Aldo Cazzullo a èStoria racconta la Resistenza senza ideologie degli eroi quotidiani
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- Pubblicato Lunedì, 25 Maggio 2015 09:03
- Scritto da Timothy Dissegna
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Gorizia - Questo è l'anno delle commemorazioni: i cento anni dalla Grande Guerra e i settanta dalla Liberazione sono quelle più rilevanti ultimamente, a cui il Festival èStoria ha dedicato nella sua XI edizione molto spazio. Grazie soprattutto a un ospite d'eccezione: Aldo Cazzullo, giornalista del Corriere della Sera e autore de "La guerra dei nostri nonni" (Mondadori, 2014) e "Possa il mio sangue servire" (Rizzoli, 2015).
Proprio quest'ultimo libro, incentrato sulla Resistenza, le sue storie e protagonisti aldilà delle divisioni ideologiche, è stato presentato domenica 24 alle 10.30 presso la Sala Verdi di Palazzo De Bassa. A raccontarlo c'erano lo stesso Cazzullo e l'attrice Alessandra Marc, che ha letto alcune strazianti lettere raccolte nel volume di soldati, partigiani, persone in prima fila contro il Nazifascismo. Lucidamente, senza cadere in celebrazioni di parte ma dando voce a chi, per anni, è stato considerato ingiustamente vigliacco (come i soldati italiani che, dopo l'8 settembre, preferirono i campi di concentramento piuttosto che combattere per Salò).
Si inizia già con un applauso, quando il giornalista parla del titolo dato, tratto da una lettera che il capitan Franco Balbis indirizzò al padre, poco prima di essere fucilato, nella quale sperava "possa il mio sangue servire a ricostruire un'Italia migliore": "Una frase - ha commentato Cazzullo - che bisognerebbe insegnare nelle scuole e ai nostri politici", suscitando immediatamente la reazione del pubblico concorde. La stessa frase, peraltro, si ripeterà nella lettera di altri resistenti, come a legare le varie fazioni della lotta di liberazione nazionale.
I nomi e cognomi raccolti sono molti, di ogni età e sesso, dal Sud Italia fino alla nostra regione. Ed ecco allora la prima paracadutista donna, Paolo Dal Din, che si unì alla Osoppo e oggi una delle 12 medaglie d'oro al valore militare italiane ancora vive, e Guido Pasolini, fratello minore del celebre scrittore che, insieme a Francesco De Gregori (zio del cantautore) e altri osovani, morì a Porzûs per mano dei partigiani garibaldini.
Il discorso rischia di cadere in retorica quando si fa poca luce sul rapporto tra popolazione e combattenti, spesso in conflitto tra loro poichè i primi non furono sempre "felici" delle richieste di cibo o ripercusioni dei tedeschi dopo gli attentati, come le fosse ardeatine. Un punto che stona per la poca chiarezza storica.
Storie che si intrecciano o non si sono mai conosciute, tutte però legate dal lungo filo rosso che fu la Resistenza. Immagini di torture abominevoli e amore estremo escono dalle lettere lette da Alessandra Marc, da parte di persone che lottavano per un'Italia libera, dove i suoi figli avrebbero potuto studiare per elevarsi socialmente. Difficile però oggi dire se quegli sforzi sono serviti a costruire un Paese degno, ma come ha detto Cazzullo: "Questa è l'unica Italia che abbiamo e dobbiamo cambiarla". La sfida dei giovani d'oggi, tutt'altro che semplice.
Zygmunt Bauman a Gorizia: il filosofo novantenne eccezionale protagonista di èStoria 2015
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- Pubblicato Venerdì, 22 Maggio 2015 17:56
- Scritto da Andrea Bellavite
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Gorizia - La lectio magistralis di Zygmunt Bauman, in programma venerdì 22 maggio al Teatro Verdi di Gorizia, è il vertice della miriade di incontri che caratterizzano èStoria 2015 e consente di riportare le contingenze a un livello di riflessione più profondo.
È un personaggio straordinario di 90 anni il più autorevole interprete della realtà dei "Giovani" ai quali è dedicata questa edizione del festival della storia. Si tratta di un esempio eclatante di quanto sia vero che il "giovanilismo" non abbia nulla a che fare con la costruzione del futuro, in tutti gli ambiti del vivere civile.
Bauman, filosofo, sociologo, politico, ha attraversato con la sua esperienza di vita, con le sue lezioni e i suoi scritti gli avvenimenti più drammatici del Novecento, offrendo un'assai interessante lettura della situazione culturale dell'Occidente, sotto la celebre metafora del passaggio della società dallo stato solido allo stato liquido.
È una riflessione che porta il pensiero direttamente al crocevia decisivo tra Medioevo e Postmodernità, tra l'affermazione di una Verità assoluta fondante ogni relazione con la Realtà e quella di una verità "assolutamente relativa" svincolata da ogni riferimento assoluto e come tale generante, di volta in volta, la realtà.
In altre parole, si tratta della possibilità di cercare un significato valido per l'individuo a parole come "bontà" o "bellezza", "natura" o "tradizione" senza attribuire ad esse delle lettere maiuscole che in qualche modo annullino la responsabilità del soggetto.
Bauman non risolve la questione, soltanto la evidenzia in modo avvincente. Non la risolve perché la risposta alle sue domande non sarà scritta in un libro, ma nella quotidiana, faticosa ricerca di una nuova sintesi etica: un lavoro che compete, giorno dopo giorno, a ogni essere umano.
Andrea Bellavite
Verso la candidatura Unesco 2016: le mura di Palmanova in un progetto su tre Paesi europei
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- Pubblicato Venerdì, 22 Maggio 2015 17:30
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Palmanova – Continua l'attenzione sulla città stellata, in vista della candidatura Unesco del 2016, con la visita delle parlamentari europee Silvia Costa e Isabella De Monte.
Ricordiamo che "Le opere di difesa veneziane tra il XV e il XVII secolo" sono l’unica candidatura italiana Unesco per il 2016; si tratta di una proposta estremamente complessa in quanto riunisce città di tre Paesi europei. Le città coinvolte sono Bergamo, Peschiera del Garda, Palmanova e Venezia per l’Italia; Zara, Sebenico e Korcula in Croazia; il golfo di Cattaro in Montenegro.
"L'attenzione su questa città da parte delle europarlamentari Costa e De Monte sarà un significativo sostegno per la candidatura Unesco e per la possibilità di trovare modi e risorse per il rilancio della città" afferma il sindaco di Palmanova Francesco Martines.
"Ritengo sicuramente molto importante per l’Italia e per l’Europa, e lo dico anche come Presidente della Commissione Cultura e Istruzione, che possa essere approvata nel 2016 dall’Unesco la candidatura di Palmanova come sito transazionale - afferma l'europarlamentare Silvia Costa -. Sono certa che questo contribuirà a un rilancio della città e dell’attenzione locale, regionale e nazionale sulla città".
Numerose le possibilità presentate dalle due europarlamentari, riguardanti l'opportunità di trovare fondi e risorse dedicati per il rilancio culturale e turistico in chiave economica della città stellata.
"Ritengo che Palmanova - continua l'europarlamentare Costa -, anche per la sua collocazione strategica, possa diventare una città di riferimento, in grado di mettere a fattor comune sia il tema della eccellenza che della formazione; penso al restauro, a residenze per la mobilità europea degli operatori del restauro e alla ricerca. Con i fondi europei si potrebbe pensare, inoltre, a instrastrutture di tipo culturale, di accoglienza e turistiche".
"Il circuito che si attiverebbe col sito trasnazionale con i Paesi del Centro-Est europeo trova riscontro nella politica regionale che mira a riportare quest'area del Paese al centro dell'Europa - ha aggiunto Costa. - Penso inoltre a nuovi programmi, che stiamo mettendo a frutto, a modelli di governance e patrimonio culturale che coinvolgano pubblico e privato, territoriale ed europeo, nel sostegno al recupero e alla valorizzazione del patrimonio culturale della città. Uno degli strumenti a disposizione è la recente iniziativa governativa che consente di beneficiare di detrazioni fiscali con le donazione finalizzate a questi scopi".
"Nei fondi strutturali per i siti Unesco c’è un tetto più alto rispetto a quello previsto per interventi culturali normali (5 milioni), che sale a 10 milioni; ritengo che questo possa essere un aiuto molto forte per Palmanova - conclude Silvia Costa. - Penso inoltre che questa candidatura Unesco possa diventare una nuova prospettiva di eccellenza per la città e un nuovo modo di pensare la cultura come elemento di investimento di attività economiche, di attrazione per le nuove generazioni, come è avvenuto per le capitali europee della cultura che hanno poi dimostrato che investire nella cultura è anche un valore economico molto forte".
Dello stesso avviso l’europarlamentare Isabella De Monte: "La nostra presenza oggi vuole significare un’attenzione dell’Europa a una città come Palmanova che ha enormi potenzialità, non solo in chiave Unesco, ma anche per quanto attiene l’itinerario turistico – sottolinea De Monte -. Abbiamo già il via libera da due città europee, una della Repubblica Ceca e una della Slovacchia, per un gemellaggio per partire in questa direzione e avere un’attrattiva e una riconoscibilità nell’Est europeo. Inoltre sfruttando la centralità di Palmanova, la vicinanza all’aeroporto e alla città di Venezia, ritengo – conclude la De Monte - che possiamo costruire sia attraverso i collegamenti sia attraverso i canali conoscitivi culturali in Europa un’occasione di crescita per la città".
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