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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Economia

Piccoli industriali, artigiani e commercianti alla disperazione: Rete Imprese lancia un drammatico SOS

Piccoli industriali, artigiani e commercianti alla disperazione: Rete Imprese lancia un drammatico S

Trieste - Ridurre il peso del fisco scongiurando prima di tutto l'ulteriore scatto Iva, escludere dall'Imu gli immobili strumentali delle imprese, assicurare lo smobilizzo dei crediti nei confronti della pubblica amministrazione, avanti con le semplificazioni. Sul fronte del lavoro semplificare l'apprendistato, favorire il lavoro delle donne, Mezzogiorno e internazionalizzazione delle imprese.

Sono questi alcuni dei punti contenuti in un'agenda di 80 pagine che Rete Imprese Italia ha presentato alle forze politiche il 28 gennaio, nel corso di una manifestazione che ha visto coinvolte 80 città d'Italia.

In Friuli Venezia Giulia piccoli imprenditori ed artigiani si sono dati appuntamento a Trieste, dove sono intervenuti i presidenti regionali delle tre associazioni di rappresentanza: Pio Traini di Confcommercio, Graziano Tilatti di Confartigianato e Denis Puntin della Cna.

I dati regionali sono stati presentati in una trentina di diapositive che fotografano una realtà drammatica: il numero di imprese artigiane è calato di 330 unità nell'ultimo anno, di 608 nell'ultimo triennio, di 1.642 aziende rispetto al massimo raggiunto a fine 2005 (31.571) ed è ritornato (29.929 aziende nel 2012) sui livelli del 2000 (29.972).

Il mercato del lavoro è di conseguenza crollato: nel 2012 sono state autorizzate 24,2 milioni di ore di CIG  (+2,4 milioni di ore sul 2011), il terzo peggior dato dal 1971. Cresce il ricorso alla CIGS e CIGD nel settore
artigiano (+77% rispetto al 2011). Superato (+3%) anche il record del 2010.

Ma quali sono gli extracosti delle imprese italiane? Prendendo a riferimento i paesi europei a noi più comparabili, ossia Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, si rileva questa situazione: fatto 100 il costo “europeo”, le imprese italiane pagano 114 la benzina, 115 il gasolio, 227 l’energia elettrica, 295 i tempi della giustizia civile e 316 quelli della pubblica amministrazione.

Quanto all’imposizione totale sul profitto commerciale (il cosiddetto Ttr: total tax rate), siamo a livello 145 (fatta 100 l’aliquota media degli altri quattro paesi, la nostra è quasi del 45 per cento più alta).

Nel dossier di 30 pagine di Rete Imprese, presentato dal presidente di turno Carlo Sangalli, al primo punto figura quindi la riduzione della pressione fiscale (in particolare archiviazione Iva, razionalizzazione dell'Irpef, taglio dell'Irap, revisione della riscossione coattiva); rilievo anche al nodo del credito alle imprese, oltre al proseguimento dell'azione di semplificazione, sviluppo del mercato del lavoro (lancio del nuovo apprendistato, sostegno al welfare contrattuale bilaterale, stop a solidarietà impropria tra i settori, con la revisione dei versamenti per l'indennità di malattia a carico di comparti, come commercio e artigianato, il cui tiraggio è basso).

E ancora, necessità di investimenti in infrastrutture ed energia; nuove politiche industriali dei servizi; sostegno allo sviluppo dell'internazionalizzazione delle imprese, sviluppo della leva del turismo.

L'intervento di Sangalli è stato seguito da oltre 300 associazioni territoriali e oltre 30mila imprenditori.

"Oggi si alza in Italia la voce di centinaia di migliaia di imprese per chiedere una svolta nella politica economica del Paese. Siamo qui per dirlo tutti insieme e a gran voce: senza impresa non c'é futuro, senza impresa non c'é salvezza dell'Italia" ha detto il presidente Sangalli.

"La disperazione delle piccole imprese che noi oggi rappresentiamo deriva da una domanda interna desolatamente ferma. Per questo chiediamo di archiviare definitivamente l'aumento Iva, ed è questo punto che ci divide dal manifesto di Confindustria".

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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