Campionati italiani di pattinaggio artistico a rotelle a Piancavallo
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- Pubblicato Giovedì, 16 Giugno 2016 09:31
- Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
Dopo più di 10 anni al Palaghiaccio di Piancavallo (via Barcis, 5 - Aviano, Piancavallo) da martedì 21 a domenica 26 giugno 2016 si terranno i Campionati italiani di pattinaggio artistico a rotelle delle categorie Allievi maschile e femminile (11-13 anni) per le specialità di Obbligatori-Singolo e Coppie.
Vi parteciperanno 355 atleti dagli 11 ai 13 anni e 125 società sportive provenienti da tutta Italia, in particolare da 16 regioni: Abruzzo, Calabria, Campania, Liguria, Lombardia, Lazio, Sicilia, Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia (15 società partecipanti per il Fvg; atlete partecipanti da Pordenone: Vittoria Marzotto della Asd Roll San Marco e Agata Della Libera della Libertas Porcia), Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Umbria. Sono infatti aperti a tutte le associazioni sportive nazionali regolarmente tesserate alla Federazione Italiana Hockey e Pattinaggio.
Questi campionati italiani si erano tenuti a Piancavallo una prima volta nel 1988, poi nel 1997 e nel 2000; ritornano quest'anno, come occasione di promozione sportiva e turistica della località. Nei sei giorni dei campionati a Piancavallo è previsto infatti l'arrivo di circa 400 atleti, con una presenza media di mille persone al giorno.
Dopo più di 10 anni (solitamente si tengono a Roccaraso in Abruzzo) ritornano a Piancavallo i Campionati Italiani di Pattinaggio artistico a rotelle di categoria: un evento storico che si verifica grazie a una convenzione siglata con la Federazione Italiana Pattinaggio che già nel lontano 2000 aveva individuato Piancavallo come un Centro Federale Nazionale del pattinaggio artistico a rotelle grazie alla sua impiantistica, con Palaghiaccio e Palasport, e all'offerta di strutture ricettive in grado di ospitare e accogliere turismo sportivo per ritiri e campionati.
LE OFFERTE DEL TERRITORIO - La località turistica di Piancavallo, in collaborazione con enti e federazioni sportive di carattere nazionale e internazionale, nei giorni del campionato propone iniziative a carattere multisport come soggiorni sportivi, ritiri e stage, allenamenti in altura, Centro Studio di monitoraggio atleti con staff medico-sportivo e Servizi sportivi in montagna.
GLI ORGANIZZATORI - Organizzatrice della manifestazione è l'Asd Polisportiva Eurosportvillage di Pordenone con al timone Annalisa Polese, nota nel panorama sportivo e scolastico. È infatti Coach Nazionale di discipline sportive come Cheerleading, Pattinaggio Artistico a Rotelle, Ginnastica artistica e acrobatica; ed è anche docente di scienze motorie e sportive in alcune scuole del pordenonese.
Polese si avvale della collaborazione di responsabili di settore: Maurizio Zorni, Fabio Hollan, Paolo Dadalt, Pierino Gava.
I Campionati, di carattere nazionale, sono organizzati dall'A.s.d. Polisportiva Eurosportvillage, in collaborazione con la F.I.H.P. (Federazione Italiana Hockey e Pattinaggio) e con il CONI. Collaborano anche la Provincia di Pordenone, la Regione Friuli Venezia Giulia, il Comune di Aviano e la Cooperativa Piancavallo 1265.
L'evento sarà in diretta streaming su:
http://fihptv.org/live/?liveId=A217BCEBB2594BDF8FE2E65131DBF6630210
Per maggiori informazioni:
www.facebook.com/Campionati-Italiani-di-Pattinaggio-Artistico-a-Rotelle-Piancavallo-2016-1734209253530185/?fref=photo
Di Natale e quel calcio che non c'è più
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- Pubblicato Martedì, 24 Maggio 2016 19:19
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Udine - Ci sono calciatori che vengono amati e rispettati da tutti, aldilà di chi si tifa. Le loro gesta rimarranno nelle menti e nei cuori di chi li ha visti giocare. Certi giocatori sono un qualcosa che va ben oltre i colori. Antonio Di Natale è, senza alcun dubbio, uno di questi.
Il suo saluto all'Udinese, avvenuto nell'ultima giornata del campionato che si è appena concluso, ha emozionato tutti gli amanti e gli appassionati del pallone. Una storia d'amore lunga ben 14 anni e condita da 300 gol.
Un legame indissolubile con la città di Udine, che l'ha portato a rifiutare offerte di squadre più importanti e blasonate. La sua casa, il suo mondo era in Friuli. In molti stentano a definirlo campione, proprio perché non ha mai giocato in una squadra top.
Ma i record e i numeri di Antonio Di Natale tendono a smentire tutti, anche i più scettici e i più maligni. Per ben due volte e stato capocannoniere e una volta, nel 2010, è stato proclamato miglior giocatore italiano. C'è forse quella pecca di non esser mai stato davvero decisivo in Nazionale.
Anche se agli Europei del 2014, dove l'Italia arrivò seconda, lui c'era. Ed è lì che ha segnato, parole sue, il gol più importante della carriera, ossia quello alla Spagna nella partita inaugurale della competizione.
Poi ci si ricorda quel rigore sbagliato proprio contro gli iberici ad Euro 2008 e i disastrosi Mondiali sudafricani del 2010. C'è questa lacuna, qualcuno potrebbe dire ed insinuare. Ma la carriera di Totò è stata immensa lo stesso. Anche per la sua semplicità, umanità, sincerità ed umiltà. Sono proprio questa caratteristiche che hanno portato a rispettarlo e stimarlo.
Non si sa se appenderà gli scarpini al chiodo o continuerà a giocare. Si è preso un po' di tempo per riposarsi e riflettere. L'unica cosa certa è che il suo saluto è coinciso con quello di tanti altri: Abbiati, Bellini, Toni e Klose, che ha lasciato la Lazio con qualche polemica. Si parla tanto di bandiere ammainate e di un calcio che non c'è più.
Sicuramente questi giocatori erano e sono un po' gli ultimi baluardi di un mondo diverso. Ormai è tutto maledettamente social. Si vive di tweet, hastag e tag anche nel dorato sistema dei campioni, diventato sempre più business e giro d'affari.
Si può tranquillamente dire che Di Natale e company rappresentavano un qualcosa di più umano, vero e genuino. Il giocatore che pensa sempre e solo al campo, a migliorarsi e a provare a vincere qualcosa. I tre attaccanti hanno salutato a loro modo, ossia con un gol. L'ha fatto anche Bellini, che di certo non ha mai avuto un grande feeling con il gonfiare la rete.
Per tutti ci sono state lacrime, applausi e ringraziamenti. Perché è un po' come un tipo di calcio che se ne va per non tornare più. E chi l'ha conosciuto non può che essere un po' nostalgico. Con la speranza che certi non finiscano mai. Ma facciano solo alcuni giri per poi ritornare a casa.
Giro d'Italia in FVG con quattro cime inedite: vince Mikel Nieve, il costaricano Almador in rosa
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- Pubblicato Venerdì, 20 Maggio 2016 23:06
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Cividale del Friuli - Lo spagnolo Mikel Nieve (Team Sky) ha vinto in solitaria la 13/a tappa del Giro d'Italia, da Palmanova a Cividale del Friuli, di 170 km. Nieve è stato protagonista di un'azione personale partita a 35 chilometri dalla fine.
Secondo, a 43", è Giovanni Visconti (Movistar) che, dopo l’arrivo, è stato costretto a recarsi in ospedale per una sospetta frattura a una costola in seguito a una caduta in cima a Montemaggiore.
Giornata positiva anche per Vincenzo Nibali che, terzo sul traguardo, guadagna qualche secondo di abbuono sui rivali: ora il siciliano della Astana è terzo in classifica generale a 41” dalla nuova maglia rosa, Andrey Amador, primo costaricano leader del Giro.
Andrey Amador, costaricano della Movistar, è la nuova maglia rosa del Giro d'Italia ed ha un vantaggio in classifica generale di 26" sull'ex maglia rosa, il lussemburghese Bob Jungels, che ha avuto difficoltà sulla salita di Valle e ha chiuso a 50" dai migliori.
Al traguardo di Cividale del Friuli, la presidente Serracchiani ha premiato il vincitore di tappa, lo spagnolo Mikel Nieve, mentre il vicepresidente Bolzonello ha consegnato la maglia rosa al nuovo leader della corsa, il costaricense Andrey Amador.
L'assessore Cristiano Shaurli ha infine premiato la maglia bianca (primo della classifica dei giovani) Bob Jungels.
Grande entusiasmo del pubblico in un percorso totalmente inedito e suggestivo, con quattro vette, Matajur, Clai, Cima Porzus e Valle, mai toccate prima.
Sabato il giro si sposta sulle cime dolomitiche: Alpago-Corvara, 210 km e sei passi da scalare.
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