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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Muore giovane automobilista dopo essere uscito di strada sulla statale 55 d’Isonzo

Muore giovane automobilista dopo essere uscito di strada sulla statale 55 d’Isonzo

Gorizia - Un incidente mortale si è verificato nel pomeriggio di lunedì 25 luglio sulla strada statale 55 d’Isonzo nei pressi della località Gabria, nel comune di Savogna d'Isonzo (Gorizia), poco dopo il valico di Merna, sul tratto cosiddetto del “Vallone”, che parte da San Giovanni di Duino e porta a sud di Gorizia

Un uomo di 34 anni, di cui non sono state rese note le generalità, per cause in corso di accertamento da parte della polizia stradale di Gorizia ha perso il controllo dell’automobile e si è schiantato.

Gravissime le ferite riportate dal giovane, che è deceduto nonostante il tempestivo intervento dei sanitari del 118, giunti sul luogo con l’elicottero della Centrale operativa di Udine.

Sul posto è intervenuto il personale dell’Anas congiuntamente ai Vigili del fuoco del Comando di Gorizia per bonificare il tratto di strada e ripristinare il transito. La circolazione è rimasta provvisoriamente limitata a senso unico alternato.



 

Falsi dentisti a Ronchi dei Legionari. Fiamme Gialle sequestrano studio medico

Falsi dentisti a Ronchi dei Legionari. Fiamme Gialle sequestrano studio medico

Gorizia - Le Fiamme Gialle della Compagnia di Monfalcone hanno accertato che, all’interno di un noto studio dentistico di Ronchi dei Legionari (Go), quattro odontotecnici e quattro assistenti alla poltrona effettuavano prestazioni mediche commettendo il reato di esercizio abusivo della professione medico-odontoiatrica.

All’esito di analogo servizio eseguito nel 2015 e conclusosi con il deferimento alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gorizia di un sedicente dentista, i finanzieri della Compagnia di Monfalcone hanno posto sotto la lente di ingrandimento quanto accadeva all’interno dei locali di uno studio medico di Ronchi.

A seguito delle indagini dirette dalla Dott.ssa Laura Collini, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Gorizia, i militari hanno scoperto che alcuni odontotecnici svolgevano, in realtà, anche attività di competenza esclusiva degli odontoiatri, quale, ad esempio, l’acquisizione di impronte dentali, l’esecuzione di lastre radiografiche, l’effettuazione di cementazioni, la rimozione di punti di sutura.

Gli odontotecnici in realtà dovrebbero costruire esclusivamente apparecchi di protesi dentaria su modelli tratti dalle impronte che vengono loro fornite dai medici abilitati all’esercizio dell’odontoiatria a norma di legge.

È, comunque, vietato agli odontotecnici esercitare qualsivoglia manovra nella bocca del paziente anche in presenza ed in concorso del medico abilitato.

I soggetti in questione hanno pensato bene di proporre la propria attività nei confronti prima di alcuni clienti e, successivamente, espandendola ad un più ampio gruppo di pazienti che, più o meno consapevoli della mancata abilitazione medica degli odontotecnici e delle assistenti, sono risultati, comunque, particolarmente soddisfatti delle cure dentarie ricevute.

Il tutto si è svolto sotto l’egida dei due odontoiatri che, in qualità di rappresentati legali dello studio medico, hanno consentito e agevolato l’esercizio abusivo di detta professione mettendo a disposizione sia la struttura, sia l’attrezzatura ai “sedicenti medici” privi della qualifica professionale normativamente richiesta.

L’attività di intelligence posta in essere dalle Fiamme Gialle ha, inoltre, permesso di appurare che all’interno dello studio erano presenti ben nove “poltrone” a fronte di due soli dentisti abilitati.

Il “mistero” di tale esubero di poltrone si svelava, in realtà, nella necessità dei due odontoiatri di far fronte ad un rilevante numero di pazienti e, a tale scopo, “ordinavano” agli odontotecnici e alle assistenti di intervenire direttamente sui numerosissimi clienti.

A riprova di ciò è stato, inoltre, constatato che i 2 medici non erano quasi mai presenti simultaneamente presso lo studio e, ciò nonostante, il flusso giornaliero di pazienti riscontrato e liste degli appuntamenti non subiva quasi mai rallentamenti.

L’attività delle Fiamme Gialle sarà ora rivolta agli opportuni approfondimenti in merito alla mancata dichiarazione dei cospicui proventi illeciti derivanti dalle attività perpetrate in maniera del tutto abusiva, i quali, attraverso un’analitica ricostruzione del reale volume d’affari, saranno prontamente riportati a giusta tassazione.

I falsi dentisti nonché i due responsabili della struttura medica sono stati così deferiti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gorizia, che ha richiesto al G.I.P. del medesimo Tribunale il sequestro preventivo dell’immobile e delle attrezzature, per la violazione prevista e punita dall’art. 348 C.P. (esercizio abusivo della professione medico-odontoiatrica senza averne titolo).

Il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto, dunque, con decreto motivato, il sequestro dei locali adibiti ad ospitare l’attività e tutta l’attrezzatura medica ivi presente. Il provvedimento in parola è stato eseguito dai finanzieri della Compagnia Monfalcone al fine di impedire ai soggetti denunciati la continuazione della professione abusiva e la reiterazione del reato.

Illeciti nelle gare per 700mila euro. Ex dirigente Agenzia del Demanio e sei imprenditori indagati

Illeciti nelle gare per 700mila euro. Ex dirigente Agenzia del Demanio e sei imprenditori indagati

Gorizia - Corruzione, turbativa d’asta e truffa aggravata a danno dello Stato sono i reati accertati al termine di un’articolata attività investigativa coordinata dal Procuratore della Repubblica Aggiunto di Udine, dott. Raffaele Tito, nei confronti di un dirigente già in servizio presso la Direzione Regionale dell’Agenzia del Demanio di Udine, e di sei imprenditori, quattro cittadini italiani e due fratelli di nazionalità romena.

L’indagine ha preso avvio grazie all’acume investigativo di alcuni finanzieri del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Gorizia i quali, dopo aver concluso l’operazione “Bunker”, che aveva già visto indagato il dirigente pubblico e tre imprenditori del centro Italia, per i reati di truffa aggravata e turbativa d’asta, in relazione ai lavori di messa in sicurezza/bonifica di alcune opere di fortificazione permanente, realizzate per scopi difensivi nel periodo post-bellico a ridosso della linea di confine, hanno rilevato l’esistenza di altri rapporti intercorsi tra l’Agenzia del Demanio del Friuli Venezia Giulia ed una delle società già oggetto d’indagine ed operante nel settore del recupero di materiale ferroso.

Infatti, grazie anche alla piena e totale collaborazione fornita dai vertici dell’Agenzia del Demanio, i militari del Nucleo di polizia tributaria coordinati dal dott. Tito hanno fatto emergere l’esistenza di una vera e propria corsia preferenziale, che l’allora Direttore Regionale aveva riservato a pochi imprenditori saldamente legati tra loro, i quali riuscivano sempre ad aggiudicarsi le varie gare indette per l’alienazione di materiale metallico posto fuori uso da varie amministrazioni dello Stato.

In sintesi, con una serie di accorgimenti, l’ex dirigente - oggi non più dipendente pubblico in quanto licenziato con provvedimento del Direttore Generale del Demanio - finanche scritturando di proprio pugno l’offerta vincente dopo aver illegalmente visionato le offerte degli altri ignari partecipanti, pilotava le varie gare da lui stesso indette e seguite in ogni loro aspetto.

Sono numerose le licitazioni irregolari individuate nel corso delle indagini tra cui, oltre alla cessione di svariate tonnellate di ferro a prezzi di assoluto favore, aggiudicate sempre ai soliti imprenditori, vi è anche l’acquisto dell’ex osservatorio geofisico di Trieste e lo smantellamento del magazzino 74, già insistente all’interno del Molo VII del Porto di Trieste, entrambi indebitamente aggiudicati ad un imprenditore di Muggia.

Turbata anche la gara per la locazione dell’ex polveriera di Monte di Mezzo di Sagrado (GO) e quella per il trasloco dei materiali dell’ex manifattura tabacchi di Gorizia.

Non solo, l’ex direttore regionale si è premurato di affidare incarichi diretti, per l’esecuzione di lavori di varia natura, ad una società della provincia di Pisa - già peraltro aggiudicataria di alcune gare - in evidente assenza di trasparenza e di rispetto delle basilari regole amministrative.

Si contano in totale ben nove gare d’appalto turbate per oltre 700.000,00 Euro e cinque indebiti affidamenti diretti per oltre 130.000,00 Euro.

In un caso, inoltre, analogamente a quanto già riscontrato nella precedente indagine, l’importo di aggiudicazione di una delle nove gare turbate (27.000,00 € circa) non è stato incamerato dallo Stato poiché, con la complicità del funzionario del Demanio, sono state prodotte false attestazioni di avvenuto pagamento dell’importo di gara, di fatto mai effettuato.

Naturalmente gli investigatori hanno voluto capire il motivo di tanto “interessamento” da parte dell’ex dirigente pubblico che, pur rivestendo un ruolo apicale, si prodigava nel seguire personalmente le varie fasi di determinate licitazioni anche di scarso valore economico, e ciò in evidente conflitto con le funzioni proprie di un incarico di vertice.

Sono così emersi innumerevoli e ripetuti versamenti di denaro contante sui conti correnti dell’ex direttore che, davanti all’evidenza dei riscontri e del minuzioso lavoro investigativo svolto, ha ammesso di aver ricevuto in varie occasioni da due degli imprenditori indagati, in ragione del suo “aiuto”, somma di denaro che gli investigatori hanno ipotizzato essere pari a non meno di 50.000,00 Euro.

Eseguiti anche i sequestri per equivalente su alcune proprietà immobiliari e conti correnti bancari degli indagati.

Ora l’ex dirigente pubblico e i sei imprenditori, già raggiunti dall’avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dal dott. Tito, dovranno a vario titolo rispondere davanti alla Giustizia delle ipotesi di corruzione, truffa aggravata a danno dello Stato e turbativa d’asta.

I militari delle Fiamme Gialle di Gorizia avvieranno presto le indagini amministrative per determinare il corrispondente danno erariale.

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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