato Sarti e interpretato da un’impeccabile, emozionante Giulia Lazzarini,
al Teatro Miela alle ore 21.
«Nel 1972 avevo appena incominciato a fare l’attore in un piccolo gruppo teatrale a Trieste – scrive Renato Sarti presentando Muri – e la direzione dell’Ospedale Psichiatrico ci concesse l’uso del teatrino situato nel comprensorio manicomiale a condizione che, durante le prove e gli spettacoli, fosse consentito l’accesso agli utenti. Durante le prove nel teatro venivano spesso degli utenti, fra questi c’era Brunetta, una ragazza lobotomizzata, che aveva marchiata sul volto tutta la violenza di cui le istituzioni sono capaci. (…) Nel ’74 sono venuto a Milano a fare teatro. Brunetta non c’è più da parecchi anni, ma i suoi sguardi e la sua storia fanno indelebilmente parte della mia».
Attore, regista e autore di testi teatrali rappresentati in Italia e all’estero – fra cui Muri – Renato Sarti ha dedicato tutto il suo impegno al teatro politico e sociale e in questo spettacolo ne dà atto, toccando con delicatezza ma anche con potente coinvolgimento emotivo i temi della rivoluzione basagliana, rivoluzione che avrebbe salvato e tutelato la dignità di persone come Brunetta.
Muri-prima e dopo Basaglia nasce sulla base di alcune testimonianze di infermiere – soprattutto di Mariuccia Giacomini – che avevano lavorato nell’Ospedale Psichiatrico di Trieste nel periodo immediatamente precedente e durante la rivoluzione di Basaglia: testimoni di uno dei momenti più importanti per il nostro Paese, sul piano della conquista sociale, umana e civile.
Prima di Basaglia, il personale ospedaliero aveva il compito di pulire e custodire il malato, che perdeva in qualche modo la sua identità di persona e verso il quale venivano spesso rivolte “cure” che oggi ci appaiono nella loro efferata realtà: docce fredde a volte letali, psicofarmaci, pestaggi, elettroshock, lobotomia. Coercizione e violenze che con Basaglia scompaiono in favore di due fondamentali parole chiave: rispetto e dialogo. Diviene così naturalmente labile la distanza fra chi è malato di follia e chi è lì per curare quella follia: e scatta una complicità benefica, nel segno della condivisione della sofferenza umana…
Anche le infermiere dunque, oltre che i pazienti, hanno vissuto una sconvolgente evoluzione in quegli anni. E commuove sentirne dare atto dalla voce di Giulia Lazzarini, attrice semplice e sublime, amatissima da Giorgio Strehler, che per interpretare questo ruolo ha scavato in ogni piega con sensitività, senza mai ricorrere a facili, retorici effetti ma partecipando al messaggio del testo con immensa generosità: «non recita, ma vive il personaggio»hanno detto i critici di lei, conquistati dalla sua prova, fin dal debutto di Muri.
«L’infermiera del testo – spiega ancora Sarti – rivive la sua esperienza di tre decenni, riflette su quello che ha visto e vissuto in ospedale e lo fa con una nostalgia particolare (ma quela del poeta, quela che te sa tropo ben che non pol tornar), ma soprattutto con la lucidità estrema, quasi spietata, di chi si rende conto che la spinta di quegli anni si è affievolita, e rischia di finire inghiottita dall’indifferenza che - in un brusio continuo di antenne e motori - sempre di più ci avvolge e ottunde». Ed è proprio questo uno dei messaggi da leggere nello spettacolo: la necessità di conoscere e difendere l’opera basagliana, consci che in questa come in tutte le conquiste della storia e dell’uomo, le lancette del tempo non si possono né si devono portare indietro.
Muri- prima e dopo Basaglia scritto e diretto da Renato Sarti è interpretato da Giulia Lazzarini. Le musiche sono di Carlo Boccadoro, le scene di Carlo Sala e le luci di Claudio De Pace.
Lo spettacolo è prodotto dal Teatro della Cooperativa in coproduzione con Mittelfest, con il sostegno della Regione Lombardia progetto Next e della Provincia di Trieste.
Va in scena in abbonamento per il cartellone altripercorsi del Teatro Stabile regionale, dal 12 al 14 marzo al Teatro Miela, con inizio alle ore 21.
Biglietti ancora disponibili presso i punti vendita e i circuiti consueti dello Stabile regionale e sul sito del teatro www.ilrossetti.it.
“Ladro di razza”: in esclusiva regionale con Massimo Dapporto al Teatro “La Contrada”.
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- Pubblicato Giovedì, 06 Marzo 2014 18:27
- Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
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Trieste – Debutta, domani venerdì 7 marzo alle 20.30, in esclusiva regionale al Teatro Bobbio, “Ladro di Razza” di Gianni Clementi che sostituisce lo spettacolo “Pazza” con Caterina Murino inizialmente presentato in cartellone. Massimo Dapporto, Susanna Marcomeni e Blas Roca Rey sono i tre straordinari interpreti di un testo che saprà fare ridere e riflettere il pubblico.
La vicenda é ambientata a Roma nel 1943. Tito, un modesto ladro e truffatore appena uscito dal suo ennesimo periodo in carcere. Stavolta però é in difficoltà perché un usuraio particolarmente crudele lo sta aspettando per regolare i conti con lui e questo gli impedisce di tornare a casa dalla sua famiglia, spingendolo a rifugiarsi da Oreste, suo amico d'infanzia, che lavora come operaio nelle fornaci di Valle Aurelia. Tito cerca in tutti i modi di trovare i soldi da consegnare al suo aguzzino. Conosce casualmente una ricca zitella ebrea, Rachele, che vive da sola in un appartamento lussuoso del ghetto e decide di farne la sua vittima. Tito la corteggia e, dopo un'estenuante resistenza della donna, riesce finalmente ad entrare nelle sue grazie, pronto per compiere un furto ai suoi danni. Ma sceglie di entrare in azione proprio all'alba del 16 ottobre 1943, il momento del rastrellamento degli ebrei nel ghetto di Roma da parte dei nazisti. Ma Tito, opportunista e vigliacco, catapultato di colpo in un episodio storico, scoprirà in sè un inaspettato coraggio che gli consentirà un grande riscatto. “Ladro di razza” si ispira alla grande tradizione del cinema neorealista, indagando in chiave di tragicommedia un momento della nostra Storia. Momenti di comicità si alternano a parentesi di riflessione e commozione. Tito, Oreste e Rachele, infatti, protagonisti di questa storia diventano il tramite per raccontare un’Italia in guerra, una Roma allo stremo, ma ancora capace di sussulti d’orgoglio.
Marco Mattolini firma la regia dello spettacolo, Andrea Stanisci i costumi e Lucio Gregoretti le musiche originali.
Lo spettacolo, che fa parte degli “spettacoli blu” debutta venerdì 7 marzo alle 20.30 e rimane in scena fino a lunedì 10 marzo, con i consueti orari del Teatro Bobbio: serali 20.30, festivi 16.30.
Prevendita dei biglietti, prenotazione dei posti e cambi turno presso la biglietteria del Teatro Bobbio (tel. 040.390613/948471 - orari: 8.30-13.00; 15.30-18.30) o al TicketPoint di Corso Italia 6/C (tel. 040.3498276/3498277 - orari: 8.30-12.30; 15.30-19.00). Prevendita On Line: Circuito VIVATICKET by Charta (vivaticket.it).
Informazioni: 040.948471 / 948472 /390613; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; www.contrada.it.
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