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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Due gravi incidenti sul lavoro nel Pordenonese. Conseguenze fortemente invalidanti per le vittime

Due gravi incidenti sul lavoro nel Pordenonese. Conseguenze fortemente invalidanti per le vittime

Pordenone - Lunedì 14 marzo si sono verificati due gravi incidenti sul lavoro nel Pordenonese, che hanno purtroppo comportato conseguenze fortemente invalidanti per le vittime.

Il primo è avvenuto alle 9 di mattina, ad Anduins di Vito d’Asio.

L’autista di un mezzo pesante, intento a scaricare alimentari per la locale mensa scolastica, è stato schiacciato dal proprio camion, che probabilmente non aveva il freno a mano inserito.

Soccorso dal personale del 118 della postazione di Pradis, l’uomo, 53 anni, di Grisignano di Zocco (Vicenza), dipendente della “Trans due” di Camisano Vicentino, è stato successivamente trasferito in elicottero all’ospedale di Pordenone.

Per la gravità dello schiacciamento, i medici sono stati costretti ad amputargli una gamba, mentre l’altra ha riportato fratture plurime. Il paziente non è comunque in pericolo di vita.

Secondo incidente nel pomeriggio a Zoppola. Un contadino di Poincicco, M.P., di 52 anni, per cause ancora al vaglio degli inquirenti, si sarebbe impigliato in un giunto cardanico mentre tentava di collegare degli attrezzi agricoli, tranciandosi il braccio.

Da solo ha allertato i soccorsi riuscendo anche a raggiungere la strada, dove è stato notato da un passante, che ha recuperato l'arto ed ha informato il 118.

Trasportato d'urgenza al Santa Maria degli Angeli di Pordenone, l'uomo è stato sottoposto ad un intervento chirurgico nel tentativo di riattaccare il braccio. Purtroppo le condizioni dell'arto erano tali che l'équipe chirurgica specializzata in tale tipo di interventi, nonostante ogni sforzo profuso, ha dovuto desistere. Le condizioni della vittima restano gravi.

Pordenonese: ciclista muore durante un'escursione stroncato da un malore

Pordenonese: ciclista muore durante un'escursione stroncato da un malore

Pordenone - Un ciclista di 54 anni, Elio Costalonga, ha perso la vita durante un'escursione cicloturistica tra Brugnera e Sacile (Pn).

Lo sportivo stava percorrendo la strada con la sua compagna quando è caduto dalla bicicletta a causa di un malore improvviso.

Vani i tentativi di rianimazione dei soccorsi del 118, giunti immediatamente sul posto: per il ciclista non c'è stato nulla da fare.

Elio Costalonga era un esperto di lunghe distanze in bicicletta. Faceva parte del Team Orogildo di Brugnera ed aveva all'attivo numerose traversate, anche a scopo di beneficenza.

Una lite tra Ragone e Ruotolo per un falso profilo Facebook sarebbe il movente del delitto

Una lite tra Ragone e Ruotolo per un falso profilo Facebook sarebbe il movente del delitto

Pordenone - Sarebbe legato al diverbio che vide protagonisti Giosuè Ruotolo e Trifone Ragone il movente del duplice omicidio dei fidanzati di Pordenone per il quale dalla sera del 7 marzo lo stesso Ruotolo è stato rinchiuso nel carcere di Belluno.

È quanto emerge da fonti investigative della Procura di Pordenone. Secondo le ricostruzioni degli investigatori i dissapori nacquero quando i due commilitoni – ed ex coinquilini – furono protagonisti di un acceso scambio di vedute che degenerò fino allo scontro fisico.

Da allora Ruotolo, secondo l’accusa, avrebbe pianificato la propria vendetta messa poi in atto la sera del 17 marzo nel parcheggio del palazzetto dello sport cittadino.

Alla base della lite, per gli inquirenti, ci sarebbe una persecuzione telematica nei confronti di Teresa Costanza, attuata tramite un falso profilo Facebook creato da Ruotolo, su istigazione della fidanzata Rosaria Patrone, attualmente agli arresti domiciliari con l'accusa di favoreggiamento.

Ragone avrebbe scoperto sia che il profilo era gestito dal commiltone sia che quest'ultimo faceva uso del computer della caserma per connettersi a Facebook ed inviare messaggi con un falso nome.

A questo punto, secondo l'accusa, Ruotolo si sarebbe sentito in trappola dato che l'abuso da lui commesso avrebbe potuto avere come conseguenza la sua esclusione dalla carriera militare.

Le indagini sono state supportate da verifiche a tappeto. Per giungere all'arresto di Ruotolo e della fidanzata gli investigatori hanno lavorato senza sosta: "In 11 mesi sono stati analizzati oltre 10 milioni di report telefonici, visionati filmati per 5mila ore totali e raccolti 8 mila gigabyte di dati telefonici" ha spiegato Paolo Vincenzoni, comandante del reparto Crimini Violenti del Ros.

 

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