Chiesa triveneta in lutto, muore per un malore padre Enzo Poiana rettore del Santo
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- Pubblicato Martedì, 16 Agosto 2016 15:48
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Bibione (Ve) - Lutto nel mondo ecclesiale per l’improvvisa morte di Padre Enzo Poiana, che dal 2005 era rettore della Basilica del Santo a Padova.
Il religioso era noto nelle diocesi di Gorizia e Trieste. Nel capoluogo isontino era stato ordinato sacerdote, nel 1991. A Trieste era stato parroco nella centrale chiesa di San Francesco.
Padre Poiana stava godendo qualche giornata di riposo nella "Casa Sant'Antonio" di Bibione e nella mattinata del 16 agosto si era recato in spiaggia.
Attorno alle 12, mentre faceva il bagno, si è sentito male. Ha fatto in tempo ad uscire dall’acqua e ad accasciarsi su una sdraia.
Alcuni presenti, resisi conto del malore, hanno allertato il personale di Bibione spiaggia e di Bibione Mare, subito accorsi.
Sul posto sono giunti in breve i soccorsi del Suem che hanno tentato di rianimare il religioso con il defibrillatore, ma per lui non c'è stato niente da fare.
Enzo Poiana era nato a Corona, nel Goriziano, il 17 gennaio del 1959. I funerali si svolgeranno nella Basilica di Sant’Antonio a Padova nei prossimi giorni.
Numerosissimi i messaggi di cordoglio giunti da tutta Italia.
Carte false per prendere incentivi statali, truffa da 1 milione e 300mila euro. 6 indagati
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- Pubblicato Giovedì, 11 Agosto 2016 09:37
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Monfalcone (Go) - La Guardia di Finanza della Compagnia di Monfalcone ha effettuato un maxi-sequestro di beni mobili ed immobili per quasi 1 milione di euro, che facevano parte dei proventi di una truffa aggravata ai danni dello Stato ed indebita percezione di contributi pubblici, con il conseguente deferimento all’Autorità Giudiziaria competente di sei soggetti coinvolti.
L’operazione, coordinata dal Sostituto della Procura della Repubblica Dott.ssa Laura Collini, titolare delle indagini - tuttora in corso di svolgimento - è scaturita dall’approfondimento della fondatezza dei requisiti nella percezione di un contributo pari a 1 milione e 300 mila Euro per “incentivi alle imprese” erogato dal Ministero dello Sviluppo Economico in capo ad una società operante in provincia nel settore della piccola cantieristica navale.
Dagli approfondimenti è emerso che l’acquisizione dei fondi era stata astutamente operata mediante un meccanismo fraudolento, consistente nell’emissione di fatture false per lavorazioni mai effettuate, che andassero a comprovare all’Ente erogatore una considerevole spesa sostenuta, pari a circa 2 milioni e 700 mila Euro, per dimostrare la presenza dei requisiti richiesti per dell’ottenimento in denaro di circa il 50% del spesa sostenuta, a fondo perduto.
In particolare, una delle società è risultata essere una mera “cartiera”, completamente sconosciuta al fisco, operante esclusivamente nell’emissione a favore degli altri soggetti economici coinvolti dei documenti fiscali necessari all’avvio del meccanismo di dissimulazione.
I Finanzieri hanno così portato alla luce una truffa aggravata ai danni dello stato perpetrata da ben 6 società della provincia di Gorizia e di Udine, facenti capo ad altrettanti soggetti - quali amministratori di diritto o di fatto delle stesse - conniventi nel medesimo disegno criminoso e tutti riconducibili ad una filiera comune di operazioni commerciali e finanziarie “fantasma” utili al meccanismo fraudolento, rendendone particolarmente difficoltosa la ricostruzione.
In aggiunta, l’emissione e l’utilizzo delle fatture per operazioni inesistenti ha permesso agli amministratori di creare artificiosamente indebiti crediti di imposta, utilizzati in sede di dichiarazione dei redditi al fine della compensazione dei diversi tributi dovuti all’Erario.
Fiamme Gialle di Gorizia scoprono frode a viticoltori pagati con assegni rubati
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- Pubblicato Giovedì, 04 Agosto 2016 16:08
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Gorizia - La Guardia di Finanza ha portato a termine una lunga ed articolata inchiesta avviata in seguito ad una denuncia presentata al Nucleo di polizia tributaria di Gorizia dal titolare di una nota azienda vitivinicola del Collio goriziano.
Il viticoltore aveva subito il raggiro di un sedicente operatore economico della provincia di Caserta che gli aveva proposto, tramite e-mail, l’acquisto di un significativo quantitativo di vino confezionato, con pagamento alla consegna mediante assegno circolare per l’importo concordato di 6.000 euro.
Solo dopo averlo presentato all’incasso, il venditore apprendeva dell’inesigibilità del titolo di credito poiché – nonostante la genuinità materiale dell’assegno – lo stesso apparteneva ad una partita di altri 322 assegni trafugati “in bianco” nel corso di una rapina ad un portavalori.
La capillare attività effettuata dagli uomini del Nucleo di polizia tributaria di Gorizia, inizialmente sotto la direzione della Procura della Repubblica di Gorizia e successivamente – per competenza territoriale – della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (CE), ha consentito di individuare le aziende agricole frodate e di risalire all’identità dei truffatori.
In particolare, oltre alle modalità classiche di indagine, gli investigatori si sono avvalsi anche di intercettazioni telematiche e di tecniche informatiche avanzate, poiché si è ritenuto che l’origine degli assegni, frutto di rapina, potesse derivare da un’attività delinquenziale tipica della criminalità organizzata.
Si è potuto così risalire alle persone associate alle caselle di posta elettronica dalle quali erano partite le corrispondenze strumentali alle truffe, nonché individuare i nominativi degli intestatari delle utenze telefoniche cellulari utilizzate per contattare i soggetti raggirati.
Il meccanismo fraudolento, così come accertato dalle Fiamme Gialle goriziane, consisteva nell’inviare a numerosissime aziende agricole una proposta di acquisto di vino imbottigliato richiedendo il “listino” dei prezzi, che stranamente non veniva mai contestato o mercanteggiato al ribasso.
I successivi contatti telefonici intercorrevano solamente con quei venditori che si mostravano interessati all’affare e che accettavano il pagamento con assegno circolare ricevuto in contrassegno alla consegna della merce.
Perfezionata la truffa, gli acquirenti, per non essere rintracciati, provvedevano all’immediata chiusura delle utenze telefoniche e delle società o imprese utilizzate come paravento, intestate a compiacenti soggetti nullatenenti, ovvero ad extracomunitari non rintracciabili.
La truffa, così descritta, ha danneggiato almeno venti aziende agricole regionali e numerose altre nell’intero territorio nazionale e non ha risparmiato neppure il Collio sloveno. In particolare il raggiro ai danni di un viticoltore sloveno, al quale i truffatori avevano ordinato, a più riprese, un ingente quantitativo di vino imbottigliato, con spese di spedizione a carico del venditore, garantendo il pagamento con un assegno da consegnare al corriere nel luogo di destinazione, concordato in un paese del casertano, ha consentito agli investigatori del Nucleo di polizia tributaria di Gorizia, sotto la direzione dell’Autorità giudiziaria, di recarsi presso il luogo di consegna della merce dove hanno colto in flagranza di reato i malfattori, procedendo alla loro identificazione ed al controllo del titolo di credito offerto in contrassegno - che risultava palesemente contraffatto - e sottoporre a sequestro quattro bancali di vino confezionato del valore di oltre 10.000,00 euro.
Le contestuali operazioni di perquisizione e sequestro, eseguite presso le abitazioni dei responsabili della truffa, consentivano il rinvenimento, tra l’altro, di un centinaio tra cambiali e assegni ricettati e documentazione varia attinente alle truffe perpetrate.
Nel complesso, alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (CE), sono stati segnalati tredici soggetti per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione di assegni rubati, falsità in atti, truffa aggravata e riciclaggio.
L’indagine, sviluppata a partire dal 2013 e protrattasi sino al 2015, si è ora conclusa con la notifica agli indagati dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari ex art. 415 bis c.p.p.
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