Cultura
Il Natale e le sue tradizioni con l'associazione "Furclap"
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- Categoria: Eventi
- Pubblicato Martedì, 02 Dicembre 2014 14:40
- Scritto da Fabiana Dallavalle
Musica, canto, condivisione, divulgazione delle tradizioni popolari.
L’associazione culturale Furclap prepara, per il mese di dicembre, un ricco calendario di appuntamenti sostenuti dalla Regione F.V.G e dalla Provincia di Udine, in tema con le festività natalizie, con molte iniziative che riguardano la Natività, i Presepi, i “Madins”, le Novene, il canto e le tradizioni popolari.
Uno degli obiettivi principali di Furclap è infatti quello di divulgare e approfondire le origini di certe tradizioni popolari che hanno da sempre caratterizzato i rituali sacri e profani di uno dei periodi dell’anno più sentiti dalle comunità. Molte delle animazioni avranno dunque quale filo conduttore, l’aggregazione e la socializzazione per cui spesso le zampogne e cornamuse itineranti sono associate a momenti di ritrovo attorno ad un pentolone di vin brulè o di cioccolata calda; in altri casi si è data maggior attenzione ai bambini con recite e saggi costruiti ad hoc.
Non manca, tuttavia, il collegamento alla contemporaneità attraverso la costruzione di uno spettacolo che evidenzia le diverse letture della tradizione a seconda della provenienza geografica e, infine, inserendo motivi musicali diversi dalle canoniche melodie ma comunque sostenute da un particolare spirito filosofico e ritualistico. Il primo appuntamento del ricco e articolato calendario è a Ovaro, venerdì 5 dicembre, al centro socio culturale Europa. “I luoghi della cornamusa”, è un viaggio video - sonoro con le cornamuse di Strepitz.
A seguire, ogni fine settimana sono previste particolari iniziative a Paluzza, Farra d’Isonzo, Toppo di Travesio, Ovaro, San Vito, Grado, Santa Lucia di Budoia, Moggio. Da non perdere venerdì 19 dicembre, la serata dedicata a Leonardo Zanier, al teatro Palamostre di Udine alle 21. Singolare ed interessante, sarà l’appuntamento di domenica 21 dicembre a Tolmezzo (teatro Luigi Candoni , alle 21,00) all’interno del quale si alterneranno sul palcoscenico Giovanni Floreani (Strepitz) e Tony Pagliuca (ex Le Orme) accompagnati dall’oboista Evaristo Casonato e da Claudio Milano, cantante e sperimentatore di Taranto, Antonio Giordano e Paola Tozzi (compagnia Daltrocanto) di Salerno e la band friulana La Sedon Salvadie, da oltre 30 anni sulla scena friulana e non solo quale una delle band più longeve e rappresentative del folk nostrano; gli antichi canti liturgici aquileiesi, il progressive italiano degli anni ’70, le tammurriate, le pizziche, le più belle melodie popolari friulane troveranno spazio nel concerto, ad ingresso libero, che l’associazione Furclap in collaborazione con la Nuova pro Loco Tolmezzo propone quale evento più importante dell’intera rassegna.
Partner delle iniziative, in collaborazione con Nuova Pro Loco Tolmezzo, ANFaMiV, Vicinie dai Crotars, sono l’Associazione Daltrocanto, il Comitato Parenti Ospiti I.G.A. Onlus, Associazione Folkgiornale, Cultura Nuova (Campoformido, Martignacco, Pasian di Prato, Pagnacco) , Pro Loco Ovaro, Pro Loco Pasian di Prato, Unione dei Comuni Isontini, Pro Loco Ravascletto, Associazione Cult. Giovanpietro Vanni, Associazion Culturâl Colonos. Per info: Info: www.furclap.it; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Il teatro Politeama Rossetti festeggia i primi 60 anni con gli spettatori
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- Pubblicato Lunedì, 01 Dicembre 2014 14:56
Trieste - Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia compie 60 anni: un traguardo molto importante, per l’attività, il significato, il ruolo culturale che l’Istituzione, fra quelle di più antica fondazione in Italia, ha svolto sul territorio cittadino, regionale e nazionale.
Sessant’anni, di entusiasmanti momenti di teatro, di emozionanti prove d’attore, di illuminanti letture registiche ed anche di intenso rapporto con il proprio pubblico.
Nasce da tale riflessione la scelta di festeggiare questo significativo compleanno assieme al proprio pubblico, a cui non verrà rivolta un’unica iniziativa celebrativa, ma la possibilità di partecipare a più momenti di ricordo e di festeggiamento.
Lo Stabile regionale nasce nel 1954, la prima produzione è La donna di garbo, che va in scena il 22 Dicembre e proprio per dare al pubblico il suo ruolo fondamentale e attivo, chiediamo agli spettatori che hanno vissuto i primi 10 anni del Teatro Stabile, quelli delle origini, di farci un “dono di compleanno”: di regalarci cioè i loro ricordi teatrali.
Il Teatro “rimane” soprattutto nella memoria degli spettatori e nelle loro emozioni: difficile “racchiudere” quest’arte in altri tipi di testimonianza. Perché non ricorrere allora ai ricordi di chi ha vissuto quelle stagioni? Una volta raccolti, saranno un patrimonio prezioso per lo Stabile e le nuove generazioni che con entusiasmo si affacciano alla scena attuale.
L’invito è dunque: regalate al Teatro Stabile i vostri ricordi dei primi anni, raccontateci gli spettacoli che avete più amato nelle prime stagioni, raccontateci le prove d’attore, le scenografie, le vostre emozioni, e di com’era il Teatro Nuovo di via Giustiniano scrivendo al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia (largo G.Gaber 1, 34126 Trieste) o alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. possibilmente entro il 5 dicembre. Saremo lieti di pubblicare le testimonianze ricevute e di coinvolgere questi speciali e fedeli spettatori nelle iniziative legate al Sessantennale.
Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.
“Tracce del secolo breve”: opere sulla Grande Guerra in mostra a Trieste
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- Pubblicato Domenica, 30 Novembre 2014 09:56
- Scritto da redazione ilfriuliveneziagiulia
Trieste – Apre oggi, domenica 30 novembre al pubblico la mostra “L’Europa in Guerra. Tracce del secolo breve”, la più grande rassegna di opere d’arte e documenti sulla Grande guerra allestita nel Centenario: 300 opere tra tele, tempere, disegni, acque-forti di autori quali Otto Dix, Mario Sironi, George Grosz, Kathe Kollwitz, Giacomo Balla, Giulio Aristide Sartorio, con ben 11 tele, Italo Brass, fino a Fortunato Depero, Alberto Helios Gagliardo e Giuseppe Scalarini.
Inoltre, diari, documenti, arte popolare, ex-voto e una decina di “lettere censurate” dal fronte, tuttora rimaste inedite.
Risultato di una ricerca e una rappresentazione fuori da ogni retorica, la mostra curata da Piero Del Giudice resterà aperta fino al 28 febbraio, per poi essere ripresa a Trento tra il 28 marzo e il 30 maggio 2015 - attraverso linguaggi visivi molteplici, quadri ad olio piccoli e grandi, acquarelli, disegni, cicli di incisioni, filmati, fotografie, documenti inediti e scritture, mette in scena tragedie e lutti della Grande guerra, movimenti e singole persone che alla guerra si oppongono, soldati e anche ufficiali che alla morte si ribellano, sovversioni e diserzioni, la sopravvivenza nelle trincee, le sterminate distese di morti.
Ragiona questa mostra - realizzata nell’ambito delle iniziative nazionali per il Centenario dalla Fondazione Museo Storico del Trentino con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Provincia Autonoma di Trento, Provincia di Trieste - sulle cause e sugli interessi che hanno scatenato il conflitto, sulle condizioni di assoggettamento di contadini e operai morti a milioni nella guerra mondiale, nella Grande guerra muoiono 9 milioni e mezzo di giovani, settecentomila sul fronte italiano, e milioni saranno gli invalidi e dà conto delle ribellioni e dei tentativi di rivolta individuali, evidenti nell’ampia scelta di “lettere censurate” di soldati e famiglie di soldati o ufficiali, reperite nel fondo dell’Archivio Centrale di Stato a tutt’oggi inedite, esposte nella mostra e riprodotte nel catalogo. Qui leggiamo della vera guerra: la fame, i pidocchi, l’uccisione degli ufficiali che comandano l’attacco, lo sterminio dei soldati lanciati nell’attacco, le resurrezione di fratellanza tra trincee nemiche, gli stupri, le violenze..
La ricerca critica e la scelta delle opere selezionate – tra cui Otto Dix, George Grosz, Kathe Kollwitz, Fernand Leger, Mario Sironi, Giacomo Balla, Giulio Aristide Sartorio (presente in mostra con ben 11 tele), Italico Brass, Giuseppe Augusto Levis, Aldo Lugli, Arcangelo Salvarani, Giacomo Federico Quarenghi fino a Fortunato Depero, Giuseppe Scalarini (tra gli unici, veri oppositori della guerra con i suoi disegni sulle pagine dell’Avanti!, pubblicate sino all’intervento italiano e alla censura), Alberto Helios Gagliardo, Massimiliano Guala, Giovanni Antioco Mura e decine di altre presenze artistiche tra tele, tempere, disegni, acque-forti - indagano nello “schock” che questa guerra determina nell’arte accademica e “alta”, così come nei furori interventisti: al fronte, sotto lo schock della morte di massa e della guerra, i cosiddetti “pittori-soldato” cambiano radicalmente atteggiamento e pittura. È evidente la lacerazione, il taglio di coltello (di baionetta) che attraversa l’arte di quei decenni, il trauma subìto, la rottura che gli anni della guerra determinano nella coniugazione estetica.
La mostra apre un drammatico capitolo di “arte di guerra” e allarga il discorso alle espressioni e alle arti “basse” - di artigiani, contadini e operai di trincea - alzando sulle pareti vicino ai grandi artisti presenti, opere popolari quali ex-voto e oggetti che riproducono l’immaginario fantastico di quella religiosità estrema, popolare e barbarica, a cui ricorrono sulla soglia della morte i soldati al fronte.
Apertura mostra: da oggi domenica 30 novembre a sabato 28 febbraio.
Orari: il lunedì-martedì-mercoledì dalle 9.30 – 13.30; giovedì dalle ore 9.30 – 17.00 venerdì dalle ore 15.30 alle 19.30 , sabato e domenica, dalle10.00 – 13.00 / 15.30 – 19.30
Trieste, Magazzino delle Idee - via Cavour, ingresso lato mare L’ingresso è libero
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