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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Economia

Ideal Standard: sindacati a Orcenico, pronti a occupare la fabbrica. Serracchiani "il Governo rialzi la testa"

Pordenone - "Il Governo italiano deve rialzare la testa: siamo un Paese attrattivo, ma non intendiamo farci prendere in giro dalle multinazionali".

Lo ha dichiarato la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, a Orcenico di Zoppola, partecipando all'assemblea convocata contro la chiusura dello stabilimento Ideal Standard, con quasi 500 posti di lavoro a rischio. "Qualcuno pensa a un nuovo colonialismo, ma si sono sbagliati, perché questa non è quella terra e questa non è quella gente", ha aggiunto la presidente.

"Per scongiurare questa chiusura, le cui modalità rappresentano una delle pagine peggiori della storia recente dei rapporti con le istituzioni e le organizzazioni sindacali, non abbiamo promesse da fare ma intendiamo dare corso a un'azione di sistema perché questo stabilimento serve alla regione, al Nordest e all'intero Paese se si vuole continuare a fare manifattura in Italia. Per quanto riguarda l'interlocutore - ha concluso - o viene lui o ce lo andiamo a cercare".

"Siamo in costante contatto con il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, a cui abbiamo chiesto di riaprire il tavolo che già stamani vedrà, a Roma, impegnate le segreterie nazionali dei sindacati". Ha aggiunto Serracchiani, osservando che, parallelamente, la Regione aprirà un tavolo locale per convocare l'azienda. "Le scelte di Ideal Standard sono certamente precedenti all'insediamento del ministro Zanonato ma sono anche convinta che il Ministro non farà pesare la propria provenienza geografica. Qui stiamo semplicemente parlando - ha concluso - di scelte scellerate da parte dell'azienda".

"La multinazionale sappia che chi tocca lo stabilimento di Orcenico tocca i fili dell'alta tensione". E' uno dei passaggi chiave degli interventi dei sindacalisti all'assemblea pubblica di stamani, 24 luglio, all'Ideal Standard di Orcenico di Zoppola.

All'assemblea hanno partecipato la presidente della Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, e gli assessori Bolzonello, Panontin e Panariti, una cinquantina di sindaci o loro delegati, in rappresentanza di tutti i comuni dove risiedono i circa 500 addetti dello stabilimento a rischio chiusura, il delegato del vescovo e i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil.

"Da questa fabbrica - hanno ammonito i sindacalisti - non uscirà la tecnologia e siamo disposti ad arrivare a occuparla se avvertiremo il rischio di trasferimento di impianti". I rappresentanti dei lavoratori hanno anche chiesto alla Regione un sostegno concreto alle politiche attive del lavoro sottolineando l'unità del territorio, schieratosi a difesa del mantenimento dell'azienda. "Se oggi chiude Ideal Standard - hanno concluso - domani toccherà ai colossi dell'elettrodomestico, in un percorso gravissimo di spoliazione del territorio delle sue storiche attività produttive".

"Questo è un luogo simbolico per il territorio della Destra Tagliamento: se cediamo qui, cederemo dappertutto". Lo ha affermato il presidente di Unindustria Pordenone, Michelangelo Agrusti. "La battaglia che stiamo conducendo - ha commentato Agrusti - vale tanto per il settore dell'edilizia, del legno-arredo o dell'elettrodomestico. In una situazione così grave come quella odierna, e di fronte a comportamenti inaccettabili come quelli della proprietà, voglio ricordare a tutti che imprenditori e grandi finanzieri, che sempre più spesso sono a capo delle multinazionali, devono meritare di essere rappresentati da Confindustria".

All'assemblea è intervenuto anche il presidente della Provincia di Pordenone, Alessandro Ciriani, il quale ha ricordato i numeri dell'emergenza occupazionale: "Nel Friuli Occidentale ci sono già diecimila lavoratori da ricollocare, non è possibile accettare passivamente anche la chiusura di un colosso come Ideal Standard".

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