Truffa al CIE di Gradisca: chiesti 21 rinvii a giudizio per le frodi della Connecting People
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- Categoria: Gorizia
- Pubblicato Sabato, 11 Giugno 2016 14:49
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Gorizia - Il 9 giugno scorso il Giudice per l'Udienza Preliminare di Gorizia ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti 21 persone coinvolte negli atti gestionali della Cooperativa Connecting People, che ha gestito per anni il CIE di Gradisca, per il quale il Ministero dell'Interno (tramite la locale Prefettura) sosteneva oneri economici per l'accoglienza e il mantenimento dei cittadini extracomunitari ospitati.
Le indagini, delegate alla Guardia di Finanza di Udine, hanno consentito di scoprire numerosi e gravi reati già nel febbraio scorso. Ora la conferma da parte del GUP.
La Onlus - riferisce il Tribunale - otteneva l'erogazione di denaro pubblico apparentemente "legittimo" per la liquidazione delle fatture di volta in volta presentate alla Prefettura di Gorizia (con la quale l'ente no-profit aveva una convenzione) per i servizi resi: le fatture erano fraudolentemente "incrementate".
La stessa Onlus nel contempo ometteva di fornire i servizi ai migranti (carte telefoniche prepagate, sigarette, pocket money) contrattualmente convenuti.
Tali condotte, peraltro, erano state poste all'attenzione pubblica da inchieste giornalistiche messe in onda da due note trasmissioni televisive nazionali.
L'inchiesta aveva portato al rinvio a giudizio presso il Tribunale di Gorizia di 11 persone - dipendenti della Connecting People nonché pubblici funzionari - per fattispecie di truffa ai danni dello Stato per indebiti rimborsi ottenuti dalla Prefettura di Gorizia nella misura di 2.300.000 euro.
La Onlus commetteva un'ulteriore frode in pubbliche forniture per aver fornito agli ospiti 375 materassi, pagati dalla Prefettura come ignifughi, ma che in realtà, dai riscontri eseguiti (anche presso la società produttrice) non avevano mai avuto tale certificazione.
Inoltre il responsabile locale della Onlus ed i dipendenti si sono indebitamente appropriati di oltre 88.000 Euro inviati dall'estero (tramite circuiti di money-transfer) dai familiari agli ospiti della struttura, che venivano tuttavia "intermediati" dal personale dell'ente no-profit senza poi consegnarli ai cittadini extracomunitari destinatari delle somme.
La Onlus ha poi commesso violazioni fiscali attraverso l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti al fine di conseguire risparmi fiscali. In particolare, le indagini hanno messo in luce che l'acqua acquistata a Pordenone veniva "formalmente" ceduta a una società slovena (imprenditorialmente inesistente) che poi la "rivendeva" in Italia all'ente stesso.
Tale fraudolenta "triangolazione" consentiva di evadere l'Iva godendo delle agevolazioni che escludono l'applicabilità dell'imposta in presenza di vendite all'estero (nel caso della specie, operate solo "cartolarmente') relativamente alla fornitura di 31.248 bottiglie di acqua.
Risultano ora rinviate a giudizio 21 persone fisiche e 3 soggetti giuridici per i reati di associazione a delinquere, frode fiscale, peculato, frode in pubbliche forniture e favoreggiamento.
La Connecting People, che opera in più regioni italiane, dal 2015 non gestisce più il Centro di accoglienza dopo la "risoluzione" avvenuta con la Prefettura di Gorizia.
La Onlus, attualmente in concordato preventivo, è stata fondata nel 2005 a Trapani da 4 soci fondatori: i consorzi di cooperative sociali Il Nodo di Catania, Solidalia di Trapani, Kairòs di Torino, Polis di Pisa.