Palestra che passione. Meditazione ed intervista post natalizia su body building e forma fisica
- Dettagli
- Categoria: Sport
- Pubblicato Sabato, 29 Dicembre 2012 22:10
- Scritto da Monica Visintin
- Visite: 3245
Trieste - Finita di combattere a tavola la battaglia di Natale, e alla vigilia dell’importante scontro fra la volontà e il cenone di San Silvestro, le meditazioni sulla forma fisica di questi giorni si moltiplicano. Se poi si aggiunge il fatto che con chiusura delle scuole e degli uffici ci si dedica finalmente qualche attività fisica “outdoor”, o il semplice pensiero che l’uscita dall’inverno – soprattutto in una città di “beach addicted” come Trieste - precede di qualche mese le prime sortite in costume al mare, il bilancio dei sensi di colpa nati in questi giorni di indulgenze alimentari si fa pesantissimo.
Ma c’è chi la pace con lo specchio l’ha conclusa da tempo. E non solo per questioni di banale narcisismo o perché sulle rive di Barcola i verdetti sulla prova costume non perdonano. A Trieste il numero di centri fitness dotati di sala pesi è curiosamente alto, ma ancora più alto è il numero di campioni mondiali di body building: Sassi, Ramazzina, Zeriul e Boccoli, ben quattro negli ultimi quindici anni, una media singolare per una città dalle molte vocazioni che vanno dallo sport alla ricerca scientifica.
Un corpo da esibire, sogno ma anche tabù per molti uomini e donne costretti a convivere con gli imperativi della civiltà. Per gli antichi Greci, cultori dell’atletismo, essere belli era anche una garanzia di onestà. “Kalokagathìa”, “essere belli e buoni” era il binomio che definiva l’uomo ideale: si sapeva bene anche allora che chi non è contento di com’è spesso non sta bene con gli altri.
Ma il passaggio nella modernità si è realizzato con la valorizzazione dell’esperienza, la pratica intellettuale, lo sviluppo della tecnologia, la demonizzazione del corpo in pratiche ascetiche. E queste ultime non sono state privilegio solo delle religioni, ma anche di molti sacerdoti nei templi della scienza: Policleto non inventò le proporzioni dell’uomo ideale guardando i frequentatori delle biblioteche o gli scienziati in laboratorio, questo lo sappiamo bene. E neanche studiando la fauna degli uffici, ahinoi.
Sedentarismo, dismorfie, sovrappeso, come dappertutto; ma anche un mare bello, facilmente raggiungibile ogni giorno anche dal più lontano dei posti di lavoro e soprattutto gratis: la divisa ufficiale di molti triestini nel dopolavoro nelle stagioni più calde è senza dubbio il costume da bagno.
Voglia di stare in libertà all’aria aperta, un’incoercibile inclinazione all’edonismo, tutte assolutamente triestine: se ci si aggiunge un po’ di narcisistica consapevolezza di essere, più nella maggioranza che nella minoranza, un bel mix etnico di “muli” e “mule” da guardare spesso con piacere si spiega la grande diffusione a Trieste delle palestre di body building. Che negli ultimi anni, però, sono state frequentate anche dai meno giovani e da tante persone che hanno felicemente superato il pregiudizio sui centri fitness come ritrovo per gente più preoccupata per il corpo che per la mente.
Perché ora in palestra ci si va sempre più spesso su prescrizione del medico, come ci spiega Franco Zeriul, pluricampione italiano e campione del mondo 2009 di body building, atleta e istruttore di punta dell’Associazione Italiana Natural Body Building. Ecco cosa ci racconta.
Trieste è una città che sembra avere una predisposizione particolare per il body building, lo dice anche il numero degli atleti che si sono distinti in questa specialità sia livello italiano che internazionale. Come mai?
La genetica sembra aver giocato un ruolo importante. Trieste è una città di confine, molti triestini hanno sangue misto, con molti apporti soprattutto dall’est. Sembrerà riduttivo, ma questo dato si accorda con il fatto che i triestini che si dedicano in maniera professionale al body building hanno una buona qualità muscolare e, alla fine, ottengono percentualmente risultati migliori di altri atleti provenienti da altre parti d’Italia.
Poi conta sicuramente anche il fatto che i triestini sono molto attenti alla cura del corpo: il fatto di essere così affezionati ai “bagni”, il rito quotidiano di andare al mare…tutto questo induce a una certa dose di narcisismo e, alla fine, in una maggiore attenzione al proprio fisico.
Non si dimentichi poi che la conformazione del territorio triestino favorisce tutta una serie di attività “outdoor” che si praticano meglio con un’adeguata preparazione fisica. Comunque siano andate le cose, sono gli stessi fornitori di attrezzature sportive e di integratori alimentari per il fitness a farci notare che Trieste è un territorio assai interessante per chi vuole fare affari in questo settore.
Quando si è diffuso il body building a Trieste? Da ieri a oggi è cambiato l’interesse per la cultura fisica?
Il body building ha messo radici a Trieste intorno alla fine degli anni ’70 con un vero e proprio boom che ha coinvolto soprattutto i più giovani. Hanno giocato un ruolo importante l’immagine di molti attori del cinema degli anni ’80, (come Stallone e Schwarzenegger, ndr.) che praticavano il body building in modo praticamente professionale. Poi il “mercato” sportivo e del fitness si è molto differenziato e la gente si è orientata verso altre attività. Ultimamente però c’è stato un vero e proprio ritorno alle origini.
Come mai?
Sono cambiate molto cose. Innanzitutto, l’immagine pubblica del body building. Anche quando è sbarcato con successo in Italia, è stata visto come un’attività fine a se stessa, volta al semplice perfezionamento dell’aspetto esteriore senza quasi ricadute sul piano sportivo o quello della mera efficienza fisica.
In secondo luogo, è cambiato il livello di preparazione e competenza degli istruttori: si è passati da una pratica “amatoriale” e talora improvvisata ad un’offerta più professionale. Ora quasi tutti gli istruttori nelle migliori palestre sono diplomati o presso le diverse Federazioni di Fitness presenti in Italia o presso le facoltà di Medicina nei corsi di Scienze Motorie.
E chi ci viene in palestra?
Persone di tutte le età. Sono in crescita le persone non più giovani ai quali l’incremento della forza fisica serve per mantenersi efficienti e per contrastare molti inconvenienti che sopraggiungono con l’avanzare dell’età, non ultimo l’osteoporosi.
Molte volte l’attività fisica con i pesi è suggerita dai medici: è una novità, un tempo erano molto diffidenti nei confronti delle palestre, non da ultimo per il sospetto che in alcune di esse i progressi dei body builders fossero sostenute dall’uso di sostanze non legali… ma ora sanno che di certi centri (federati con l'Associazione Italiana Natural Body Building, ndr.) ci si può fidare. Poi naturalmente ci sono gli atleti di varie specialità, soprattutto ragazzi, che rifiniscono la preparazione fisica con l’allenamento con i pesi.
Qual è l’età giusta per dedicarsi al body building?
Qualsiasi età va bene, ma i migliori risultati si ottengono intorno ai quarant’anni, quando sia negli uomini che nelle donne il muscolo mediamente raggiunge la sua migliore qualità.
E nella realtà chi chiede di avvicinarsi alla pratica agonistica del body building?
Giovani di età diverse, ma soprattutto i più adulti. I risultati dell’allenamento della forza muscolare non sono visibili in tempi rapidi, né sul piano della qualità né su quello della visibilità. Anche con carichi di lavoro ben studiati il fisico non si trasforma rapidamente: questo il motivo per cui, alla fine, i più giovani sono i meno attratti dalla pratica agonistica. I risultati si costruiscono con una pratica metodica e con pazienza, che sono doti tipiche degli adulti fra i trenta e i quarant’anni.
E le donne?
Ne vengono tante in palestra, e molte mostrano una grande predisposizione. Ma si sa, sono molto più impegnate degli uomini con il lavoro e la famiglia… gli uomini si ritagliano più facilmente dello spazio per sé, e quindi anche per allenarsi.
In cosa consiste l’allenamento del body builder? Quanto e quante volte alla settimana si allena un atleta agonista?
Innanzitutto nella programmazione del body building l’allenamento dei diversi gruppi muscolari viene diviso in base al numero di sedute settimanali. Dalle nostre la pratica del body building convive con la necessità di mantenersi con un altro lavoro, e quindi è difficile che un atleta possa sostenere più di un allenamento al giorno della durata di due ore.
Ma l’ideale sarebbe poter fare due work out ogni giorno, una per settore del corpo: il primo per i grandi muscoli del tronco (dorsali, pettorali, deltoidi) per poi finire con i muscoli delle braccia (bicipiti, tricipiti e muscoli dell’avambraccio), il secondo in cui si va da allenare i muscoli delle gambe con la stessa progressione dai più vasti ai più piccoli (quadricipiti, bicipiti femorali, glutei, adduttori e da ultimo gastrocnemi e flessori della caviglia).
Nelle donne ogni tipo di allenamento deve essere “total body”, e cioè passare in rassegna sia della parte superiore che delle gambe, senza trascurare gli esercizi di cardiofitness (cyclette, step, tapis roulant, etc.): questi sono indispensabili non solo per aumentare la resistenza muscolare e l’efficienza del sistema cardiocircolatorio, ma anche per abbattere la massa grassa che nei corpi femminili tende a formarsi più facilmente, soprattutto nei fianchi e nelle gambe.
Uomini e donne in ogni allenamento non devono trascurare il lavoro degli addominali, fondamentali per la postura e per contenere la protrusione degli organi interni.
La federazione per cui gareggi si chiama Associazione Italiana Natural Body Building. Qual è il significato di quel “Natural” nella sigla della tua federazione?
Gli atleti della A.I.N.B.B. che partecipano alle competizioni indette dalla U.I.B.B.N. (Union International de Body Building Natural) si impegnano a sottoporsi a controlli antidoping a sorpresa, che possono capitare o nelle gare o negli allenamenti.
Negli altri circuiti l’uso di sostanze dopanti (in particolare l’insulina, il testosterone e gli steroidi anabolizzanti) non è ufficialmente consentito, ma non c’è l’obbligo di un controllo sulla disciplina degli atleti. E questo non permette di escludere che molti facciano uso di sostanze non “regolari”, con tutti i danni all’organismo e all’attività cerebrale che ne conseguono.
Quindi i suoi muscoli sono tutti… genuini! Si aiuta anche con l’alimentazione?
Certo, come tutti i body builder seguo una dieta iperproteica in cui hanno un ruolo importante anche gli integratori. Ma naturalmente la mia dieta deve essere variata e obbligatoriamente povera di grassi: l’energia che ne possiamo ricavare la troviamo già nel grasso corporeo, che dobbiamo abbattere se vogliamo favorire la “definizione” dei muscoli.
La formula del suo successo in tre parole.
Passione, costanza e metodo. La pratica del body builing richiede rigore. Ma ne aggiungo due: piacere e divertimento. I body builders sono tutti molto disciplinati, ma spesso si lasciano ossessionare dai traguardi che devono raggiungere.
Ci sono quelli che non si vedono mai perfetti, mai abbastanza imponenti, mai abbastanza definiti nei loro muscoli. Io insegno ai miei atleti anche a divertirsi, e che il body building in fondo è un gioco. Il gioco di piacere e di piacersi, con l’imperativo di rimanere sani.
Monica Visintin