Anche il Nordest interessato dal pericoloso flusso di fondamentalisti diretti in Siria e Iraq
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- Pubblicato Venerdì, 31 Ottobre 2014 18:33
- Scritto da Giacomo Spagnol
Pordenone - Mercoledì 29 Ottobre c’è stata una operazione dei Carabinieri del Ros di Padova che ha portato alla perquisizione di cinque case. Le indagini che hanno portato a questo blitz si muovono nel campo del terrorismo internazionale legato al fondamentalismo islamico.
Nei giorni scorsi si era mossa anche l'ONU, con un documento del Consiglio di Sicurezza, per manifestare preoccupazione riguardo al fenomeno delle partenze dai Paesi occidentali di persone residenti di fede islamica.
L'ONU stima che si tratti di circa 15mila persone, provenienti da un'ottantina di Paesi. Per l'ONU, questi flussi potrebbero innescare situazioni pericolose in America ed Europa.
Durante le perquisizioni nel nostro Nordest i carabinieri hanno sequestrato vario materiale, tra cui 5 computer, svariate carte e alcune chiavette Usb. Si è scoperto che gli indagati comunicavano tra loro e con alcuni soggetti all’estero tramite Skype e Viber.
L’operazione ha interessato Belluno, Longarone e Azzano Decimo (Pordenone).
A Belluno sono state perquisite le case di due fondamentalisti che sono partiti per la Siria a combattere con l’Isis. Uno di questi, Ismar Mesinovi, si ha la certezza che sia morto durante i combattimenti con l’esercito di Assad, mentre del ventiseienne macedone Munifer Karameleski non si hanno più tracce.
Ad Azzano Decimo i militari hanno fatto irruzione nella casa di due bosniaci che frequentano il centro di preghiera di Pordenone, situato in via Comina. Stesso centro di preghiera che nel 2013 aveva ospitato l’Imam Bilal Bosnic, conosciuto alle cronache dopo essere stato arrestato in Bosnia perché arruolava jihadisti, mandandoli a combattere in Siria e in Iraq.
Il capo religioso del centro di preghiera pordenonese, l’imam Erraji, in quella occasione aveva ammesso che a Pordenone ci fossero dei radicali islamici, assicurando però che fossero la minoranza.
A Longarone gli investigatori hanno perquisito la casa di Pierangelo Pierobon, bellunese venticinquenne convertito all’Islam.
L’indagine che ha portato a queste perquisizioni è coordinata dalla procura distrettuale di Venezia. Il Pm Valter Ignazitto vuole capire quale sia la rete di contatti che ha permesso ai due islamisti di Belluno di arrivare fino in Siria a combattere per L’Isis.
Centri benessere cinesi, indagini della magistratura di Pordenone smantellano giro di prostituzione
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- Pubblicato Giovedì, 30 Ottobre 2014 19:15
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Pordenone - La magistratura di Pordenone ha inferto un duro colpo alle attività illecite dei "centri benessere" della zona, gestiti per la più parte da cittadini di origini cinesi. La Guardia di Finanza di Portogruaro ha chiuso un centro massaggi gestito da un cittadino di nazionalità cinese che è stato arrestato per sfruttamento della prostituzione.
L'arresto è avvenuto in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Pordenone. Le indagini, avviate su iniziativa delle Fiamme gialle nel gennaio del 2014 e coordinate dalla magistratura di Pordenone, hanno permesso di scoprire come dietro le vetrine oscurate del "centro benessere" gestito dall'indagato in pieno centro a Portogruaro si svolgesse invece un'illecita attività parallela, cioè l'offerta di prestazioni di carattere sessuale dietro pagamento di compensi variabili in base alla tipologia di offerte illecite.
Nella struttura lavoravano otto persone di origini cinesi, di età compresa tra i 19 e 44 anni, tra cui la moglie del titolare. I clienti entravano in contatto con il "centro benessere" tramite annunci pubblicati su quotidiani locali o su siti internet; durante la prestazione del massaggio, ai clienti veniva proposta, in modo più o meno palese, una prestazione aggiuntiva a quella offerta, di natura più intima, a fronte di un corrispettivo extra che poteva, a seconda della prestazione ricevuta, arrivare anche ai 100 euro. Al termine della prestazione, la somma veniva versata alla cassa, dove, molto spesso, si trovava l'indagato.
I panificatori del Pordenonese lanciano un'iniziativa di solidarietà
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- Pubblicato Giovedì, 30 Ottobre 2014 18:46
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Pordenone - Sono una dozzina i panifici coinvolti nell’iniziativa centro di solidarietà alimentare (Csa) realizzata dai sette Comuni dell’ambito distrettuale sud della provincia di Pordenone con le associazioni di volontariato e i panificatori della Fippa/Confcommercio di Pordenone.
Il progetto solidaristico, nato per ovviare alle difficili condizioni congiunturali e all’acuirsi di situazioni di difficoltà e disagio delle famiglie del territorio, si avvale di una struttura realizzata nell’ex asilo di Cesena di Azzano Decimo dove è stato creato un apposito magazzino solidale.
In questo centro saranno raccolti e distribuiti aiuti alimentari alle persone più bisognose con l’ausilio dei servizi sociali e il coinvolgimento dei comuni di Azzano Decimo, Pravisdomini, Pasiano, Prata, Chions, Fiume Veneto e Zoppola.
L’intero progetto che si sviluppa nell’arco di due mesi, è nell’ambito di un programma di interventi con i panificatori coinvolti nelle scuole primarie su obiettivi di qualità e aspetti nutrizionali del pane fresco artigianale.
"È una precisa scelta quella di dare sostegno e collaborazione ad iniziative di solidarietà – ha affermato Enrico Bellotto, presidente del gruppo panificatori Ascom -. Noi artigiani conosciamo bene l’importanza ed i valori del nostro prodotto, per questo l’iniziativa nasce come “Pane & Scuola”".
Il progetto si sviluppa attraverso incontri con le insegnanti e attività formative con le scolaresche nei laboratori artigiani, dove si fa conoscere i metodi di impasto e cottura del pane.
E sulle finalità di solidarietà del progetto che saranno illustrate ai bambini come il prodotto pane non va in alcun modo sprecato dal momento che può essere riutilizzato per altre pietanze.
Nella foto un momento della presentazione dell’iniziativa a Cesena di Azzano Decimo
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