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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Sabato triestino in musica a Miramare. Al pianoforte “Il sogno romantico” di Helga Anna Pisapia

Sabato triestino in musica a Miramare. Al pianoforte “Il sogno romantico” di Helga Anna Pisapia

Trieste - Si tiene il 30 marzo, presso il Castello di Miramare di Trieste, il secondo appuntamento della rassegna di musica da camera “Concerti al Castello 2013”. Nella Sala del Trono alle ore 17.00 la pianista di origine amalfitana Helga Anna Pisapia si esibirà in un suggestivo recital per pianoforte dal titolo “Il sogno romantico".
 
Verranno eseguiti brani di sicuro effetto descrittivo : di Friederic Chopin cinque notturni, di Claude Debussy la famosa “Suite Bergamasque” con il celeberrimo “Claire de Lune”, per concludere con “Giochi d'acqua a Villa d'Este” e “Sogno d'amore” di Franz Liszt.

Helga Pisapia, diplomatasi con il massimo dei voti al Conservatorio di Salerno, si è perfezionata con i Maestri M. Bertucci, A. Hintchev e Michele Campanella, allievi della rinomata scuola pianistica napoletana del M° Vincenzo Vitale. Vincitrice di concorsi sia da solista sia per musica da camera, affianca l'attività didattica a quella concertistica.  

Prossimo appuntamento sabato 6 aprile con il duo voce e pianoforte composto da Emanuela Palazzo e Paolo Scibilia .

Sala del Trono-Castello di Miramare ore 17.00
info “Arte e Musica” 328 9514550 – Castello 040 224143

Il rock italiano al teatro Rossetti di Trieste con i Negrita

Il rock italiano al teatro Rossetti di Trieste con i Negrita

Trieste - I Negrita tornano alla ribalta con una nuova tournée, che li porterà ad esibirsi per la prima volta nei teatri italiani.

“Negrita Unplugged 2013”, questo è il titolo dell’ultimo progetto di Pau e compagni partito lo scorso febbraio, che vede la band protagonista nei teatri più importanti della nostra penisola, tra cui il Politeama Rossetti di Trieste, che li attende questo venerdì, 29 marzo, per il concerto evento co-organizzato da Azalea Promotion e dal Comune di Trieste – Assessorato allo Sport, in collaborazione con Il Rossetti - Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Live Nation.

Lo spettacolo vedrà i Negrita in una veste del tutto inedita, pronti per la prima volta a esibirsi nei maggiori teatri d’Italia con uno show mai intrapreso prima. Nel nuovo Negrita Unplugged 2013 il gruppo toscano eseguirà non soltanto i propri pezzi classici e quelli dell’ultimo fortunato album “Dannato Vivere”, ma anche brani che da anni non vengono eseguiti dal vivo, tutti riarrangiati e rivisitati in chiave teatrale per regalare uno spettacolo inedito e dal sound rinnovato.

Un’occasione unica per poter ospitare una delle migliori proposte del rock italiano in un contesto particolarmente suggestivo, come quello del Politeama Rossetti, che si conferma una volta di più come punto di riferimento artistico e culturale regionale, al passo con le migliori realtà europee.

Saliti alla ribalta nel 1994 con l’omonimo album Negrita, la band ha saputo negli anni affermarsi e maturare nel panorama rock italiano. Una carriera lunga e fortunata, che ha visto confermare il gruppo, trainato dalla grinta del suo front man Paolo Bruni, in arte Pau.

Da sempre molto apprezzati nella dimensione live, i Negrita si sono lanciati nel corso degli anni in progetti molto diversi, raccogliendo sempre buoni consensi da pubblico e critica.

XXX, Radio Zombie, HellDorado, Dannato Vivere, questi alcuni degli album più di successo; di ultima uscita anche “Negrita Live”, che celebra le 40 date invernali e il tour estivo con un cd più dvd che raccoglie i momenti più belli dell’intensa stagione live della band. Del 2012 anche il fortunato progetto Hit Week, che li ha visti impegnati in tournée negli Stati Uniti, in Canada e in Cina.

I biglietti per venerdì 29 marzo a Trieste, sono ancora disponibili nei punti vendita autorizzati Azalea Promotion, nella biglietteria del Politeama Rossetti e sul circuito online www.ticketone.it .

"The rape of Lucretia" al Verdi di Trieste, opera intensa ed attualissima su potere e violenza

Trieste – Non si poteva immaginare un’opera lirica più attuale e adeguata al momento presente di “The Rape of Lucretia” di Benjamin Britten andata in scena al Teatro Verdi sabato 23 marzo alle  20.30, con la quale la Fondazione celebra il centesimo anniversario della nascita del compositore inglese.

A pochi giorni dall’insediamento della neopresidente della Camera che ha parlato di “umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore”, dopo i numerosi episodi di brutale aggressività verso il sesso femminile, un’opera lirica porta sulla scena lo stupro di una donna, esemplare per virtù e onore, perpetrato da un uomo di potere.

“Lo stupro di Lucrezia” invita e quasi prescrive di confrontarsi con il problema morale, il significato e le origini dello stato in un momento in cui, con fatica, si tenta di bonificare la corruzione della politica, l’arroganza e la protervia dei governanti, la collusione tra sesso e potere.

In questo senso Britten e il suo librettista Ronald Duncan, alla fine del secondo conflitto mondiale, interpretano e sezionano le motivazioni politiche e morbose di uno dei crimini più vili che l’uomo possa concepire. Lo fanno attraverso il racconto di uno dei miti di fondazione delle istituzioni italiche: l’offesa a Lucrezia, recata col ricatto dal figlio di Tarquinio il Superbo, provocherà la sollevazione del popolo, la cacciata del tiranno che mal governa Roma e l’avvento della repubblica consolare.

Se a ciò si aggiungono i riferimenti alla passione di Cristo, che certa critica ritiene poco razionali e poco organici all’opera, il tutto serve a illuminare il lato oscuro e tormentato della biografia di Britten, quello che collega la sessualità alla violenza e l’amore puro al cristianesimo per mezzo di un sistema prefigurativo di tipo biblico in cui Lucrezia anticipa le qualità eroiche del martire e la possibilità di una redenzione.

Bellissimo il libretto che coglie con profondità poetica e straordinaria modernità tanto gli snodi cruciali della condizione femminile quanto quelli tristemente attuali dell’esercizio di un potere che deprime l’individuo e la sua dignità. Impossibile ignorare le generose riflessioni sociali, psicologiche e sentimentali stemperate nel testo.

Intelligenti e appropriate le scene e la regia, entrambi del giovane regista croato Nenad Glavan: un emiciclo a gradinate, un traliccio mobile e uno schermo che rilancia la tragedia dei personaggi compongono la scena con eleganza geometrica articolata sulla dislocazione dinamica degli spazi e delle forti emozioni suscitate.

La compagnia di canto è, nel complesso, buona considerato il notevole impegno vocale richiesto. La contralto Sara Galli (Lucretia) si distingue per le doti attorali e la capacità acrobatica, anche fisica. Svetta per qualità timbrica, volume e intonazione il tenore austriaco Alexander Kröner (coro maschile).

Quindi il basso Marijo Krnić (Collatinus) un po’ statico e impreciso nella pronuncia. I baritoni Carlo Agostini (Principe Tarquinius) e Giampiero Ruggeri (Junius). Le soprano Katarzyna Medlarska (coro femminile) e Nuria Garcia Arres (Lucia). La mezzosoprano Dijana Hilje (Bianca).

I tredici elementi dell’orchestra del Teatro Verdi sono stati diretti dal maestro giapponese Ryuichiro Sonoda che, con talento cameristico, ha valorizzato la geniale architettura drammaturgica e i cambi di atmosfera, attribuendo la giusta ponderazione tra insiemi e parti solistiche e conferendo rilievo alla rigorosa organizzazione formale della partitura.

Completano la compagine artistica il Coro istruito dal M° Paolo Vero, i mimi danzatori: Jerko Cvitanović, Luka Kivela, Gianluca De Pol, Toni Dorotic, Luka Crnošija, Viktor Jakovčevic.

Costumi di Teresa Acone, coreografia di Almira Osmanovic e luci di Srđan Barbarić che sfrutta con intelligenza i giochi d’ombra.

Un teatro semivuoto conferma la tradizionale idiosincrasia del pubblico triestino per la musica del ’900, anche quando si tratti di un capolavoro di rara fattura come questo e offerto, in aggiunta, per la prima volta assoluta in regione. Applausi convinti e meritati alla fine, pur senza rituale pioggia di fiori.

In compenso resiste la partecipazione dei giovani studenti. Compunti, educati e in ghingheri per la prima. Bellissimi. È giusto che i temi e i messaggi etici e affettivi sottesi a quest’opera siano rivolti alla loro meditazione.

Repliche: Domenica 24 marzo, ore 15.30, turno D.  Martedì 26 marzo, ore 20.30, B.  Mercoledì 27 marzo, ore 20.30, C. Giovedì 28 marzo, ore 20.30, E. Venerdì 29 marzo, ore 15.30, S.

Prossimo appuntamento: 13 aprile 2013 con “La clemenza di Tito” di W.A. Mozart

[Roberto Calogiuri]

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