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Ideal Standard, chiude stabilimento di Zoppola, quasi 500 a casa. Sindacati e industriali "comportamento inaccettabile"
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- Categoria: Economia e mercati
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18 Lug 2013
- Ultima modifica il Giovedì, 18 Luglio 2013 09:35
- Pubblicato Giovedì, 18 Luglio 2013 09:35
- Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
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Pordenone - Ideal Standard chiude lo stabilimento di Orcenico di Zoppola, dove lavorano 480 addetti.
La comunicazione è avvenuta a Roma, al vertice al ministero dello Sviluppo Economico e ha colto di sorpresa gli stessi sindacalisti e gli enti locali.
E' un ''comportamento inaccettabile - ha detto Giuseppe Pascale.
Intanto, Unindustria Pordenone considera irricevibile il piano presentato ieri, 17 luglio, al Ministero dello Sviluppo Economico da Ideal Standard.
"Il piano di chiusura del sito di Orcenico significherebbe , oltre alla gravissima perdita occupazionale , la perdita di un pezzo della storia dell’industria pordenonese e dunque la distruzione di un ingranaggio fondamentale dell’economia e della manifattura provinciale e regionale oltre che la dispersione di competenze preziose per un intero comparto. In questi anni e, soprattutto in queste ultime settimane – interviene il presidente Michelangelo Agrusti – ci siamo adoperati, insieme alle Organizzazioni Sindacali, per dare risposte concrete al deficit di competitività più volte denunciato dall’azienda".
" Abbiamo operato, nel quadro delle linee guida tracciate dall’Accordo di Programma firmato in Provincia il 16 aprile 2012 - aggiunge - e, in particolare, abbiamo individuato interventi sui capitoli efficienza industriale e costo del lavoro che, pur con notevoli sacrifici per i lavoratori, sono in grado di ridurre significativamente il deficit competitivo denunciato portando, solo con questi interventi, il costo del prodotto ad una riduzione di circa il 25%. Forti di queste argomentazioni e consapevoli dell’importanza di mantenere viva una realtà produttiva fondamentale per il territorio, condividiamo le preoccupazioni dei lavoratori e delle loro rappresentanze sindacali e, insieme, chiediamo un’urgente convocazione di un incontro a livello regionale affinchè anche la Giunta regionale dia corpo e concretezza, attraverso gli interventi a suo tempo delineati nell’accordo di programma, al piano di ristrutturazione aziendale".
"Solo unendo le forze del territorio - è la conclusione di Agrusti - e declinando tempestivamente e dettagliatamente gli interventi da mettere in campo, sarà possibile convincere l’azienda a ritirare il piano oggi presentato e a considerare un’alternativa ad esso, credibile sul piano economico e accettabile sul piano sociale".
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