“Rete Giovani Salute Mentale” fa capo a Trieste
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- Pubblicato Martedì, 18 Febbraio 2014 22:56
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Trieste - Hanno sguardi luminosi, sono generosi curiosi, desiderosi di cogliere il senso etico, politico e umano di quella che sarà, o è già, la loro professione. Ma quando arrivano nei luoghi della psichiatria vivono lo sgomento dell'assenza. Per sopravvivere devono allontanarsi dall'insensatezza che si presenta quotidianamente davanti ai loro occhi. Sono loro i giovani operatori della salute mentale che hanno ritenuto indispensabile impegnarsi per continuare a credere nella possibilità di un reale cambiamento.
E sono sempre loro,tutti rigorosamente under 40 anni e provenienti da diverse parti d'Italia, che hanno deciso di far nascere la “Rete giovani salute mentale” non a caso a Trieste. L'esperienza delle politiche di salute mentale in questa regione e le pratiche quotidiane messe in atto a Trieste, infatti, continuano a renderla un punto di riferimento nazionale e internazionale in questo campo.
Si incontreranno a San Giovanni, nella sede della Direzione del Distretto di Salute Mentale di Trieste, venerdì 21 febbraio dalle ore 15.30 alle ore 18.30 e sabato 22 febbraio dalle ore 9.30 alle ore 12.30. Hanno accolto l’invito a partecipare anche giovani con l’esperienza del disturbo mentale e che stanno attraversando un percorso di recovery. Nell'ambito di questa due giorni, inoltre, venerdì 21 febbraio alle 19 da Knulp, è stata organizzata la presentazione del libro “La fabbrica della cura mentale. Diario di uno psichiatra riluttante” (Edizioni elèuthera, 2013) di Piero Cipriano, giovane psichiatra.
Peppe Dell'Acqua, che di questa rete è il promotore, insieme ai giovani studenti triestini,l'aveva anticipato nel suo discorso pronunciato in occasione della recente assegnazione del Premio Nonino: “La responsabilità che dobbiamo sentire a Trieste è quella di restituire ai giovani che intraprendono questi mestieri quanto noi fortunatamente abbiamo appreso. La bella cosa che sta nascendo non è altro che un sentirsi vicini gli uni agli altri per scambiare le incertezze, le frustrazioni e i successi entusiasmanti e inaspettati del lavoro quotidiano” – afferma lo psichiatra direttore Collana 180 – Archivio critico della salute mentale.
Benché i più importanti documenti prodotti nel nostro Paese, dall’OMS, dal Parlamento Europeo parlino di salute mentale e della centralità della persona; benché si affermi il diritto inalienabile all’uguaglianza e alla libertà di tutti i cittadini, anche se folli; benché le parole cittadino, persona, individuo, ricorrano ossessivamente nella Dichiarazione di Helsinki dell’OMS del 2005 e nel Libro Verde del Parlamento Europeo, i programmi di insegnamento, i contenuti culturali e scientifici, le forme pratiche di tirocinio continuano a ripiegare senza entusiasmi sulle psichiatrie di sempre e con uno stanco sguardo all’indietro corrono verso un passato che tutti abbiamo negli occhi.
Questi giovani operatori invece, vorrebbero trovare la possibilità di ampliare conoscenze sui diritti, sull’ordine legislativo, normativo e delle politiche di salute mentale, sull’approfondimento del sapere disciplinare collegandolo il più possibile a quanto deve accadere in termini trasformativi nel campo dei servizi, ma anche attraversare ambiti scientifici che per un momento si allontanino dall’abusato ricorso al paradigma clinico-medico ed infine costruire incontri interdisciplinari che li aiutino ad affrontare la questione dell’etica e dei fondamenti scientifici della materia che dovrebbero criticamente conoscere. In poche parole ri/trovare parole intorno alle quali costruire immagini di cambiamento.
Un incontro, quello di questo weekend, che potrebbe preparare il terreno per una grande assemblea nazionale da organizzare a primavera. “Da tempo immaginavo questo incontro, un sogno - continua Dell'Acqua - ma si sa che quando si sogna insieme le cose diventano più grandi”.
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