“Una via d’uscita”: riflessione per il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari
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- Pubblicato Mercoledì, 12 Marzo 2014 09:23
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Trieste - Dopo Roma e Milano arriva anche a Trieste la presentazione del libro “Una via d’uscita”, venerdì 14 marzo alle ore 17.30 nell’Aula Magna della Scuola Interpreti e Traduttori di Trieste - via Filzi 14.
Per una critica della misura di sicurezza e della pericolosità sociale. L'esperienza dell'ospedale psichiatrico giudiziario nello stato di Minas Gerais (Brasile)” di Virgílio de Mattos organizzata dalla Collana 180 - Archivio critico della salute mentale - Edizioni alphabeta Verlag in collaborazione con Copersam - Conferenza permanente Franco Basaglia per la Salute mentale nel mondo, Magistratura Democratica e Camera Penale di Trieste, unite per riflettere sulle tematiche del testo in ambito giuridico e psichiatrico.
“Il Piacere della gentilezza” : piccolo trattato sulla buona educazione nell’era globale.
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- Pubblicato Martedì, 11 Marzo 2014 21:44
- Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
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Fresco di stampa “Il piacere della gentilezza” di di Bertrand Buffon di Bertrand Buffon, La gentilezza come arte della relazione tra gli uomini e come strumento per sapersi orientare con intelligenza e sensibilità negli orizzonti sempre più vasti della civiltà globalizzata.
"Rispetto di sé e degli altri, discrezione per sé e per gli altri: la gentilezza consiste in un equilibrio, fatto in ugual misura di uguaglianza e di reciprocità. La gentilezza esercita così una funzione di riequilibrio. La sensazione di uguaglianza che ne risulta favorisce l'instaurarsi di relazioni."
“Il Piacere della gentilezza”pag. 90 euro 8,50
isbn 978-88-6549-109-6 Ediciclo Editore
Bertrand Buffon, esperto di retorica, ha lavorato al parlamento e in diversi gabinetti ministeriali come incaricato agli studi, consigliere tecnico e ghostwriter. Attualmente esercita la funzione di capo di gabinetto presso l'Agenzia francese per gli investimenti internazionali.
Elena Commessatti: a Trieste e Udine per presentare "Femmine un giorno"
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- Pubblicato Lunedì, 03 Marzo 2014 11:44
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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Giovedì 6 marzo, sarà alla Ubik di Trieste alle 18. L’otto marzo, festa della donna, sarà alla Feltrinelli, a Udine, stesso orario: Elena Commessatti scrittrice e giornalista udinese, autrice anche di Genius Loci (Forum editrice), racconta per la prima volta, con una scrittura originale che contamina giallo e reportage giornalistico, la storia di femminicidi realmente avvenuti negli anni Ottanta nel Nordest d’Italia.
"Femmine un giorno", questo il titolo del libro che verrà presentato nelle due librerie, a Trieste prima e a Udine poi, con la prefazione di Pino Roveredo, edito da bébert edizioni (casa editrice indipendente nata a Bologna nel 2012), segue nell’invenzione il racconto corale di una città come Udine, città di provincia che ricorda “Peyton Place”, con il cielo “blu fluo” nelle giornate fredde, molte omissioni e tanti “si dice” che divenne negli anni Ottanta, suo malgrado, involontaria protagonista di una strage seriale di donne ai margini della società.
Dal 1971 al 1989 sono state infatti uccise a Udine e dintorni 15 donne, la maggior parte prostitute, di cui 4 molto probabilmente da un’unica mano, come stabilisce un dossier medico realizzato nel 1995. Al tempo, i media locali e gli inquirenti si occuparono a lungo della vicenda, senza però risolvere i casi che rimangono ancora ad oggi senza colpevole.
Nel libro, Elena Commessatti mescola cronaca nera a finzione, non strilla, non ricerca effetti, non sente il bisogno di sovraesporsi per esporsi e soprattutto scrive bene. La forma della narrazione è particolare:inserti di cronaca tratti dalle pagine del Messaggero Veneto e storia inventata. Descrizioni accurate di locali storici del centro, e abitudini dei suoi abitanti, vizi e virtù della borghesia, ed “innesti” che presentano le vittime e una risoluzione di un’identità, singola e femminile, che rivendica quella di tutte le altre sue compagne: l’identità collettiva delle “femmine un giorno/e madri per sempre” cantate da De André.
L'autrice come ha scritto Pino Roveredo, restituisce memoria alle sofferenze ignorate. “Denunciando con la razionalità di un discorso pacato - ma non per questo privo di guizzi - ciò che i silenzi ostinati e le urlanti richieste d’attenzione hanno sepolto. E puntando il dito contro, finalmente, a qualcosa e a qualcuno: come la mancanza di solidarietà e chi ne è responsabile”.
Il lettore non si aspetti un’inchiesta tecnica. Il bello del libro è che romanzo e realtà convivono in armonia. La scrittura non priva di colpi di scena, pressa il lettore ad arrivare alla fine per scogliere l’enigma e la detective Agata Est, alla sua prima apparizione su carta è un personaggio al quale chi legge, si affeziona fin dalle prime righe.
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