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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Economia

Assemblea nazionale Confcommercio. Sangalli: se chiudono le imprese chiude l'Italia. Fischi per Zanonato

Assemblea nazionale Confcommercio. Sangalli: se chiudono le imprese chiude l'Italia. Fischi per Zano

Roma - Si è svolta il 12 giugno all'Auditorium di via della Conciliazione a Roma l'assemblea confederale della Confcommercio. A tenere la relazione principale, il presidente Carlo Sangalli. Era presente per il Governo il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, che è stato contestato dai partecipanti.

La missione fondamentale del governo italiano deve essere quella di "agire con tempestività e agire in profondità" per far fronte alle emergenze del Paese. Questo l'appello lanciato dal presidente Sangalli nel suo intervento all'assemblea. "La priorità delle priorità è scongiurare l'ulteriore aumento dell'Iva di un punto".

"Sarebbe come gettare della benzina sul fuoco della recessione", avverte Sangalli. "Occorre davvero un approccio "senza se e senza ma" - afferma - "L'impatto di questo aumento sui consumi, sulla crescita e sull'occupazione sarebbe benzina su un fuoco ancora ardente, visto che consumi, crescita e occupazione picchiano gia' al ribasso da ormai troppo tempo!"

Ma il governo non dà certezze e non ha ancora sciolto la riserva, così la platea di Confcommercio fischia il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato.

"Non è che non lo voglia fare ma non lo posso promettere", dice sullo stop all'aumento della tassa. Il ministro ha sottolineato che "la volontà" di bloccare l'aumento Iva "resta" ma "non posso assicurarvi che siamo in grado di farlo". Zanonato ha poi ricordato che la decisione di aumentarla "non è stata presa da questo governo".

Applausi dalla platea di Confcommercio invece quando il ministro ha detto, a proposito dell'Imu, che "è paradossale che venga applicata l'imposta agli immobili strumentali".

Il quadro tracciato dall'indagine Confcommercio-Cer sulla situazione del nostro Paese è nero. I consumi non sono andati mai così male in 70 anni di vita della Repubblica.
 
E il potere d'acquisto recupererà solo nel 2036. A causa della crisi, "ogni famiglia italiana ha registrato, in media, una riduzione del proprio potere d'acquisto di oltre 3.400 euro" ha detto Sangalli, citando i dati dell'indagine.

Nel primo trimestre di quest'anno hanno chiuso i battenti più di 40mila imprese. La pressione fiscale poi è insopportabile: nel 2013 il numero di giorni di lavoro necessari per pagare tasse, imposte e contributi "raggiungerà il suo massimo storico, 162 giorni (ne occorrevano 139 nel 1990 e 150 nel 2000).

Infine il fisco costa alle piccole e medie imprese 10 miliardi l'anno, il 50% in più della media europea. Bisogna dunque agire subito e ora tocca al governo, ammonisce Sangalli. L'agenda delle riforme "è nota e arcinota ma largamente inevasa".

"Servono scelte coraggiose e ambiziose perché se il Nord del nostro Paese è sull'orlo del baratro, il tonfo del Mezzogiorno è invece una realtà già conclamata da tempo". E "se chiudono le imprese chiude l'Italia".
 
 

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