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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

A un anno dal tragico incidente sul lavoro ad Aurisina, tre persone sono accusate di omicidio colposo

A un anno dal tragico incidente sul lavoro ad Aurisina, tre persone sono accusate di omicidio colpos

Trieste - Sarebbero tre le persone indagate per omicidio colposo e violazione delle norme antinfortunistiche in merito alla morte di Renato Del Fabbro, di 59 anni, operaio sloveno, travolto da un masso di quattro tonnellate, il 22 novembre 2011, mentre lavorava in una cava di Aurisina (Trieste).

Secondo quanto si è appreso, i tre sarebbero rappresentanti di una società legata all'attività estrattiva e un tecnico dei lavori, accusati, appunto, di aver violato le norme antinfortunistiche, violazione che comportò la morte dell'uomo da cui discende la contestazione del reato di omicidio colposo.

Del Fabbro morì schiacciato da un masso cadutogli addosso da un'altezza di dieci metri, come ricostruirono i carabinieri della Compagnia di Aurisina, che hanno condotto le indagini.

La vittima stava lavorando assieme a un collega bosniaco alla riparazione del tubo dell'olio di una escavatrice quando uno dei tanti massi ammucchiati nella cava franò colpendo Del Fabbro alla testa, uccidendolo all'istante. Illeso il suo collega.

A quasi un anno dalla morte di Francesco Pinna concluse le indagini sul crollo del palco di Jovanotti

A quasi un anno dalla morte di Francesco Pinna la procura conclude le indagini sul crollo del palco

Trieste - Tre degli indagati per il crollo del palco del cantante Jovanotti a Trieste "sono raggiunti da indizi pesanti, notevoli sulle responsabilità".

Lo ha detto alla stampa mercoledì 20 novembre il procuratore della Repubblica di Trieste, Michele Dalla Costa, al termine delle indagini sui fatti del 12 dicembre 2011, quando il giovane Francesco Pinna, di 20 anni, perse la vita, schiacciato dalla struttura che si stava montando nel Palazzetto dello sport del capoluogo in vista del concerto.

"A meno che non ci siano novità, i tre sono destinati ad andare a giudizio" ha dichiarato il procuratore.
Si tratta dell'amministratore della società Stage System di Milano, dell'ingegnere incaricato della verifica statica e di un architetto. L'architetto indagato, collaboratore della Stage System e responsabile dei calcoli sui carichi sospesi - secondo quanto appurato nel corso delle indagini - è risultato non aver consegnato i manuali d'uso per l'impianto previsti dalle normative.

A cinque giorni di distanza dal grave lutto, la Procura di Trieste aveva emesso nove avvisi di garanzia, nei confronti di nove tecnici e funzionari delle varie ditte, sia quelle incaricate di realizzare il palco che quelle che stavano controllando i lavori.

Le accuse sono di omicidio colposo, disastro colposo, lesioni e sospetta violazione della normativa antinfortunistica.

Truffa internazionale scoperta dalla Finanza: traffico illegale di gasolio, frode da 2,6 milioni di euro

Truffa internazionale scoperta dalla Finanza: traffico illegale di gasolio, frode da 2,6 milioni di

Trieste - I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria e i funzionari del Servizio Antifrode dell'Agenzia delle Dogane di Trieste hanno scoperto una maxi frode internazionale da 2,6 milioni di euro nel settore dei carburanti. Le indagini, dirette dal sostituto procuratore della Repubblica di Trieste Federico Frezza e durate quasi due anni, hanno portato alla luce un sofisticato sistema di frode, gestito da un'organizzazione criminale transnazionale.

Dieci le società estere coinvolte, con sede negli Stati Uniti, Austria, Slovenia e Serbia, 14 persone indagate, tre mandati d'arresto europeo e internazionali, di cui uno con misura cautelare. Questo il risultato dell'operazione "Gas pulito", reso noto dalla Guardia di Finanza sabato 17 novembre.

Fiamme gialle e funzionari della Dogana hanno ricostruito 103 operazioni fittizie di esportazione all'estero di gasolio, che partiva dall'Italia ed era formalmente destinato in Serbia attraverso la dogana slovena di Obrezje.

L'attività illecita, spiega la nota delle Fiamme gialle, "prevedeva l'utilizzo di documentazione tributaria non veritiera per attestare le fittizie esportazioni della merce dal territorio Ue e godere della totale non imponibilità fiscale. Per l'attuazione del disegno criminale i promotori della frode hanno fatto ricorso alla contraffazione dei timbri ufficiali. Alcune società ubicate all'estero erano inoltre utilizzate come paravento per attribuire copertura formale alle esportazioni".

È stato quindi scoperto un traffico illecito di oltre tre milioni di litri di gasolio, per un'evasione fiscale pari a 2,6 milioni di euro. Per smascherare la frode gli investigatori hanno fatto ricorso a intercettazioni telefoniche, attività rogatoriali all'estero, perquisizioni, attività di pedinamento ed appostamento, anche in territorio estero, per monitorare i camion cisterna utilizzati per il trasporto del gasolio. Numerose le ipotesi penali contestate a carico dei 14 soggetti indagati, dall'illecita sottrazione di prodotto all'accertamento delle imposte, al falso materiale ed ideologico, fino all'associazione per delinquere.

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