Primavera in musica al Castello di Miramare di Trieste. Grande repertorio cameristico con i “Concerti al Castello”
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- Pubblicato Venerdì, 22 Marzo 2013 18:25
- Scritto da Monica Visintin
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Trieste - Primavera in musica al castello di Miramare di Trieste, nelle preziose stanze che ancora riecheggiano le note del fortepiano adorato dalla principessa Carlotta. Giunta alla sua terza edizione, sabato 23 marzo riparte il festival “Concerti al Castello”.
L’iniziativa è promossa dall’Associazione “Arte e Musica” diretta dalla pianista Helga Anna Pisapia in collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali e Artistici, la Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia, la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Friuli Venezia Giulia e il Museo Storico del Castello di Miramare.
Il programma dei concerti che si terranno nella Sala del Trono del Castello di Miramare prevede dieci appuntamenti con la musica da camera, animata quest’anno da interpreti ed ensemble di livello internazionale provenienti da più parti d’Europa.
Anche il repertorio è di grande interesse: si va dalle proposte più classiche (Beethoven, Chopin, Listz, Grieg, Debussy) che ripercorrono l’Ottocento dal Romanticismo all’Impressionismo nei concerti del duo pluripremiato duo Cardinale-Magnasco (violino e pianoforte, 23 marzo) e di Helga Anna Pisapia (30 marzo), alle arie d’opera, operetta e canzoni classiche napoletane affidate al duo voce-pianoforte Emanuela Palazzo - Paolo Scibilia (6 aprile), per offrire nei successivi concerti anche qualche puntata nel repertorio meno popolare.
Il 13 aprile dalla Romania arriva il Trio Giocoso Ganter- Ionescu- Levitina a riportare atmosfere di pieno romanticismo con musiche di Beethoven, Kreutzer, Glinka e Mendelssohn al suono di clarinetto, fagotto e pianoforte.
L’inizio dei concerti del sabato a Miramare è fissato alle ore 17. I prezzi di ingresso sono quelli per i visitatori del museo (€ 4 intero; € 2 ridotto).
Programma di sabato 23 marzo, ore 17.00
Andrea Cardinale e Alessandro Magnasco
violino e pianoforte
G. Tartini Sonata in sol min. “Trillo del diavolo”
L.V.Beethoven Sonata in fa Mag. op. 24- ”Primavera”
E. Grieg Sonata in sol min. op.13
P. de Sarasate Romanza andalusa op. 22 n.1
E. Granados Danse espagnole
Al Verdi di Trieste prosegue l'anno verdiano con un "Macbeth" dal cast internazionale
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- Pubblicato Sabato, 09 Marzo 2013 13:12
- Scritto da Roberto Calogiuri
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Trieste – Nell’anno delle celebrazioni verdiane, come terzo appuntamento con l’opera, venerdì 8 marzo, alle ore 20.30, è andato in scena “Macbeth”, secondo titolo che la Fondazione lirica triestina dedica al maestro di Busseto dopo l’inaugurazione con “Il Corsaro”.
Decima opera di Verdi e pietra miliare della sua produzione giovanile, “Macbeth” segna non solo l’affrancamento dagli “anni di galera” ma anche la volontà di misurarsi con le passioni umane fuori dal comune e, soprattutto, l’impegno di sperimentare una nuova tendenza creativa del melodramma, sia dal punto di vista musicale che canoro che scenico.
Verdi stese lo schema drammaturgico di suo pugno con la certezza che “tutto deve dire qualcosa”, in aderenza pressoché totale con il testo inglese — caso unico nella produzione verdiana — e nello stesso tempo tappa fondamentale nel cammino drammaturgico verso “la parola scenica”.
Se a ciò si aggiunge l’elemento magico notturno, l’indagine sulla brama di potere, sulla malvagità, sulla pulsione di morte e la dissoluzione della coppia matrimoniale, si intuisce come particolarmente attesa sia stata la lettura registica di Henning Brockhaus, forte della sua competenza linguistica, di musicista diplomato in clarinetto e studioso di composizione, psicologia, filosofia e scienza del teatro, votatosi alla regia dopo l’incontro con Giorgio Strehler.
Aspettative non disattese: scarne le scene riprese da Josef Svoboda - il rivoluzionario iniziatore del teatro multimediale, scomparso nel 2002 - ma efficacissime nella resa dell’atmosfera fantasmatica e cupa. Sullo sfondo di un geniale gioco di pannelli nei toni di un grigio materico, tra effetti speciali, registrazioni fuori campo e artifici visionari, la regia di Brockhaus – che cura anche l’affascinante e coinvolgente gioco delle luci – si articola in una notte senza fine e si snoda con intelligenza scenica e con soluzioni originali e spesso emozionanti, degne del più raffinato gusto del genere gotico, non prive di allusioni ai processi psichici dell’inconscio. Straordinario l’impatto visivo delle maschere bianche, quasi a togliere identità somatica a vantaggio esclusivo di quella drammatica.
Direttore il M° Giampaolo Bisanti che si è misurato con una partitura impegnativa,sintetica e unitaria di cui ha tenuto le fila con autorità e sicurezza. Ha saputo imprimere i tempi adeguati ed evidenziare i dettagli coloristici in pieno accordo con la situazione teatrale e nel rispetto delle parti cantate.
Un plauso alla sezione dei fiati per la prova del tessuto fugato della scena della battaglia ma anche perché particolarmente impegnato nel definire il peculiare clima notturno livido e stregato.
Internazionale la compagnia di canto abbastanza equilibrata e coesa nella quale svetta il baritono argentino Fabián Veloz (Macbeth), al suo debutto lirico in Italia e noto in Croazia per aver cantato nel Nabucco l’anno passato. In questa occasione vanta — se non un volume di spicco — una linea vocale corposa e completa, un’efficacia declamatoria calibrata e plastica, carattere e, soprattutto, presenza scenica e pathos toccante.
La soprano greca Dimitra Theodossiou (Lady Macbeth) sfodera un potente volume di voce. Del soprano drammatico d’agilità possiede in abbondanza la prima caratteristica ma difetta nella seconda, poco duttile nelle colorature. Ottima nel registro acuto, non ha una buona tenuta nel registro grave. Da considerare come talvolta canti in posizioni scomode.
Il tenore albanese Armaldo Kllogjeri (Macduff) è protagonista di una delle rare aperture belcantistiche dell’opera. Ha un timbro squillante, una voce ben impostata nel registro medio ma nel complesso priva di sostanza. Lo scarso spessore degli acuti rende la sua prestazione poco adatta al ruolo eroico.
Il basso Paolo Battaglia (Banco) ha una resa accettabile soltanto nel registro medio. In compenso possiede aplomb attoriale.
Completano il cast Giacomo Patti (Malcolm), Sharon Pierfederici (Dama di Lady Macbeth), il Dario Giorgielè (Medico/Prima apparizione), Stefano Consolini (Domestico di Macbeth), Francesco Musinu (Sicario). Nel ruolo dell’Araldo Giuliano Pelizon (8,10,14/3) e Hektor Leka (9,12,16/3) . Il Coro del Teatro Verdi, istruito dal M° Paolo Vero, provvede come al solito una prestazione ottima per impasto sonoro, precisione e recitazione. Quindi le apparizioni: Erica Benedetti, Emma Orsini, Irene Dussi, Francesco Felician. I solisti del Coro dei Piccoli Cantori della Città di Trieste e la Civica Orchestra di Fiati della Città di Trieste.
Ricostruzione dell’allestimento scenico di Benito Leonori. Costumi di Nanà Cecchi. Coreografie di Maria Cristina Madau. Assistente alla regia e alla coreografia Valentina Escobar.
Pubblico soddisfatto anche se non in delirio. Sempre presenti i giovani grazie al progetto “All’opera, ragazzi” proposto dalla Fondazione lirica e diffuso nelle scuole.
Repliche: sabato 9 marzo, ore 20.30 C (Macbeth: Angelo Veccia. Lady Macbeth: Tiziana Caruso), domenica 10 marzo, ore 15.30 D, martedì 12 marzo, ore 20.30 B, giovedì 14 marzo, ore 20.30 E, sabato 16 marzo, ore 15.30 S.
Prossimo appuntamento: 23 marzo 2013 con “The Rape of Lucretia” di Benjamin Britten
[Roberto Calogiuri]
Grande musica al Verdi di Pordenone con la Filarmonica "Arturo Toscanini"
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- Pubblicato Giovedì, 21 Febbraio 2013 15:19
- Scritto da Redazione fvgnotizie
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Pordenone - Ancora grande musica, domenica 24 febbraio, alle 20.45, al Verdi di Pordenone, dove, con la prestigiosa Filarmonica "Arturo Toscanini", diretta da Asher Fisch, arriverà uno fra i più grandi musicisti al mondo, il violoncellista lettone Misha Maisky, per l’esecuzione di un programma eccezionale: di Pëtr Il'ič Čajkovskij da Evgenij Onegin L’aria di Lenskij (trascrizione per violoncello e orchestra di Maisky) ispirata al romanzo di Puškin; di Dmitri Shostakovich il Concerto n. 1 in mi bemolle maggiore op. 107 per violoncello e orchestra, composto nel 1959 e dedicato al violoncellista Mstislav Rostropovic.
Infine, di Ludwig van Beethoven la Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92 di cui scrive così Richard Wagner: “Coscienti di noi stessi, ovunque ci inoltriamo al ritmo audace di questa danza delle sfere a misura d'uomo. Questa Sinfonia è l'apoteosi stessa della danza, è la danza, nella sua essenza più sublime”.
E anche in occasione di questo concerto proseguono al Verdi le iniziative speciali che permettono ai giovani di accedere alla grande musica a prezzi poco più che simbolici. (Info: www.comunalegiuseppeverdi.it; 0434 247624).
Mischa Maisky può vantarsi di essere l'unico violoncellista al mondo ad aver studiato sia con Mstislav Rostropovich sia con Gregor Piatigorsky. Nato in Lettonia, ha studiato in Russia e, dopo il suo rimpatrio in Israele, è stato accolto con grande entusiasmo a Londra, Parigi, Berlino, Vienna, New York, Tokyo…Durante gli ultimi 25 anni, con contratto in esclusiva per la Deutsche Grammophon, ha effettuato più di 30 registrazioni con i Wiener e Berliner Philharmoniker, London Symphony, Israel Philharmonic, Orchestre de Paris, Orpheus e Chamber Orchestra of Europe e molte altre.
Nel 2000 è stato impegnato l'intero anno in una lunghissima tournée dedicata a Bach con più di cento concerti. Ha registrato le Suite di Bach ben tre volte. Le sue registrazioni sono state acclamate dai critici di tutto il mondo e sono state premiate 5 volte con il prestigioso Record Academy Prize a Tokyo, tre volte con il Deutscher Schallplattenpreis, inoltre con il Grand Prix du Disque a Parigi e con il Diapason d'Or of the Year, cosi come con le ambite Grammy nominations. Ospite regolarmente dei maggiori festival internazionali, ha collaborato con Bernstein, Giulini, Mehta, Muti, Maazel, Levine, Ashkenazy, Sinopoli e Barenboim e tutti i grandi del mondo
Maisky sarà sul palco con la Filarmonica Arturo Toscanini, che ha celebrato nel 2012 il decennale della propria costituzione ed è uno degli organici orchestrali italiani di eccellenza, tutti diretti da Asher Fisch, che collabora regolarmente con i maggiori teatri e complessi sinfonici europei e americani, è direttore musicale della New Israeli Opera e assistente e collaboratore di Daniel Barenboim, con cui suona anche in duo pianistico.
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