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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Si affaccia al balcone e spara sui ragazzi che giocano a pallone. Arrestato dai Carabinieri

Si affaccia al balcone e spara sui ragazzi che giocano a pallone. Arrestato dai Carabinieri

Gorizia - Solo per un caso fortuito nessuno è rimasto ferito in un’assurda sparatoria avvenuta nel pomeriggio di sabato 24 settembre a Monfalcone.

Infastidito da alcuni ragazzi del posto, tra i quali c’era anche un minorenne, che giocavano a pallone, un uomo di 66 anni, il signor B.L., insegnante in pensione di Trieste residente a Monfalcone, ha sparato dapprima alcuni colpi di pistola in aria, poi ha abbassato l'arma puntandola contro uno di loro.

Uno dei proiettili, caduto a pochi centimetri dai piedi di un ragazzo, ha staccato alcune schegge dell'asfalto, una delle quali ha colpito il giovane, fortunatamente senza causargli lesioni o ferite.

L'episodio si è verificato nella zona di Marina Julia a Monfalcone; i Carabinieri lo hanno reso noto lunedì 26 settembre in un comunicato.

La chiamata al 112 era giunta alle 15.30 circa del 24 settembre. L’intervento della pattuglia radiomobile aveva portato i militari ad agire con grande cautela, con giubbetto antiproiettile indossato e tutte le precauzioni del caso, individuando il balcone da dove erano stati esplosi i colpi, al primo piano, distante circa una decina di metri dal cortile, e a entrare a casa dell'uomo.

A quel punto il 66enne spiegava di non riuscire più a sopportare quegli schiamazzi e di aver agito al solo scopo di farli smettere.

La pistola, legalmente detenuta, è stata trovata dai militari con il colpo in canna, riposta in un cassetto.

A terra, vicino al balcone, quattro bossoli. In casa c'erano altre tre pistole, due fucili e una carabina, più munizioni per un totale di 700 colpi, tutti posti sotto sequestro.

L'uomo, condotto alla casa Circondariale di Gorizia, comparirà martedì 27 settembre all'udienza di convalida davanti al Gip con l’accusa di tentato omicidio.
 

 

 

 

Giro di prostituzione in un locale cinese di massaggi a Monfalcone, arrestata la titolare

Giro di prostituzione in un locale cinese di massaggi a Monfalcone, arrestata la titolare

Monfalcone - La titolare del centro massaggi “Hao Zai Lai”, una trentatreenne nativa dello Zhejiang, è stata arrestata il 23 settembre con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione in concorso con suo cognato, un trentottenne cinese.

Polizia di Stato e dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno avviato un’indagine sul centro massaggi dopo aver notato durante i controlli di routine un afflusso sospetto di persone, peraltro esclusivamente uomini, tale da far sorgere il dubbio che effettivamente lì si praticasse solo quello che l’insegna e le immagini orientaleggianti pubblicizzavano, ovvero messaggi rilassanti, energizzanti, rivitalizzanti, il tutto in un ambiente tranquillo e discreto.

È stato sufficiente approfondire l’argomento sui social network per trovare lì postate immagini piccanti e frasi ad effetto che di certo non sono sfuggite all’occhio “esperto” degli habitué delle prestazioni sessuali a pagamento, clienti di ogni genere, dal pensionato al professionista, dal semplice impiegato allo straniero e allo studente.

Gli operatori della Squadra Mobile della Questura e del Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza hanno riscontrato, come oramai provato nel corso delle numerose precedenti indagini in tema, la consuetudine della piccola aggiunta al prezzo del tariffario esposto per beneficiare di prestazioni sessuali fornite da giovani cinesi, avvicendate periodicamente dalla titolare del centro massaggi per soddisfare i clienti.

Gli stessi clienti, fermati dagli operatori all’uscita dal centro massaggi, hanno esplicitamente dichiarato a verbale il motivo della loro visita all’esercizio di via Galilei, la prestazione ottenuta e l’importo corrisposto, sempre in contanti, per aggiungere “extra” con intese raggiunte molto semplicemente con le ragazze.

Le condizioni di vita, l’orario di permanenza nei luoghi di lavoro, la salubrità degli ambienti e l’evasione fiscale sono solo alcuni degli aspetti ancora da approfondire per imputare precise responsabilità a chi gestiva quel centro massaggi.

È chiaro che l’indagine in corso sui diversi centri massaggi cinesi attivi in provincia ha fatto emergere un fenomeno di prostituzione a prezzi concorrenziali mal celato dalla pubblicità dei dépliant dove, come nel caso di via Galilei a Monfalcone, il beneficiario del massaggio è quasi sempre una donna, che non si è mai trovata tra i clienti nel corso degli innumerevoli appostamenti.

 

 

GdF scopre pompe di benzina clandestine e contrabbando. Gasolio ai pompieri in zone terremotate

GdF scopre pompe di benzina clandestine e contrabbando. Gasolio ai pompieri in zone terremotate

Gorizia - Una banda di contrabbandieri, per evitare il confine goriziano, aveva studiato un lungo itinerario alternativo, ma è stata ugualmente intercettata dalla Guardia di Finanza.

Il gruppo criminale, specializzato nel traffico illecito di carburanti, tornava dalla Slovenia, dove si recava a prelevare il gasolio di contrabbando, passando dal valico di Prato alla Drava, frazione di San Candido (BZ), proseguendo attraverso la strada statale 49 fino a Bressanone, dove, dopo aver fatto ingresso sul tratto autostradale A22, continuava fino ad Affi (VR) e da qui riprendeva il percorso su strade secondarie fino a giungere in provincia di Brescia, luogo in cui si trovava il punto di deposito e distribuzione illegale del gasolio.

Sono stati gli anomali percorsi di alcune cisterne di un’azienda di trasporti, con un’unità operativa a Montichiari (BS), a convincere i militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Gorizia che quei tragitti erano sospetti e avevano lo scopo di sfuggire ai controlli dei veicoli che importano prodotti sottoposti ad accise o imposta di consumo.

Dopo aver raccolto tutte le prove, le fiamme gialle goriziane, coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Brescia, dott. Michele Stagno, hanno fatto ingresso nel luogo di esercizio dell’azienda bresciana scoprendo che era in realtà il centro di stoccaggio e di distribuzione di un imponente traffico internazionale di gasolio, prelevato in una località slovena situata poco prima del confine con l’Ungheria ed introdotto in Italia in evasione d’imposta ricorrendo alla falsa classificazione del prodotto petrolifero come “additivo per cemento”.

Le operazioni di perquisizione del deposito, che hanno visto l’impiego di ben 14 militari, si sono concluse con l’arresto in flagranza di reato dei due soggetti sorpresi ad eseguire le attività di scarico del gasolio di contrabbando, con la denuncia a piede libero di una terza persona e con il sequestro preventivo d’urgenza del deposito di 250 metri quadrati, con annessa area pertinenziale di 16.000 mq, di 70.000 litri di prodotto petrolifero, nonché di due motrici e quattro rimorchi utilizzati per il traffico internazionale di gasolio, beni del valore complessivo di circa 2.000.000 di euro.

I reati contestati sono l’associazione per delinquere transnazionale, la sottrazione all’accertamento e al pagamento dell'accisa sugli oli minerali, la frode in commercio, la falsificazione dei documenti di trasporto attraverso l’indicazione nelle lettere di vettura internazionali di società destinatarie fittizie con sede in Germania, Spagna, Grecia, Malta, Cipro, nonché di false classificazioni del prodotto petrolifero come lubrificante o additivo.

Gli arresti dei due soggetti, associati alla casa circondariale di Brescia Canton Mombello, sono stati successivamente convalidati dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Brescia, dott.sa Alessandra Sabatucci, la quale, nel constatare la gravità del quadro probatorio acquisito dalla Guardia di Finanza, ha altresì confermato il sequestro per finalità preventive della sede dell’impresa di trasporto e di tutti i mezzi aziendali.

Dalla successiva analisi delle prove raccolte a seguito delle perquisizioni, le quali hanno consentito altresì di individuare nel deposito tre piante di marijuana nella disponibilità di uno dei due arrestati, è emerso che l’azienda bresciana ha introdotto illegalmente nel territorio nazionale, tra il 2015 ed il 2016, 1.110.000 litri di prodotto petrolifero successivamente impiegato come gasolio per autotrazione in alcune province del Lazio e della Campania, con un’evasione di accise per 685.314 euro.

I 70.000 litri di prodotto in sequestro, che a seguito delle analisi chimiche è risultato essere composto per l’80% di gasolio e il restante 20% di olio vegetale, idoneo a garantire la carburazione in motori diesel, su autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria, sono stati assegnati per finalità istituzionali, grazie alla legge 43/2015, al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, anche per consentire l’immediato impiego nelle aree del centro Italia colpite dal recente sisma.

Il nuovo intervento della Compagnia della Guardia di Finanza di Gorizia è successivo alla conclusione dell’operazione “TRAFFIC”, terminata a dicembre 2015 e conclusa con la denuncia di 64 responsabili (13 dei quali tratti in arresto perché risultati coinvolti in un rilevantissimo traffico internazionale di gasolio) ed il sequestro di 21 autoarticolati, di 764.000 litri di gasolio, nonché di beni, ammontanti ad un valore di 3.615.000 euro, tra cui 13 immobili e 7 distributori clandestini di carburante privi di ogni autorizzazione.

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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