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La ministra Cecile Kyenge in visita in FVG. Toccati i temi dell'accoglienza e della cittadinanza
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- Categoria: Uomini e diritti
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26 Gen 2014
- Ultima modifica il Domenica, 26 Gennaio 2014 15:07
- Pubblicato Domenica, 26 Gennaio 2014 15:01
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Pordenone - La ministra dell'Integrazione Cecile Kyenge è stata in Friuli Venezia Giulia sabato 25 gennaio per una visita centrata sui temi dei migranti e dei Centri di accoglienza.
Cecile Kyenge ha illustrato l'intensa attività in corso al ministero e le linee sulle quali intende proseguire: portare le richieste di asilo in ambito comunitario, revisione dei Centri di accoglienza per richiedenti asilo, abolizione del reato di clandestinità ed approfondimento delle modalità di acquisizione della cittadinanza, prendendo in considerazione il fattore nascita sul territorio italiano (cd. ius soli).
Esponenti della Lega Nord hanno manifestato, via social network e con alcune contestazioni di piazza, il loro dissenso e la contrarietà alla visita. Un consigliere leghista, che in aula a Pordenone ha tentato di raggiungere la ministro, è stato allontanato dalla Digos.
"Anche dal confronto con questo territorio - ha detto Kyenge - porterò al governo centrale molti spunti interessanti per una revisione completa del nostro sistema di accoglienza. Molti contributi saranno utili per il nuovo piano dell'integrazione al quale stiamo lavorando".
Una revisione sollecitata anche dalla presidente Serracchiani, la quale ha chiesto che il governo continui "il percorso per una legge basata sul principio dello ius soli, che stabilisca che chi nasce in Italia è italiano. È il momento - ha aggiunto - che gli oltre 10.000 bambini di origine straniera che frequentano le nostre scuole materne e primarie, e che spesso parlano il friulano di più e meglio di me, vengano considerati cittadini italiani a tutti gli effetti".
Serracchiani ha ribadito che il Cie di Gradisca deve restare chiuso, anche perché non vi sono le condizioni basilari di vivibilità.
Ma la ministro Kyenge è andata oltre: "l'opportunità di trasformare i Cara in centri di accoglienza è richiesto anche da altri territori", e dunque su questo si lavorerà. Ma intanto "si deve far capire all'Europa che la gestione dei richiedenti asilo deve essere una questione comunitaria e riguarda anche lo snellimento dell'iter per il riconoscimento".
La ministra ha anche parlato, a dispetto delle proteste,di un "salto di qualità nel senso di un cambiamento culturale".
Nel suo indirizzo di saluto il sindaco Claudio Pedrotti ha spiegato che Pordenone è una delle prime città d'Italia per percentuale di cittadini immigrati (16,3%), "una quota - ha detto il sindaco - che si è esponenzialmente alzata in pochi anni, passando dai 2.300 cittadini nel 2001 agli 8.500 del 2012".
Sono 104 le etnie rappresentate nel territorio pordenonese, quella ganese è la più numerosa.
"Sono stato per dieci anni sindaco di questa città e ho vissuto l'incremento della presenza di immigrati", ha ricordato il vicepresidente della Regione Fvg Sergio Bolzonello, osservando che "in questi anni il mondo è cambiato velocemente e abbiamo forse perso la voglia di parlarci e confrontarci sui temi crisi e immigrazione: la contrapposizione è spesso l'unico modo per parlare, si cerca lo scontro e non la strada comune".
"Ebbene - ha esortato - non possiamo pensare di avere destini separati in una comunità, ma dobbiamo costruire una via di convivenza concreta".
"Questa regione, che nei decenni passati ha vissuto una forte immigrazione, deve ricordare come ha costruito il suo benessere", ha concluso Bolzonello, citando un messaggio di pace e speranza di Nelson Mandela, cittadino onorario di Pordenone.
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