Resta in carcere Ajahn Veapi, residente ad Azzano e sospettato di reclutare combattenti per l'Isis
- Dettagli
- Categoria: Pordenone
- Pubblicato Lunedì, 29 Febbraio 2016 19:37
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
- Visite: 550
Pordenone - Ajahn Veapi, il cittadino macedone di 38 anni residente ad Azzano Decimo (Pn) fermato dagli uomini del Ros venerdì scorso a Mestre e accusato di essere un reclutatore di combattenti per l'ISIS, per ora non lascerà il carcere di Venezia.
Lo ha deciso il gip Alberto Scaramuzza lunedì 29 febbraio al termine dell'interrogatorio di garanzia. Da quanto si è appreso, Veapi avrebbe negato con decisione di essere un reclutatore di terroristi. Non avrebbe invece negato di conoscere l'imam bosniaco, Husein Bosnić, in carcere a Sarajevo perché accusato di aver arruolato nell'Isis aspiranti mujaheddin, ma avrebbe precisato che tali contatti sono avvenuti nell'ambito di scambi culturali e per motivi religiosi.
Intanto è in corso un botta e risposta a distanza tra Veneto e Friuli Venezia Giulia sul fatto che l'uomo ricevesse un contributo sociale dal fondo di solidarietà regionale.
"Ci dicevano che eravamo allarmisti e razzisti, ora si vede che l'Isis è tra noi" - ha fatto sapere Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, in una nota diffusa lunedì. - "Per il fatto che questo terrorista percepisse 500 euro al mese di sussidio sociale, proviamo a immaginare le polemiche se avessimo dato quei soldi a un italiano e non a un immigrato. In Veneto ci sono 170.000 disoccupati, 500.000 indigenti, e se ho un posto libero prima lo do ai veneti o a chi si è integrato da anni e anni lavorando regolarmente".
L'assessore regionale alle Politiche sociali del Friuli Venezia Giulia Maria Sandra Telesca da parte sua era intervenuta sulla vicenda lo scorso venerdì esprimendo "turbamento per le notizie apprese ma grande fiducia nell'opera di prevenzione messa in atto dalle Forze dell'Ordine".
In merito al fatto che il macedone fosse beneficiario del fondo di solidarietà regionale l'assessore precisava che "tale misura, posta in essere dalla Giunta precedente, veniva erogata dai servizi sociali dei Comuni sulla base di criteri generali definiti a livello regionale, ma con possibilità di introdurre alcune variabili. Ha così assunto caratteristiche diverse tra i vari territori".
"Il limite previsto dell'Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) era di 8.000,00 euro e - aveva aggiunto Telesca - ne usufruivano circa 6.000 nuclei familiari; l'importo messo a disposizione dei Comuni era complessivamente di 11,5 milioni. Non era previsto alcun patto con il beneficiario e l'intera gestione era a carico dei servizi sociali".
"Oggi questa misura è confluita nella misura attiva di sostegno al reddito, che ha regole più rigide e uniformi in tutta la regione. Il limite dell'ISEE è stato abbassato a 6.000,00 euro e il diritto è condizionato alla sottoscrizione di un Patto di inclusione stilato in collaborazione con i Centri per l'Impiego. In questo modo il sostegno è molto più mirato e l'erogazione soggetta a verifiche più puntuali, ma - aveva concluso Telesca - non certo fino a sostituire l'attività delle Forze dell'Ordine".