I partigiani ritratti da Danilo De Marco sono in mostra a Faedis
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- Pubblicato Lunedì, 30 Aprile 2012 08:26
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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Una mostra abbarbicata su una montagna e un sentiero ripido di sassi per entrare nel cuore della Storia. Il Castello di Zucco di Faedis ha aperto ieri le sue porte ad un evento culturale che è il frutto di otto anni di lavoro e di ricerca per un migliaio di incontri e altrettanti immagini fotografiche dell’artista Danilo De Marco. Circa 50 gigantografie di 2,50x2,00 impresse su tela accompagnate da una proiezione di oltre 100 vibranti immagini della Resistenza europea e la voce di Massimo Somaglino, che ha letto il capitolo nono del libro di Calvino che da il titolo alla mostra, hanno aperto la strada di un iniziativa che non vuole commemorare, ma rendere vive e attuali le Resistenze.
Perché la mostra "Il sentiero dei nidi di ragno. Un uomo un partigiano", non è una galleria di ritratti all’occidentale, un accumulo di immagini, bensì la testimonianza dell’esistenza di una comunità che ha creduto, spesso fino a morirne, che “noi nella Storia siamo dalla parte del riscatto, per costruire un mondo dove non occorra più essere cattivi”. Spiega il sindaco di Faedis Cristiano Shaurli particolarmente commosso, durante la cerimonia di inaugurazione : “oggi più che mai sono orgoglioso di far parte di questa comunità che oltre ai fatti tragici che hanno attraversato la Resistenza e fino al brutale incendio del paese da parte dei nazisti, vuol farsi conoscere anche per l’eccezionale esperienza della Zona Libera del Friuli Orientale. Questa mostra non è uno spaccato di atti eroici ma di volti di uomini e donne così vicini a noi da poter essere presi ad esempio.”
Sono parole di intensa riflessione anche quelle del sindaco di Udine, Honsell: “questi volti segnati dal tempo, sono di giganti. Ogni faccia è cornice di sguardi che raccontano una storia che ci appartiene ma è anche segno di un dialogo necessario tra generazioni. La vecchiaia, negata dall’immaginario contemporaneo è qui data come status di sapienza. La forza del coraggio ritratta da De Marco è così potente da allontanare la paura della morte”. Vana, Athos, Vipera, Lia, Riki, Cid. Ultimi e primi in questa mostra sono i loro occhi. De Marco ha raccolto e restituito le loro storie per scegliere ogni giorno da che parte stare. Tra loro c’è anche Manoli Glezos. Alcune settimane la sua immagine di bel vecchio di novant’anni, in piazza ad Atene, a manifestare davanti al Parlamento e a prendere manganellate aveva fatto il giro del mondo. A diciannove anni era salito sull’Acropoli per strappare la bandiera nazista. Con lui c’era l’amico Apostolis.
Per la macchina fotografica di De Marco i due vecchi hanno posato con fierezza, la stessa assunta tante volte nei locali di polizia. E poi ci sono le donne della Resistenza, belle di una bellezza che è impasto di luce e fierezza. “Silvy”, al secolo Simone Ducreux è l’unica ad occhi chiusi. Dal suo viso si irradiano con grande potenza le rughe e sembra che voglia trattenere con tutte le sue forze la visione di ciò che ha visto poco più che ragazza per non disperderne la memoria e raccontare.