La Grande Guerra protagonista tra gli appuntamenti di "èStoria"
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- Pubblicato Venerdì, 11 Maggio 2012 12:49
- Scritto da Tiziana Melloni
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In vista del centenario che ricorderà lo scoppio della Grande Guerra sul confine orientale d’Italia, si apre giovedì 17 maggio l’ottava edizione del Festival èStoria di Gorizia. Il tema di quest'anno è "Profeti". In apertura, giovedì 17 maggio, troviamo il progetto “Il Milite Ignoto. Il mito, la gloria, il ricordo”, attivato con la collaborazione della Banca Friuladria Crédit Agricole, che ha sostenuto il restauro della cappella sulla sommità del Sacrario di Redipuglia, il più grande sacrario militare italiano.
A partire dal primo pomeriggio si muoverà l’èStoriabus lungo l’itinerario storico-culturale del festival che viaggerà “Sulle tracce del Milite Ignoto”, sotto la guida dello storico Marco Cimmino. A bordo di èStoriabus, il pubblico ripercorrerà il calvario dei soldati sul fronte isontino, partendo proprio dall’ultimo atto della tragedia mondiale. Le tappe del percorso toccheranno il Cimitero degli Eroi ad Aquileia e il Sacrario militare di Redipuglia. (Prenotazioni obbligatorie: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., tel: 0481.539210).
Nella serata di giovedì 17 maggio, alle 20.30, al Teatro Verdi di Gorizia, avrà luogo l’inaugurazione del Festival con un concerto-proiezione di Karl Jenkins The Armed Man – A Mass for Peace, preceduto dalla prolusione del musicologo goriziano Quirino Principe. La serata ha ingresso gratuito a invito: il pubblico potrà ritirare gli inviti – fino a esaurimento dei posti disponibili – lunedì 14, martedì 15 e mercoledì 16 maggio dalle 17 alle 19 alla biglietteria del Teatro Verdi (via Garibaldi 2/A). Giovedì 17, prima del concerto, la biglietteria aprirà alle 19.30.
"The Armed Man" è un concerto per soli, coro e orchestra, legato al progetto “Il milite ignoto”. L’esecuzione sarà affidata alla Corale “Renato Portelli” di Mariano del Friuli e all’Orchestra for Peace, dirette dal M° Fabio Pettarin; solisti: Elisa Ulian soprano, Alessia Nadin mezzooprano, Badi Scarpa tenore, Michele Rot basso, Delia Stabile voce bianca, Nuruzi Esmatollah (Afghanistan) muezin. Il lavoro del gallese Karl Jenkins (1944) è stato composto nel 1999 ed eseguito per la prima volta nel 2000; l’opera si apre sulla celebre melodia de L’homme armé di epoca rinascimentale, contempla la chiamata alla preghiera con il richiamo del muezzin, si compone degli elementi dell’ordinario della Messa – Kyrie, Gloria, Sanctus e Benedictus – inframmezzati ad altre parti musicali.
Contestualmente all’esecuzione musicale è prevista la proiezione delle immagini ufficiali del video di Jenkins, di forte impatto per le scene di guerra e di pace che vi sono presentate.
Per riflettere sul rapporto fra donne e guerra, o meglio, fra il ruolo storico della donna e la prima guerra totale e globale del pianeta, nell'ambito del Festival si terrà il convegno internazionale “Donne nella Grande Guerra”, promosso dai Musei Provinciali e dalla Provincia di Gorizia, in collaborazione con l’VIII edizione del festival èStoria, per la giornata di venerdì 18 maggio, con inizio alle 9 nella Tenda Erodoto del Villaggio della Storia, ai Giardini pubblici di corso Verdi.
Il convegno proseguirà nel pomeriggio nella Tenda Apih del Villaggio della Storia. Relatori e studiosi internazionali si confronteranno con sguardo inedito sulle implicazioni della prima guerra totale e globale del pianeta nella ridefinizione del ruolo sociale e familiare della donna, improvvisamente assurta a capofamiglia e centro del contesto sociale e produttivo.
«Dalle donne – spiega la studiosa Susan Grayzel, storica della cultura e delle guerre mondiali nel contesto della gender history, impegnata nel convegno di Gorizia - tutti gli Stati pretesero lealtà e sacrifici. La guerra totale finì col coinvolgere più donne e in modo più capillare di qualsiasi altra guerra moderna». Un’invincibile armata di donne senza nome e senza volto che, nel quotidiano, con atti semplici e ordinari, contribuiva a sostenere l’economia dei paesi in guerra sostituendosi in molti casi agli uomini tanto nelle fabbriche quanto nei lavori agricoli, nei trasporti e negli uffici. Inoltre le donne ebbero un ruolo fondamentale nell’assistenza sanitaria ai soldati e ai feriti nelle zone di guerra, così come negli ospedali all’interno del paese. Furono poi molto attive nelle associazioni umanitarie che si prodigavano in particolar modo per gli orfani e per le vedove.
Il convegno “Donne nella Grande Guerra” completa e approfondisce la mostra “Donne nella Grande Guerra”, allestita proprio ai Musei Provinciali di Gorizia – sede di Borgo Castello, Museo della Grande Guerra, da venerdì 18 maggio: le motivazioni e il percorso della mostra saranno illustrati, in apertura di convegno, al festival èStoria, dalla sovrintendente dei Musei Provinciali di Gorizia Raffaella Sgubin.
Faranno seguito, nel corso della giornata, numerosi interventi, introdotti dalle considerazioni di Susan Grayzel che, a partire dalle 9.30, offrirà una articolata rappresentazione di come le donne hanno vissuto la Grande Guerra: dall’America al Giappone, dalla sfera privata a quella pubblica, dall’arte alla propaganda, uno sguardo a 360 gradi sui diversi ruoli le molteplici rappresentazioni delle donne durante una guerra che ha profondamente cambiato, oltre alla storia mondiale, anche la loro. E sarà la stessa Grayzel a tracciare, alle 16.45, le conclusioni dell’intensa giornata di lavoro su “Donne nella Grande Guerra”.
Il fronte interno: operaie, borghesi, contadine, è il tema del dialogo che impegnerà alle 10.30 la docente Giovanna Procacci e Deborah Thom, curatrice della galleria dedicata alla Grande Guerra presso l’Imperial War Museum di Londra, coordinata dallo storico e saggista Fabio Todero. La Grande Guerra modificò profondamente il tessuto sociale dei paesi belligeranti. Con la maggior parte degli uomini impegnati al fronte, il peso delle donne negli equilibri interni degli stati aumentò considerevolmente, ponendo questioni impellenti di giustizia sociale che non poterono più essere rinviate a lungo.
E dalle 11.45, nell’incontro coordinato dal giornalista e scrittore Alessandro Marzo Magno, si parlerà anche di Donne al fronte: spie e ausiliarie, con due illustri studiosi ed esperti di questo tema, Erwin Schmidl, storico e direttore del Dipartimento di Storia contemporanea della Landesverteidigungsakademie di Vienna, e Tammy Proctor, saggista e docente di Storia contemporanea all’Università di Springfield. Emergerà da questa conversazione una storia poco nota delle donne al fronte: dalle affascinanti figure delle spie di guerra, veri e propri soldati senza uniforme, alle numerose ausiliarie che la guerra l’hanno fatta fin sul campo di battaglia. Prive di diritti fondamentali nella maggior parte dei paesi, le donne furono depositarie di segreti nazionali della massima importanza e fornirono indispensabile supporto alle operazioni militari.
Donne del confine orientale, alle 14.30, è il tema del dialogo che impegnerà Petra Svoljšak, direttrice dell'Istituto storico Milko Kos ZRC dell'Accademia slovena di scienze e belle arti e docente presso la Facoltà di lettere dell'Università di Nova Gorica, il presidente della Società Italiana di Storia Militare Virgilio Ilari, e Lorenzo Baratter, Presidente del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all'Adige e Direttore del Centro Documentazione Luserna – Dokumentationszentrum Lusérn. Sarà un focus, coordinato dalla responsabile del Museo della Grande Guerra di Gorizia Alessandra Martina, sull’impatto del conflitto nelle aree del fronte dell’Isonzo e dintorni: una prospettiva trasversale sulle donne slovene, croate, italiane e tedesche e sui loro problemi comuni che forse, a dispetto delle divisioni linguistiche, religiose e nazionali intessute sul territorio, unificano l’esperienza umana nel momento della sofferenza.
Interventiste e pacifiste, dalle 15.30, titola infine l’ultimo dialogo, che si svilupperà fra gli storici Marco Cimmino, giornalista e collaboratore fisso di Radiouno Rai, Bruna Bianchi, docente a Ca’ Foscari e Tullia Catalan, docente di Storia dell'Ebraismo presso l'Università degli Studi di Trieste, coordinati dal ricercatore e saggista Roberto Todero. Non ci furono, infatti, soltanto le note voci maschili nel vasto coro di chi esaltò o denigrò la Grande Guerra: muse ispiratrici o cantrici della guerra, molte donne di tutta Europa si espressero con toni accesi e roboanti in favore o contro il conflitto, prima, durante e dopo di esso. Generalmente escluse dal diritto di voto, esse fecero sentire la loro voce attraverso la poesia, la letteratura e la propaganda.
E infine, sarà dedicata a La guerra e la moda. Come cambia l’immagine femminile la riflessione che alle 16.30, prima della conclusione dei lavori, terrà la sovrintendente dei Musei Provinciali Raffaella Sgubin: a cavallo della prima guerra mondiale, l’abbigliamento femminile subì una trasformazione radicale e permanente. Lo sconvolgimento della vita quotidiana e l’ingresso massiccio nel mondo del lavoro imposero l’abbandono di un abbigliamento stratificato, costrittivo e ridondante, segnando una rottura materiale e simbolica col passato.
Il festival èStoria 2012, curato da Adriano Ossola e Federico Ossola, è ideato e organizzato dall’associazione culturale èStoria con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - Assessorati alla Cultura e alle Attività produttive, del Comune di Gorizia, della Provincia di Gorizia, di Banca Popolare Friuladria - Crédit Agricole, della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia e della Camera di Commercio di Gorizia. Il festival gode del sostegno di A.P.T. S.p.a., Ascom Gorizia, KB Center, Isogas e Distillerie Nonino.
Il comitato scientifico dell’Associazione culturale èStoria di Gorizia è presieduto da Chiara Frugoni ed è composto da storici e studiosi italiani e stranieri, fra i quali Richard Bosworth, H. James Burgwyn, Giorgio Camassa, Marina Cattaruzza, Marco Cimmino, Mimmo Franzinelli, Ernesto Galli Della Loggia, Jean-Claude Maire Vigueur, Branko Marušič, Richard Overy, Giorgio Petracchi, Quirino Principe, Sergio Romano, Erwin A. Schmidl, Roberto Spazzali e Giuseppe Trebbi. Dal 2011, èStoria – festival internazionale della Storia è inoltre parte della rete di eventi legati al progetto Nordest Capitale della Cultura 2019.
Info: www.estoria.it
Il Casinò Aurora di Kobarid investe 200mila euro per il nuovo “Open Air”
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- Pubblicato Giovedì, 10 Maggio 2012 18:38
- Scritto da Maurizio Pertegato
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CAPORETTO - Situato nella storica cornice di Kobarid, l’Aurora, Casinò & Cabaret, ha iniziato il conto alla rovescia per l’11 maggio, data in cui è prevista l’inaugurazione dell’”Open Air”, un vero e proprio casinò all’aperto che rende ancora più competitiva la struttura e che permetterà a tutti gli ospiti fumatori di poter giocare senza restrizioni.
L’Aurora, Casinò & Cabaret, tra le numerose strutture firmate Hit Casinos, è pronto ad inaugurare venerdì 11 maggio il suo casinò all’aperto “Open Air”.
La struttura sarà collegata direttamente con la parte interna che apre le sue porte verso questo nuovo spazio fornito di 32 slot machines in aggiunta alle altre 248 slot e agli 8 tavoli da gioco interni. Il tutto si sviluppa su un’area di 80 mq all’avanguardia sull’offerta giochi che risponde alle preferenze degli ospiti Hit.
L’investimento, tra gli ultimi intrapresi dal Gruppo Hit, ammonta a 200.000€ e segue la linea, da sempre intrapresa dal Gruppo Hit, di continuo aggiornamento e adeguamento alle necessità e richieste della clientela per rimanere competitivo sul mercato del gioco e divertimento. In particolare è stata prestata attenzione a tutti quegli ospiti che mentre giocano desiderano fumare o a chi semplicemente piace divertirsi sotto il cielo stellato.
A tagliare il nastro inaugurale sarà il direttore del casinò Aurora Matej Paradiž che dichiara: “Con questo investimento, il più grande dal 2006, abbiamo deciso di offrire ai nostri ospiti una possibilità nuova e molto particolare per giocare e divertirsi all’aperto, approfittando di questo spazio anche per fumare, durante tutto l’anno.”
Per l’occasione ha organizzato speciali iniziative come musica dal vivo, spettacolo di ballo ed animazione, cena self service e un servizio di manicure con estetista gratis e per finire l’appuntamento con il Bingo e con l’estrazione settimanali di premi fino a 1.000 € in buoni gioco presso l’”Open Air”.
Romanzo postumo di Luttazzi alla Casa della Musica
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- Pubblicato Mercoledì, 09 Maggio 2012 09:16
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Venerdì 18 maggio, ore 18, alla Casa della Musica (via Capitelli 3) sarà presentato "L’erotismo di Oberdan Baciro", il romanzo di Lelio Luttazzi - uscito postumo lo scorso aprile per Einaudi. Presentazione a cura di Alessandro Mezzena Lona, caporedattore delle pagine culturali del quotidiano Il Piccolo. Interverranno la moglie del Maestro, Rossana, e il coordinatore di Casa della Musica Gabriele Centis. Accanto agli interlocutori anche Marco Ballaben, pianista triestino che ha suonato accanto al Maestro fin nelle sue ultime performance.
Dopo il seguitissimo intervento, domenica 29 aprile a “Che tempo che fa”, il format televisivo condotto da Fabio Fazio su Rai 3, Rossana Luttazzi racconta al pubblico di Trieste, a Casa della Musica/Scuola di Musica 55 la recente pubblicazione Einaudi “L’erotismo di Oberdan Baciro”, volume, firmato dal grande Maestro Lelio Luttazzi, e portato alla luce dal suo archivio dalla moglie Rossana.
È un romanzo che non manca di stupire, quello che Rossana ha restituito alla storia, e ha portato come patrimonio alla Fondazione Lelio Luttazzi, istituita a Trieste dopo la scomparsa del Maestro.
Così cita la scheda di presentazione dell’editore: “Pensate al re italiano dello swing. Immaginatelo al pianoforte, mentre duetta con Sylvie Vartan sulle note di Chi mai sei tu, o accompagna Mina in Una zebra a pois. Mettete a fuoco la postura e i gesti, l’aria signorile, l’ironia composta nella voce. Pensate ancora ai modi aristocratici,e a quell’indolenza oblomoviana che era la sua dichiarata aspirazione, il suo modo per sentirsi libero. Bene. Adesso dimenticatevi tutto. Perché a dispetto della sua immagine da gentiluomo d’altri tempi che suonava con lo smoking e la gardenia all’occhiello, il Luttazzi scrittore si rivela a dir poco spudorato. Comicità scatenata e scatenato erotismo: ecco i due binari su cui corre velocissima la cronaca della (breve) vita di Oberdan Baciro, vissuto quanto il fascismo e morto per distrazione.
Rossana Luttazzi, durante l’incontro, vorrà quindi generosamente condividere con il pubblico la sua esperienza personale di moglie e di compagna dei percorsi artistici del Maestro, attraverso questa recente pubblicazione che si unisce al già cospicuo nucleo di materiali oggi gestiti dalla Fondazione Lelio Luttazzi.
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