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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Attualità

La vertenza della Ideal Standard di Orcenico ottiene l'appoggio della Confindustria nazionale

La vertenza della Ideal Standard di Orcenico ottiene l'appoggio della Confindustria nazionale

Roma - Il 25 luglio presso la sede centrale della Confindustria in viale dell'Astronomia a Roma il presidente della Confindustria di Pordenone Michelangelo Agrusti ha incontrato Giorgio Squinzi a proposito della vertenza della Ideal Standard di Orcenico di Zoppola, ottenendo il pieno appoggio.

"Con Squinzi - ha spiegato il presidente di Unindustria Pordenone - vi è totale uniformità di vedute e toni. Una sintonia che, già oggi, a poca distanza da quella drammatica assemblea di ieri a Orcenico di Zoppola (Pordenone), di fronte ai 500 lavoratori a rischio di perdere il posto di lavoro, mi consente di confermare ciò che avevo anticipato con ottimismo".
 
Agrusti ha ribadito che la battaglia per Ideal Standard "trascende, in qualche modo, perfino la crisi. È paradigmatica - ha detto - dello stato in cui versa l'intero comparto manifatturiero, locomotiva del nostro Paese".

"Non possiamo permetterci di perdere questa battaglia per aver lasciato qualcosa di intentato", ha concluso Agrusti.

Da parte sua il ministro delle Attività produttive Zanonato ha promesso la riapertura del tavolo di trattativa con l'azienda.

La vertenza Ideal Standard è iniziata nel 2009, quando per l'intero gruppo è partito un “Contratto di solidarietà difensivo” in scadenza il prossimo 31 dicembre 2013.

Il pacchetto di maggioranza della Ideal Standard è detenuto dalla Bain capital di Boston (Usa), una società finanziaria specializzata in acquisizione di pacchetti azionari. La società non appare interessata ad investire sulle attività produttive della Ideal Standard.

La presidente Debora Serracchiani, nei giorni scorsi, aveva detto chiaramente che se la Bain capital non dovesse sedersi al tavolo nazionale, la Regione la convocherà a sua volta, e che non intende più "mettere soldi solo negli ammortizzatori sociali".

Serracchiani ha chiesto anche che dal governo arrivi una presa di posizione forte: "Mi auguro che il governo a questo punto alzi la testa e glielo dica, alla multinazionale, che non intendiamo farci prendere in giro, e che su quel tavolo si possa finalmente parlare di investimenti e competitività".

Per Serracchiani, "quello che è successo è la fotografia peggiore delle relazioni industriali, "una nuova forma di colonialismo", ma "questa terra e questa gente non si faranno sfruttare".

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