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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Si svolge a Tarvisio la Coppa Europa di sci paralimpico

Si svolge a Tarvisio la Coppa Europa di sci paralimpico

Udine - Le piste di Tarvisio ospiteranno dal 24 al 27 gennaio le prove dell'IPC Alpine Skiing World Cup - 8° Memorial Hans Erlacher, gare di Coppa Europa di sci dedicate agli atleti diversamente abili.

I dettagli della manifestazione sono stati illustrati il 9 gennaio a Udine nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato l'assessore regionale allo Sport Elio De Anna, il vicepresidente regionale del CONI Giuliano Gemo, il presidente del Comitato organizzatore Paolo Tavian e i rappresentanti dei due principali sostenitori privati della manifestazione: Banca Popolare Friuladria-Crédit Agricole e Rizzani De Eccher. Saranno oltre 400 gli atleti provenienti da tutta Europa attesi alle sfide sulla pista Di Prampero di Tarvisio.

Tra di loro ci saranno anche molte medaglie alle scorse paralimpiadi invernali nonché le nazionali di Stati Uniti, Giappone e Australia che hanno chiesto di poter essere presenti alla gara. L'arrivo delle squadre è previsto per domenica 20, mentre lunedì e martedì sono in programma le prove di discesa libera.

La prima gara invece si disputerà mercoledì 23, mentre il giorno successivo, sempre alle 11.00, si terrà la seconda prova. Venerdì, infine, il calendario prevede - a partire dalle 9.30 - la "Supercombi" ossia SuperG e Slalom.

Oltre alle gare, si terranno anche degli eventi collaterali che avranno lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza nei confronti dello sport paralimpico. Il sodalizio isontino promuoverà il Progetto Scuola, in collaborazione con gli Uffici Scolastici Regionali, facendo conoscere le figure quali lo psicomotricista, il maestro di sci specializzato per l'insegnamento alle persone disabili, la guida per gli sciatori ipovedenti, un insegnante ISEF, assistiti dai volontari dello Sci Club Due.

Come è stato ricordato nel corso della presentazione della manifestazione, questo prestigioso e importante evento internazionale non a caso è stato assegnato nuovamente al Friuli Venezia Giulia, grazie all'esperienza e alle capacità organizzative dello Sci Club Due di Ronchi dei Legionari e Monfalcone e del Comitato organizzatore.

Ma la tappa di Tarvisio rappresenterà anche un test molto importante utile per valutare se il Friuli Venezia Giulia potrà ospitare nel prossimo futuro i Campionati del mondo di sci alpino paralimpico.

Come nella passata stagione, presidente onoraria sarà Manuela Di Centa che in questa occasione verrà affiancata da un'altra campionessa friulana (tarvisiana) e simbolo vincente dello sport: Gabriella Paruzzi, quale madrina dell'evento. Presente alla manifestazione anche Melania Corradini, medaglia paralimpica, che però non potrà essere protagonista in pista poiché in fase di recupero da un trauma subito qualche mese fa in gara.

L'Udinese stende l'Inter in un quarto d'ora. Doppietta di Di Natale

L'Udinese stende l'Inter in un quarto d'ora. Doppietta di De Natale

Udine - Udinese-Inter 3-0 nell'anticipo della diciannovesima giornata di campionato. I friulani sono ora al 7° posto in classifica. I gol: al 19' del secondo tempo Lazzari pesca Di Natale in area, il capitano dell'Udinese infila Handanovic con un diagonale. Al 30' destro imparabile di Muriel in diagonale e dopo appena 5 minuti assist di Pasquale per Di Natale che anticipa Cambiasso e mette in rete.

Al "Friuli" i nerazzurri erano partiti bene. Nel primo tempo le occasioni da gol non sono state molte, ma la squadra di Stramaccioni ha tenuto il possesso della palla e si è resa pericolosa con Guarin, impreciso nella conclusione tentata al 13'.

Sul fronte opposto Guidolin si affidava alla velocita' della coppia Di Natale-Muriel e proprio l'attaccante colombiano firmava il primo tiro in porta al 14', bloccato senza problemi da Handanovic. Al 24' la partita di colpo si è movimentata, illuminata dall'estro di Cassano: il barese ha offerto uno splendido assist per Palacio, l'argentino entrava da solo in area ma si è lasciato andare sul presunto contatto con Domizzi e viene punito dall'arbitro Gianoccaro per simulazione. L'Udinese reagisce,
Di Natale colpisce la traversa con una potente punizione dai trenta metri, poi le squadre si allungano e le occasioni fioccano.

Guarin ha sprecato malamente un calcio piazzato facendo infuriare Cassano, Gargano ha impegnato Brkic dalla distanza, poi Di Natale e Pasquale andavano a chiudere un primo tempo equilibrato con conclusioni di poco imprecise.

Nella ripresa Guidolin e Stramaccioni mettevano in campo gli stessi uomini, una scelta forse rimpianta al 5' dal tecnico nerazzurro: Cassano dopo aver seminato gli avversari, entra in area e mette la palla al centro, ma Jonathan manca la porta in modo incredibile.

Ispirata da Cassano, l'Inter non si abbatte e continua a spingere, ma trova sulla propria strada un ottimo Brkic, attento su Guarin al 10' e soprattutto su Palacio due minuti più tardi. Al 18' il centrocampista colombiano regala un'altra palla gol all'attaccante argentino, incapace di trovare la porta da ottima posizione.

Pochi secondi dopo la partita cambia padrone: con uno splendido lancio Lazzari trova Di Natale in profondità, l'attaccante bianconero beffa la difesa avversaria e con il destro incrociato batte Handanovic. L'Inter accusa il colpo e novanta secondi dopo resta addirittura in dieci: Juan Jesus ferma Muriel con le cattive e merita il secondo cartellino giallo.

La partita finisce qui, l'Udinese sfiora due volte il raddoppio con Di Natale e alla mezz'ora lo trova con Muriel, servito alla perfezione da Basta e implacabile con il destro.

Quattro minuti dopo l'eterno Di Natale completa la festa bianconera, mentre Stramaccioni manda in campo il nuovo acquisto Rocchi senza ottenere le risposte sperate: l'Inter rimane ancora a secco in trasferta (l'ultimo gol risale allo scorso 11 novembre) e per la prima volta nel terzo millennio perde la prima gara dell'anno solare, mentre l'Udinese allunga la striscia positiva (11 punti conquistati nelle ultime cinque partite) e agguanta per il momento il Milan al settimo posto in classifica.

Palestra che passione. Meditazione ed intervista post natalizia su body building e forma fisica

Palestra che passione. Meditazione ed intervista post natalizia su body building e forma fisica

Trieste - Finita di combattere a tavola la battaglia di Natale, e alla vigilia dell’importante scontro fra la volontà e il cenone di San Silvestro, le meditazioni sulla forma fisica di questi giorni si moltiplicano. Se poi si aggiunge il fatto che con chiusura delle scuole e degli uffici ci si dedica finalmente qualche attività fisica “outdoor”, o il semplice pensiero che l’uscita dall’inverno – soprattutto in una città di “beach addicted” come Trieste - precede di qualche mese le prime sortite in costume al mare, il bilancio dei sensi di colpa nati in questi giorni di indulgenze alimentari si fa pesantissimo.

Ma c’è chi la pace con lo specchio l’ha conclusa da tempo. E non solo per questioni di banale narcisismo o perché sulle rive di Barcola i verdetti sulla prova costume non perdonano. A Trieste il numero di centri fitness dotati di sala pesi è curiosamente alto, ma ancora più alto è il numero di campioni mondiali di body building: Sassi, Ramazzina, Zeriul e Boccoli, ben quattro negli ultimi quindici anni, una media singolare per una città dalle molte vocazioni che vanno dallo sport alla ricerca scientifica.

Un corpo da esibire, sogno ma anche tabù per molti uomini e donne costretti a convivere con gli imperativi della civiltà. Per gli antichi Greci, cultori dell’atletismo, essere belli era anche una garanzia di onestà. “Kalokagathìa”, “essere belli e buoni” era il binomio che definiva l’uomo ideale: si sapeva bene anche allora che chi non è contento di com’è spesso non sta bene con gli altri.

Ma il passaggio nella modernità si è realizzato con la valorizzazione dell’esperienza, la pratica intellettuale, lo sviluppo della tecnologia, la demonizzazione del corpo in pratiche ascetiche. E queste ultime non sono state privilegio solo delle religioni, ma anche di molti sacerdoti nei templi della scienza: Policleto non inventò le proporzioni dell’uomo ideale guardando i frequentatori delle biblioteche o gli scienziati in laboratorio, questo lo sappiamo bene. E neanche studiando la fauna degli uffici, ahinoi.

Sedentarismo, dismorfie, sovrappeso, come dappertutto; ma anche un mare bello, facilmente raggiungibile ogni giorno anche dal più lontano dei posti di lavoro e soprattutto gratis: la divisa ufficiale di molti triestini nel dopolavoro nelle stagioni più calde è senza dubbio il costume da bagno.

Voglia di stare in libertà all’aria aperta, un’incoercibile inclinazione all’edonismo, tutte assolutamente triestine: se ci si aggiunge un po’ di narcisistica consapevolezza di essere, più nella maggioranza che nella minoranza, un bel mix etnico di “muli” e “mule” da guardare spesso con piacere si spiega la grande diffusione a Trieste delle palestre di body building. Che negli ultimi anni, però, sono state frequentate anche dai meno giovani e da tante persone che hanno felicemente superato il pregiudizio sui centri fitness come ritrovo per gente più preoccupata per il corpo che per la mente.

Perché ora in palestra ci si va sempre più spesso su prescrizione del medico, come ci spiega Franco Zeriul, pluricampione italiano e campione del mondo 2009 di body building, atleta e istruttore di punta dell’Associazione Italiana Natural Body Building. Ecco cosa ci racconta.

Trieste è una città che sembra avere una predisposizione particolare per il body building, lo dice anche il numero degli atleti che si sono distinti in questa specialità sia livello italiano che internazionale. Come mai?
La genetica sembra aver giocato un ruolo importante. Trieste è una città di confine, molti triestini hanno sangue misto, con molti apporti soprattutto dall’est. Sembrerà riduttivo, ma questo dato si accorda con il fatto che i triestini che si dedicano in maniera professionale al body building hanno una buona qualità muscolare e, alla fine, ottengono percentualmente risultati migliori di altri atleti provenienti da altre parti d’Italia.

Poi conta sicuramente anche il fatto che i triestini sono molto attenti alla cura del corpo: il fatto di essere così affezionati ai “bagni”, il rito quotidiano di andare al mare…tutto questo induce a una certa dose di narcisismo e, alla fine, in una maggiore attenzione al proprio fisico.

Non si dimentichi poi che la conformazione del territorio triestino favorisce tutta una serie di attività “outdoor” che si praticano meglio con un’adeguata preparazione fisica. Comunque siano andate le cose, sono gli stessi fornitori di attrezzature sportive e di integratori alimentari per il fitness a farci notare che Trieste è un territorio assai interessante per chi vuole fare affari in questo settore.

Quando si è diffuso il body building a Trieste? Da ieri a oggi è cambiato l’interesse per la cultura fisica?
 Il body building ha messo radici a Trieste intorno alla fine degli anni ’70 con un vero e proprio boom che ha coinvolto soprattutto i più giovani. Hanno giocato un ruolo importante l’immagine di molti attori del cinema degli anni ’80, (come Stallone e Schwarzenegger, ndr.) che praticavano il body building in modo praticamente professionale. Poi il “mercato” sportivo e del fitness si è molto differenziato e la gente si è orientata verso altre attività. Ultimamente però c’è stato un vero e proprio ritorno alle origini.
 
Come mai?
Sono cambiate molto cose. Innanzitutto, l’immagine pubblica del body building. Anche quando è sbarcato con successo in Italia, è stata visto come un’attività fine a se stessa, volta al semplice perfezionamento dell’aspetto esteriore senza quasi ricadute sul piano sportivo o quello della mera efficienza fisica.

In secondo luogo, è cambiato il livello di preparazione e competenza degli istruttori: si è passati da una pratica “amatoriale” e talora improvvisata ad un’offerta più professionale. Ora quasi tutti gli istruttori nelle migliori palestre sono diplomati o presso le diverse Federazioni di Fitness presenti in Italia o presso le facoltà di Medicina nei corsi di Scienze Motorie.

Franco ZeriulE chi ci viene in palestra?
Persone di tutte le età. Sono in crescita le persone non più giovani ai quali l’incremento della forza fisica serve per mantenersi efficienti e per contrastare molti inconvenienti che sopraggiungono con l’avanzare dell’età, non ultimo l’osteoporosi.

Molte volte l’attività fisica con i pesi è suggerita dai medici: è una novità, un tempo erano molto diffidenti nei confronti delle palestre, non da ultimo per il sospetto che in alcune di esse i progressi dei body builders fossero sostenute dall’uso di sostanze non legali… ma ora sanno che di certi centri (federati con l'Associazione Italiana Natural Body Building, ndr.) ci si può fidare. Poi naturalmente ci sono gli atleti di varie specialità, soprattutto ragazzi, che rifiniscono la preparazione fisica con l’allenamento con i pesi.

Qual è l’età giusta per dedicarsi al body building?
Qualsiasi età va bene, ma i migliori risultati si ottengono intorno ai quarant’anni, quando sia negli uomini che nelle donne il muscolo mediamente raggiunge la sua migliore qualità.
 
E nella realtà chi chiede di avvicinarsi alla pratica agonistica del body building?
Giovani di età diverse, ma soprattutto i più adulti. I risultati dell’allenamento della forza muscolare non sono visibili in tempi rapidi, né sul piano della qualità né su quello della visibilità. Anche con carichi di lavoro ben studiati il fisico non si trasforma rapidamente: questo il motivo per cui, alla fine, i più giovani sono i meno attratti dalla pratica agonistica. I risultati si costruiscono con una pratica metodica e con pazienza, che sono doti tipiche degli adulti fra i trenta e i quarant’anni.

E le donne?
Ne vengono tante in palestra, e molte mostrano una grande predisposizione. Ma si sa, sono molto più impegnate degli uomini con il lavoro e la famiglia… gli uomini si ritagliano più facilmente dello spazio per sé, e quindi anche per allenarsi.

In cosa consiste l’allenamento del body builder? Quanto e quante volte alla settimana si allena un atleta agonista?
Innanzitutto nella programmazione del body building l’allenamento dei diversi gruppi muscolari viene diviso in base al numero di sedute settimanali. Dalle nostre la pratica del body building convive con la necessità di mantenersi con un altro lavoro, e quindi è difficile che un atleta possa sostenere più di un allenamento al giorno della durata di due ore.

Ma l’ideale sarebbe poter fare due work out ogni giorno, una per settore del corpo: il primo per i grandi muscoli del tronco (dorsali, pettorali, deltoidi) per poi finire con i muscoli delle braccia (bicipiti, tricipiti  e muscoli dell’avambraccio), il secondo in cui si va da allenare i muscoli delle gambe con la stessa progressione dai più vasti ai più piccoli (quadricipiti, bicipiti femorali, glutei, adduttori e da ultimo gastrocnemi e flessori della caviglia).

Nelle donne ogni tipo di allenamento deve essere “total body”, e cioè passare in rassegna sia della parte superiore che delle gambe, senza trascurare gli esercizi di cardiofitness (cyclette, step, tapis roulant, etc.): questi sono indispensabili non solo per aumentare la resistenza muscolare e l’efficienza del sistema cardiocircolatorio, ma anche per abbattere la massa grassa che nei corpi femminili tende a formarsi più facilmente, soprattutto nei fianchi e nelle gambe.

Uomini e donne in ogni allenamento non devono trascurare il lavoro degli addominali, fondamentali per la postura e per contenere la protrusione degli organi interni.Franco Zeriul

La federazione per cui gareggi si chiama Associazione Italiana Natural Body Building. Qual è il significato di quel “Natural” nella sigla della tua federazione?
Gli atleti della A.I.N.B.B. che partecipano alle competizioni indette dalla U.I.B.B.N. (Union International de Body Building Natural) si impegnano a sottoporsi a controlli antidoping a sorpresa, che possono capitare o nelle gare o negli allenamenti.

Negli altri circuiti l’uso di sostanze dopanti (in particolare l’insulina, il testosterone e gli steroidi anabolizzanti) non è ufficialmente consentito, ma non c’è l’obbligo di un controllo sulla disciplina degli atleti. E questo non permette di escludere che molti facciano uso di sostanze non “regolari”, con tutti i danni all’organismo e all’attività cerebrale che ne conseguono.

Quindi i suoi muscoli sono tutti… genuini! Si aiuta anche con l’alimentazione?
Certo, come tutti i body builder seguo una dieta iperproteica in cui hanno un ruolo importante anche gli integratori. Ma naturalmente la mia dieta deve essere variata e obbligatoriamente povera di grassi: l’energia che ne possiamo ricavare la troviamo già nel grasso corporeo, che dobbiamo abbattere se vogliamo favorire la “definizione” dei muscoli.

La formula del suo successo in tre parole.
Passione, costanza e metodo. La pratica del body builing richiede rigore. Ma ne aggiungo due: piacere e divertimento. I body builders sono tutti molto disciplinati, ma spesso si lasciano ossessionare dai traguardi che devono raggiungere.

Ci sono quelli che non si vedono mai perfetti, mai abbastanza imponenti, mai abbastanza definiti nei loro muscoli. Io insegno ai miei atleti anche a divertirsi, e che il body building in fondo è un gioco. Il gioco di piacere e di piacersi, con l’imperativo di rimanere sani.

Monica Visintin

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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