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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

“Beauty Cases”: un nuovo progetto di Lorena Matic

“Beauty Cases”: un nuovo progetto di Lorena Matic

"Beauty Cases", la mostra nata appositamente per “Jazz&Wine of Peace 2013”  è stata inaugurata nella serata di sabato 25 ottobre 2013, prodotta e promossa da Borgo San Daniele, ed è il nuovo progetto dell’artista Lorena Matic, un’opera che indaga sul principio della bellezza tesa fra estetica, gusto e identità. La mostra sarà visitabile fino al 15 dicembre nella sede della cantina a Cormons.

“24 casi di bellezza” - 24 personaggi coinvolti da Matic nel progetto, che partendo dal mondo della musica e del vino per espandersi al mondo dello sport e del teatro con personaggi di spicco, tra cui Mauro Maur, trombettista di fama internazionale, Denis Novato campione mondiale di fisarmonica diatonica, Gabriele Centis, Giovanni Maier, il maestro Romolo Gessi, l'attrice Ariella Reggio, i campioni mondiali Tanja Romano di pattinaggio artistico a rotelle e Andrea Lisjak di pesca sportiva da natante, dagli stessi fratelli Mauri proprietari dell'azienda Borgo san Daniele e molti altri ancora.

Come sottolinea la curatrice della mostra Sabrina Zannier “Entro l’universo relazionale, fondato sul dialogo, sulla reciprocità dello sguardo e della parola, così come sulla sorpresa, che da sempre contraddistingue il suo lavoro, Matic mette in scena una serie di ritratti il cui sviluppo in forma di trittici scaturisce da un interrogativo posto dall’artista all’effigiato: “Cos’è la bellezza?”.

Al volto del personaggio fotografato – per lo più colto entro gli universi della musica e del vino - si affianca  la risposta, quella che Lorena elabora, per via di suggestione e immaginazione, nell’incontro con quella specifica individualità. L’unione del ritratto con la parola scritta e l’immagine, data da un dettaglio, da altre parole ancora o da un oggetto, restituisce così un curioso affresco di relazioni, in cui il principio della bellezza scorre sul doppio binario della realtà e della visionarietà”.

Il lavoro artistico di Lorena Matic si fonda da sempre sulla relazione con gli altri e sull’utilizzo di più media, dalla fotografia al video, dalla pittura all’installazione, per mettere in scena il dialogo e lo scambio con l’altro da sé quale perno centrale della sua poetica creativa.

L'osservatore non fruisce più passivamente, ma ha un ruolo attivo diventando co-creatore nel processo di realizzazione dell'opera, il “luogo dell'arte” cede spazio alla partecipazione sociale che regola la vita comune, con il fine di produrre relazioni umane tra artista e osservatore.

Dialoghiamo con lei per conoscerla e conoscere la sua mostra.

Sei approdata alla fotografia partendo da?

La macchina fotografica era un oggetto di “uso comune” sin da quando ero piccola in casa mia. Ricordo che non c'era occasione dalla più importante alla più comune, dalla gita al compleanno, dal nuovo vestito indossato al regalo ricevuto, da un gioco nuovo con gli amici ai dolci che portava mia nonna che non venisse documentata fotograficamente. Quindi direi che sono partita dalla fotografia in un certo senso, per poi sperimentare tutte le “tecniche” delle arti visive. Parlando del mio lavoro poi non escludo mai nessun media, uso ciò che serve al progetto da realizzare in quel momento.

Arte si declina per te con?

Vita. Non scindo i due concetti, arte e vita sono una cosa sola.

Abbinata fotografia, musica e buon vino, la prima volta?

Mi sono sempre piaciute le situazioni decontestualizzate e quelle che mescolano più campi perché  ti danno maggiori possibilità di sconfinare, confrontarti e di conoscere. Un mix così ben costruito è la prima volta che mi trovo a sperimentarlo e questo grazie anche all'incontro con Alessandra Mauri.

Questa mostra è nata dall'idea di ?

Sono stata invitata a produrre una mostra che inaugurasse la manifestazione Jazz&Wine 2013, ed essendo un Festival internazionale che si occupa di musica e di vino ho voluto coinvolgere personaggi internazionali che principalmente appartenessero a questi mondi , ma poi ho incontrato  anche altre eccellenze  provenienti dal teatro , dallo sport, ecc.

Cosa rappresenta per te Beauty Cases?

Beauty Cases, come è già stato detto, è un progetto itinerante prodotto da Borgo San Daniele  che indaga sul concetto di Bellezza. Già il titolo predispone ad una doppia lettura, ed il testo critico in catalogo di Sabrina Zannier “Il trabocchetto di Beauty Cases” ben chiarisce questo concetto.  

Come ti collochi con la frase di Robert Capa "Se le tue foto non sono abastanza buone, vuol dire che non sei abbastanza vicino", sei d'accordo?

Questa è una delle frasi che si incontrano durante la mostra  di Robert Capa che recentemente ho avuto modo di vedere, tra l'altro molto bella. Credo che con questa, lui si riferisse al suo modo di usare la macchina fotografica. Capa era un inviato di guerra,  era essenziale per lui trovarsi dove tutto succedeva e cioé molto vicino, per carpirne quasi l'odore delle persone ritratte che è lo stesso odore che ti sembra di sentire quando le guardi.

Per eventuali visite alla mostra e alla cantina si richiede di contattare il n. +39 0481 60552 o inviare un’email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 Nell’immagini: “Case#01 Alessandra Mauri”

“Mex-Pro”: ponte internazionale d’arte contemporanea Italia-Messico al Revoltella

“Mex-Pro”: ponte internazionale d’arte contemporanea Italia- Messico al Revoltella

Trieste - Nell’ambito del progetto “Ponte Internazionale d’arte contemporanea “Italia-Messico”, martedì 29 ottobre alle ore 18 avrà luogo all’auditorium del museo Revoltella la presentazione della mostra “Mex-Pro”, che prevede una settantina di artisti messicani, della collezione “Circa 2000” di José Pinto Mazal”, opere che verranno esposte alle scuderie del Castello di Miramare, da aprile a settembre 2014, promosso dal Gruppo78, unitamente alla grande installazione “2501 Migrantes” dell’artista Alejandro Santiago.

Parteciperanno : Maria Masau Dan direttrice del Museo Revoltella, Maria Campitelli, presidente del Gruppo78; Luca Caburlotto Soprintendente ai Beni Culturali, Rossella Fabiani, direttrice del castello di Miramare, l’arch. Lucia Krasovec.

Dieci artisti interpretano “Alice” nel paese delle meraviglie: un’originale collettiva alla Trat.

Dieci  artisti interpretano “Alice” nel paese delle meraviglie: un’originale collettiva alla Trat.

Trieste  -  “Alice” è il titolo della mostra collettiva, che verrà inaugurata venerdì 25 ottobre alle 18.30 alla galleria Trat.

Quale migliore  occasione per fantasticare e sperimentare forme nuove d’espressione  se non con l’incipit generativo di una favola come Alice nel paese delle meraviglie: “E tu chi sei?” chiede il bruco ad Alice, “…Io…io non lo so, per il momento signore… al massimo potrei dire chi ero quando mi sono alzata stamattina ma da allora ci sono stati parecchi cambiamenti…” è la risposta di Alice.

Alice precipita in un mondo altro, si trasforma continuamente, è protagonista di mille avventure in cui realtà, sogno e magia vivono in continua osmosi, alimentata da un linguaggio basato non solo sul nonsense ma sull’apertura di nuove logiche che non corrispondono per forza a quelle contingenti. Ciò che affascina e sorprende in questa storia è la successione continua dei vari quadri che compongono la narrazione, in ognuno dei quali Alice cresce, rimpiccolisce, si trasforma, attribuendo di volta in volta nuovi significati alle proprie avventure e offrendo nuovi spunti di studio, ricerca, approfondimento a chi si lascia trasportare nel suo strano mondo.

Raffaella Busdon, Claudia Cervo, Olga Danelone, Alberto Deppieri, Massimo de Angelini, Alda Failoni, Francesco Grazioli, Denis Riva, Mario Sillani Djerrahian, Franco Vecchiet, dialogano con Alice e ci offrono 10 Alici diverse.

Nella dimensione fantastica di Alda Failoni Alice è una minuscola bambina che si aggira in boschi fittissimi; nell’immaginario surreale di Raffaella Busdon Alice guarda in un pertugio e poi la vediamo di schiena immersa in un fondo dorato con a fianco due conigli bianchi uno frontale e uno sottosopra. Poi c’è il gatto che sogghigna sulla tela di juta di Claudia Cervo e la Lepre nel mondo apparentemente disordinato di Denis Riva. Olga Danelone invece ricuce la trama della storia riducendo a simboli gli episodi salienti del libro costruendo un vero e proprio inventario d’immagini. Poi c’è Alice di piccole dimensioni seduta su una sedia infinite volte più grande di lei che guarda perplessa ciò che l’aspetta plasmata da Francesco Grazioli. Massimo de Angelini invece ci fa entrare nella tana del coniglio facendoci precipitare in un pozzo “veramente profondo”. Il senso di spaesamento di Alice che attraversa lo specchio in Alberto Deppieri è sottolineato dalla sovrapposizione di più immagini su piani diversi che lasciano fluire il pensiero nel suo divenire.

Diverso l’approccio di Franco Vecchiet che si concentra sul mondo alla rovescia di Alice; rappresentando il calco del retro delle piastrelle e dello specchio di un ipotetico bagno in una qualsiasi casa di chiunque di noi, approccio prettamente concettuale come lo è anche il lavoro di Mario Sillani che gioca con il rapporto tra immagine reale e apparente della fotografia.

trart – viale XX settembre 33, 34126 Trieste. Orario della mostra da martedì a sabato dalle  17.30 alle 19.30 Info: www.trart.it  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. tel./fax 040775285

Foto: opera di Raffaella Busdon

 

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
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