Cultura
Le Giornate di Cultura Polacca a Udine
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- Pubblicato Martedì, 11 Marzo 2014 14:51
- Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
Udine - Organizzate dall’associazione Polonik, si terranno a Udine dal 13 al 16 marzo le Giornate di Cultura Polacca, in ricordo del Prof. Andrzej Litwornia, grande polonistae docente della locale Università per oltre un decennio, scomparso nel 2006.
Quattro i protagonisti degli incontri, si svolgeranno in vari luoghi della città nelle quattro giornate, mentre sarà possibile visitare ben cinque mostre fino al 30 marzo e al 21 aprile. Tra gli omaggi, il più importante è quello rivolto al pluripremiato attore e regista polacco Jerzy Stuhr, uno dei pochi artisti polacchi conosciuti anche al pubblico italiano, in particolare per le sue interpretazioni nei due ultimi film di Nanni Moretti, Il Caimano e Habemus Papam. Proprio il primo dei due film morettiani aprirà il 13 marzo le serate di cinema dedicate al grande attore, che prevedono lo stesso giorno la proiezione del Cinematore, di Krzysztof Kieślowski, mentre nell’ultima giornata sarà possibile vedere la sua ultima interpretazione con Moretti in Habemus Papam e il film da lui stesso diretto nel 2000 Il Grande Animale (da una sceneggiatura di Kieślowski).
“Del Prof. Litwornia ero un grande amico – dichiara Jerzy Stuhr – e si può dire che ho imparato molto da lui, ho condiviso con lui la passione per l’Italia, paese che ho potuto comprendere meglio grazie alla sua guida preziosa. Litwornia mi ha fatto capire la mentalità, l’estetica, la storia e anche il senso dell’umorismo e dell’assurdo degli italiani, a volte davvero difficile da cogliere per uno straniero. Per questo ho accettato con entusiasmo – conclude Stuhr – l’invito di Udine a partecipare a questo importante e dovuto omaggio a un grande umanista e amante dell’Italia”.
A Udine, dopo Jacek Dehnel, uno degliscrittori polacchi più apprezzati, e il poeta-musicista Robert Marcinkowski il 14 marzo, la jazz band JazzZoom di Katarzyna Zawieracz e il fotografo italiano e guida di Danzica Roberto M. Polce il 15 marzo, “Le Giornate di Cultura Polacca” daranno spazio domenica 16 marzo alle 17 presso il Cinema Visionario alla viva voce di Jerzy Stuhr, intervistato dalla critica cinematografica ed esperta di Polonia Marina Fabbri. Insieme ripercorreranno la formidabile carriera di Stuhr, attore e regista di teatro e di cinema, docente (è stato Rettore della Scuola Teatrale di Cracovia), scrittore e uomo di spettacolo che ha attraversato gli anni migliori della cinematografia e del teatro polacchi, viaggiando e lavorando spesso anche in Italia, dove ha portato i suoi spettacoli e i suoi seminari rivolti ai giovani attori, e dove ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui l’ultimo è il Premio Flaiano alla carriera ricevuto a Pescara nel 2013.
Stuhr racconterà i suoi esordi in teatro e poi al cinema, il suo rapporto con grandi autori come Wajda e Kieślowski, l’ampia e variegata esperienza italiana anche questa divisa tra cinema e teatro, tra grandi nomi come Moretti ed esordienti assoluti, tra festival prestigiosi come quello di Venezia a cui ha partecipato come regista per due volte, e workshop che nel tempo gli hanno conquistato un grande seguito di allievi nel nostro paese. Un’occasione unica per scoprire e approfondire la figura di uno degli artisti più significativi della scena europea degli ultimi trent’anni, la cui maschera comica da tempo ha illuminato, e continua a farlo ancor’oggi, gli angoli più bui della tragedia del vivere contemporaneo, nella società socialista della vecchia Polonia come in quella consumista e cosmopolita di oggi.
Le Giornate di cultura Polacca sono realizzate con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica di Polonia, Consolato RP in Milano e l'Istituto Polacco dell'Arte Cinematografica di Varsavia che ha in particolare finaziato la rassegna dei film e l'incontro con J. Stuhr, nonche con il sostegno dell'Ente Nazionale Polacco per il Turismo di Roma, l'Istituto Polacco di Roma, Istituto del libro polacco, Città di Cracovia e Città di Danzica.
Tutto il progetto si svolge con il Patrocinio di Senato Polacco, Comune di Udine, Università degli Studi di Udine ed Associazione dei Polacchi in Italia.
Luoghi delle proiezioni: Cinema Visionario, via Fabio Asquini 33, UdineIncontri: Libreria Feltrinelli, via Canciani 15 (Galleria Bardelli), Udine Caffè Caucigh, via Gemona 36, Udine.L’incontro con Jerzy Stuhr si terrà al Cinema Visionario, il 16 marzo alle ore 17.
Informazioni: www.polonik.org, Blog: www.facebook.com/Polonik, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. . cell. +39 377 274 6991
Calendidonna 2014: gli appuntamenti dell'8 marzo
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- Pubblicato Venerdì, 07 Marzo 2014 13:02
- Scritto da Fabiana Dallavalle
Termina a Trieste l'8 marzo la mostra fotografica “Amazonen” sul tema del cancro al seno
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- Pubblicato Giovedì, 06 Marzo 2014 11:17
- Scritto da Ilaria Gasparo
Trieste - Si conclude nella giornata dedicata alla donna, sabato 8 marzo, la mostra fotografica intitolata “Amazonen”, progetto artistico che affronta il tema del cancro al seno e che, dal 20 febbraio scorso, è possibile visitare presso le sale della biblioteca statale di Trieste “Stelio Crise”.
L’idea alla base dell’esposizione nasce dall’esperienza della perfomer tedesca Uta Melle, che, affrontata la diagnosi di cancro al seno e la doppia asportazione delle mammelle decide di fondare a Berlino il gruppo Amazonen. Ispirato alla leggenda delle guerriere amazzoni, che si privavano di un seno per utilizzare meglio l’arco, il gruppo nasce dalla necessità di reagire ad una malattia che è in preoccupante crescita in Europa e che porta pesanti conseguenze psicofisiche su decina di migliaia di donne ogni anno.
La mostra, curata da Nadine Barth, conta un totale di 30 immagini di Jackie Hardt (foto a colori) ed Ester Haase (foto in bianco e nero), immagini forti e coraggiose. Le suggestive fotografie, esposte precedentemente in numerosi ospedali tedeschi, rompono in maniera netta con l’idea tradizionale di bellezza e di malattia, dimostrando che “la vera bellezza è la vita che continua.” Attraverso la rappresentazione dei loro corpi mutilati, le donne rappresentate riprendono possesso della loro fisicità e femminilità, in un processo di accettazione e superamento del dramma che hanno vissuto.
Oltre alla bellezza oggettiva delle immagini, a colpire è la rottura con l’etica comune diffusa nella società, in cui domina la tendenza a nascondere la malattia e le sue conseguenze, ricorrendo anche a rimedi chirurgici per riportare il corpo all’aspetto precedente l’operazione. Queste fotografie invece sembrano gridare le parole di Uta Melle “una donna senza seno resta una donna”, affermando come non ci sia nulla di cui vergognarsi o da nascondere. Il messaggio che l’artista tedesca vuole trasmettere a chi ha la sfortuna di vivere la sua stessa situazione è chiaro: “la tua vita vecchia è finita. Ma ne cominicia una nuova.”
L’ingresso alla mostra è gratuito e ciò che la visita lascia dentro vale molto di più di qualsiasi mazzo di mimose.
Ilaria Gasparo
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