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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Economia

Confindustria Trieste dal sindaco: il rigassificatore "strategico" per l'economia locale

Confindustria Trieste dal sindaco: il rigassificatore

Trieste - Strategie condivise per rilanciare il tessuto economico locale e rafforzare la presenza industriale sul territorio provinciale sono stati i temi al centro di un incontro svoltosi il 31 gennaio tra gli associati di Confindustria Trieste e il Sindaco del capoluogo giuliano, Roberto Cosolini. Il Presidente di Confindustria Trieste, Sergio Razeto, ha ribadito la necessità di fare in modo che la presenza industriale sul territorio torni nel medio periodo a pesare per almeno il 15% del Pil provinciale.

Ciò è necessario per mantenere un equilibrio economico e contribuire alla tutela dei livelli occupazionali e al mantenimento del welfare erogato dal Comune. Cosolini ha poi illustrato le questioni su cui, sia direttamente sia con azioni di "moral suasion", l'amministrazione sta già lavorando e intende continuare a lavorare in futuro: collegamenti ferroviari migliori a favore del trasporto di merci e persone, riconversione del Porto Vecchio con spostamento del Punto Franco, sblocco della questione bonifiche e Sito di interesse nazionale.

Ha inoltre fatto riferimento alla Ferriera di Servola, sottolineando che l'Amministrazione ha inteso avvalersi della consulenza di un professionista, Francesco Rosato, per la più pronta individuazione di un percorso di riconversione del sito, date le sue competenze nel settore e la profonda conoscenza del territorio.

Razeto ha ribadito poi al Sindaco come per le imprese vadano affrontate anche altre questioni di assoluta impellenza: la riduzione del costo dell'energia, che sul territorio costa in media il 30% in più che nel resto d'Europa, la diminuzione del gap fiscale con le vicine Austria e Slovenia, la sburocratizzazione e la velocizzazione dei pagamenti da parte dello Stato.

Il rigassificatore per Razeto ha aspetti di strategicità per il tessuto economico locale, a condizione che vengano adottati i migliori standard tecnologici e di compatibilità ambientale e che l'impianto non confligga con lo sviluppo delle attività portuali. Per Cosolini la società a capo del progetto non ha sinora saputo fornire le dovute e necessarie risposte sui punti cardine, tra cui proprio la sua localizzazione e la compatibilità con il prospettato incremento dei traffici portuali.

Rinviata l'approvazione del "riccometro" da parte del Consiglio dei Ministri

Rinviata l'approvazione del

Roma - L’approvazione della revisione dei criteri dell’Isee (Indicatore di situazione economica equivalente), noto come "riccometro", è stata rinviata al prossimo Consiglio dei ministri. È quanto riferisce l'agenzia Ansa da fonti governative al termine del Consiglio dei ministri della tarda serata di giovedì 31 gennaio. Le fonti spiegano che si è preferito attendere la presenza di tutti i ministri, in particolare di Elsa Fornero.

La revisione del "riccometro" sul tavolo del Consiglio dei ministri fa parte una più ampia strategia per scoprire i "finti poveri". Il Governo si deve pronunciare attraverso una "deliberazione motivata", che consentirà di superare il mancato accordo con la Conferenza delle Regioni, dovuto al voto negativo della Lombardia, come richiesto dalla Corte Costituzionale. Insieme al "redditometro", il nuovo "riccometro" è parte integrante della manovra sui conti pubblici.

Anche il Forum delle Famiglie nei giorni scorsi aveva sollevato delle riserve sul provvedimento. In questa fase preelettorale l'ex maggioranza sta evidentemente valutando l'opportunità politica di varare la norma.

Piccoli industriali, artigiani e commercianti alla disperazione: Rete Imprese lancia un drammatico SOS

Piccoli industriali, artigiani e commercianti alla disperazione: Rete Imprese lancia un drammatico S

Trieste - Ridurre il peso del fisco scongiurando prima di tutto l'ulteriore scatto Iva, escludere dall'Imu gli immobili strumentali delle imprese, assicurare lo smobilizzo dei crediti nei confronti della pubblica amministrazione, avanti con le semplificazioni. Sul fronte del lavoro semplificare l'apprendistato, favorire il lavoro delle donne, Mezzogiorno e internazionalizzazione delle imprese.

Sono questi alcuni dei punti contenuti in un'agenda di 80 pagine che Rete Imprese Italia ha presentato alle forze politiche il 28 gennaio, nel corso di una manifestazione che ha visto coinvolte 80 città d'Italia.

In Friuli Venezia Giulia piccoli imprenditori ed artigiani si sono dati appuntamento a Trieste, dove sono intervenuti i presidenti regionali delle tre associazioni di rappresentanza: Pio Traini di Confcommercio, Graziano Tilatti di Confartigianato e Denis Puntin della Cna.

I dati regionali sono stati presentati in una trentina di diapositive che fotografano una realtà drammatica: il numero di imprese artigiane è calato di 330 unità nell'ultimo anno, di 608 nell'ultimo triennio, di 1.642 aziende rispetto al massimo raggiunto a fine 2005 (31.571) ed è ritornato (29.929 aziende nel 2012) sui livelli del 2000 (29.972).

Il mercato del lavoro è di conseguenza crollato: nel 2012 sono state autorizzate 24,2 milioni di ore di CIG  (+2,4 milioni di ore sul 2011), il terzo peggior dato dal 1971. Cresce il ricorso alla CIGS e CIGD nel settore
artigiano (+77% rispetto al 2011). Superato (+3%) anche il record del 2010.

Ma quali sono gli extracosti delle imprese italiane? Prendendo a riferimento i paesi europei a noi più comparabili, ossia Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, si rileva questa situazione: fatto 100 il costo “europeo”, le imprese italiane pagano 114 la benzina, 115 il gasolio, 227 l’energia elettrica, 295 i tempi della giustizia civile e 316 quelli della pubblica amministrazione.

Quanto all’imposizione totale sul profitto commerciale (il cosiddetto Ttr: total tax rate), siamo a livello 145 (fatta 100 l’aliquota media degli altri quattro paesi, la nostra è quasi del 45 per cento più alta).

Nel dossier di 30 pagine di Rete Imprese, presentato dal presidente di turno Carlo Sangalli, al primo punto figura quindi la riduzione della pressione fiscale (in particolare archiviazione Iva, razionalizzazione dell'Irpef, taglio dell'Irap, revisione della riscossione coattiva); rilievo anche al nodo del credito alle imprese, oltre al proseguimento dell'azione di semplificazione, sviluppo del mercato del lavoro (lancio del nuovo apprendistato, sostegno al welfare contrattuale bilaterale, stop a solidarietà impropria tra i settori, con la revisione dei versamenti per l'indennità di malattia a carico di comparti, come commercio e artigianato, il cui tiraggio è basso).

E ancora, necessità di investimenti in infrastrutture ed energia; nuove politiche industriali dei servizi; sostegno allo sviluppo dell'internazionalizzazione delle imprese, sviluppo della leva del turismo.

L'intervento di Sangalli è stato seguito da oltre 300 associazioni territoriali e oltre 30mila imprenditori.

"Oggi si alza in Italia la voce di centinaia di migliaia di imprese per chiedere una svolta nella politica economica del Paese. Siamo qui per dirlo tutti insieme e a gran voce: senza impresa non c'é futuro, senza impresa non c'é salvezza dell'Italia" ha detto il presidente Sangalli.

"La disperazione delle piccole imprese che noi oggi rappresentiamo deriva da una domanda interna desolatamente ferma. Per questo chiediamo di archiviare definitivamente l'aumento Iva, ed è questo punto che ci divide dal manifesto di Confindustria".

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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