Esistenza e comicità, la ricerca di sè stessi secondo Ale e Franz
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- Pubblicato Venerdì, 18 Marzo 2016 09:23
- Scritto da Timothy Dissegna
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Gorizia – Una coppia di amanti che non si vede da vent'anni, un ladruncolo che si appella a un santo per far cambiare la propria vita, due ex comppagni di partito e molto più: ieri sera, sul palco del Teatro Verdi sold out per l'occasione, Ale e Franz hanno portato in scena il loro spettacolo “Tanti lati – latitanti”, prodotto da ITC 2000 e diretto da Alberto Ferrari.
Non una semplice commedia, ma un rimando continuo all'infinita ricerca dell'essere umano di sé stesso: tutti i personaggi che il duo ha impersonato sono infatti confusi, che incontrano una parte della loro vita a volte per caso, altre cercandola appositamente. Come i primi protagonisti, Enrico e Maria, che da tantissimo tempo non si incontrano dopo una storia d'amore finita all'improvviso e tanti rimpianti (e rimproveri) rimasti irrisolti.
Ci penserà poi il colpo di scena ad alta concentrazione di risate a risolvere il nodo dei misteri, per poi riannodarsi appena Ale e Franz vestiranno panni nuovi e affronteranno domande solo apparentemente diverse, ma in fondo tutte unite dallo spesso filo rosso dell'esistenza. E lo fanno come ormai ci hanno bituato da anni in tv, tra battute, gag e una certa improvvisazione che scade a volte in un umorismo già visto e sentito. Ma bisogna andare oltre per capire.
E oltre si cela una fitta ragnatela che unisce Shakespeare, Pasolini, Brect: teatri anche diversi tra loro, ma che riescono a trovare una sintesi nei disperati tentativi di due poveracci, senza niente e nessuno, di raggiungere la luna. Sperando in un miracolo che forse mai arriverà, come lo sparo che da il via a una nuova umanità più giusta ed eguale, che attende il comunista rimasto fedele alle sue idee nonostante siano caduti muri e ideologie.
La parte più forte dello spettacolo arriva quando sul palco viene proiettata una brevissima clip con Alda Merini, la straordinaria poetessa che trascorse una parte della sua vita in manicomio: una donna che, come lei stessa racconta, era “scesa all'inferno” lì dentro, in un posto dove amare era punito con l'elettroshock. Ma in mezzo a quelle macerie umane, lei si è ritrovata, come hanno tentato di fare anche i personaggi interpretati da Ale e Franz.
La ricerca arriva fino a Dio, che non si trova da nessuna parte: un sussurro rispetto al grido nicciano della “Gaia Scienza”, ma che scuote l'animo di fronte alla vita. La cui essenza va ricercata a qualsiasi età, in qualsiasi persona, nelle proprie idee per capire il bello e brutto di noi stessi. E, alla fine, prenderli in giro.
(Foto Vita Diocesana Pinerolese)
Condividere una risata, tra i mille lati dell'essere umano: intervista ad Ale&Franz
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- Pubblicato Mercoledì, 16 Marzo 2016 09:47
- Scritto da Timothy Dissegna
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Gorizia - Più che due comici, ormai sono un'espressione del nostro linguaggio per indicare una carica irresistibile di risate: Ale e Franz, al secolo Alessandro Besentini e Francesco Villa, noti ai più per i trascorsi televisivi a Zelig ma anche per la loro carriera teatrale.
E proprio loro saranno sul palco del Teatro Verdi domani sera, con il loro ultimo spettacolo “Tanti lati – Latitanti” (di cui hanno firmato la sceneggiatura, insieme ad Antonio De Santis e Alberto Ferrari) per la regia di Alberto Ferrari, mentre stasera saranno al Teatro Adelaide Ristori di Cividale.
Ma tutti questi lati sono un po' le loro “50 sfumature” di comicità? “Potrebbe essere” ci risponde al telefono Besentini “nell'essere umano ci sono tanti lati e in noi stessi ci sono tanti aspetti che a volte scappano, si nascondono” e ci ritroviamo così a chiederci dove possiamo ritrovarli.
Una ricerca che ha portato a questa piéce, ma il percorso non è stato immediato: “Ci sono voluti due anni per creare questo spettacolo” ci spiega, partendo dal progetto iniziale “Work in progress” portato in tantissimi piccoli teatri. Quel lavoro è così mutato nel tempo e, 120 repliche dopo, è diventato quello che adesso ha già collezionato 80 date: due ore ricche di “tantissimo materiale” che “abbiamo corretto fino a Ottobre” con le parti che volevano.
Ma tra palco teatrale e televisivo, quale vi ha dato più soddisfazioni? “Entrambi, sono sistemi diversi di lavorare” ma il piatto della bilancia non sfavorisce nessuna delle due esperienze. E se gli chiediamo come riescano a tradurre in scena quel concetto di umorismo che già Pirandello teorizzava, la risposta è disarmante nella sua semplicità: “Si traduce in quello che si vede, ognuno ha i suoi gusti e noi partiamo dai nostri. Vogliamo condividere ciò che ci fa ridere”.
Tasse, problemi economici, per non parlare dei disastri nel mondo: ci vuole coraggio per ridere, a vedere tutto ciò, e Besentini ci risponde: “La vita non è sempre piacevole, noi tendiamo sempre a sdrammatizare. Facciamo questo partendo dalla giornata per uscire dal “dramma” quotidiano. Siamo la voglia di evadere per un po' di tempo e vogliamo dare alle persone una risata”.
Dire che ci riescono alla grande è poco. Ecco allora l'ultima domanda: ce l'avete una definizione di comicità? “La comicità è quella cosa che crea così velocemente da proviocare un cortocircuito che fa scoppiare una risata. Ti porta davanti una cosa piacevole che crea sorpresa”. Ed è ancora bello sapere che non abbiamo perso la capacità di sorprenderci per le cose divertenti.
8 marzo, donne in scena con "La scena delle donne". A teatro una riflessione politica
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- Pubblicato Martedì, 08 Marzo 2016 10:29
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Pordenone - Si celebra l'8 marzo la festa della donna. Quale migliore modo per festeggiarla se non il teatro, fin dai suoi inizi luogo privilegiato per la riflessione sulle scelte politiche?
Tra i numerosi eventi organizzati per la ricorrenza, si segnala lo spettacolo "Italia. La nascita della Repubblica Italiana, le donne e il voto", di e con Bruna Braidotti e Bianca Manzari, già "Premio donne e teatro" a Roma nel 2007, che si svolge al teatro Miotto di Spilimbergo appunto l'8 marzo (alle 21).
Vi si narra la storia di due sorelle che negli anni della guerra vivono, tra il Friuli e la Lombardia, le vicende tragiche con la levità e la freschezza della loro gioventù. Testimone del passaggio dalla dittatura alla democrazia, Italia, una delle due sorelle racconta ai giorni nostri i suoi ricordi alla propria figlia.
Lo spettacolo si colloca nell'ambito del festival pordenonese "La scena delle donne", spazio di espressione e di visione riservato al mondo femminile il cui linguaggio, pensiero e creatività non sono ancora abbastanza conosciuti e valorizzati, vuole diventare un luogo pubblico: un luogo "politico" nel suo senso più vero, luogo della partecipazione alla vita collettiva.
Gli spettacoli, gli incontri e le letture organizzati contribuiranno a focalizzare la riflessione su aspetti dell’essere donna in questo mondo nella sua dimensione storica e spaziale. L’apporto di Paesi distanti e diversi, che mettono in scena situazioni diversissime, permette di analizzare situazioni in cui sono tuttora presenti la violenza e il condizionamento di una società maschilista e patriarcale.
Dopo l'8 marzo ed in attesa dell’incontro con Dacia Maraini (il 17 aprile al teatro Verdi) e dei laboratori "Il linguaggio della Dea", che esploreranno le possibilità espressive delle donne andando alla ricerca di una cultura matriarcale sepolta, gli organizzatori hanno già fissato diversi appuntamenti.
Il 9 marzo, un titolo cult internazionale: "I monologhi della vagina", di Eve Ensler, che ha dato voce a donne di varie età ed estrazione sociale, a partire da oltre 200 conversazioni sul sesso, sulle relazioni e sulla violenza. Uno spettacolo che dal 1998 è diventato un vero e proprio movimento contro la violenza, culminato con la nascita del V-Day, celebrato il giorno di San Valentino, in cui i monologhi vengono recitati in diversi teatri di tutto il mondo per poi devolverne il ricavato ad associazioni impegnate nella lotta alla violenza.
All’Auditorium Concordia di Pordenone, lo spettacolo verrà proposto dalle Dickens sisters, formazione di attrici pordenonesi che dal 2013 si ritrovano in varie composizioni per reading e progetti teatrali: Bruna Braidotti, Silvia Corelli, Bianca Manzari, Carla Manzon, Viviana Piccolo.
Il 29 marzo, sempre al Concordia, prima assoluta italiana di "The stars", di e con Monirah Hashemi, uno spettacolo internazionale in prima persona sulla condizione della donna in Afghanistan (recitazione in lingua inglese, presentazione del testo in italiano prima dello spettacolo).
In aprile, a San Vito al Tagliamento, "Io Bio-comica", risate a Km 0 per una comicità ecosostenibile al 100% di e con Giuditta Cambieri e "La Lupe" con Lisandra Hechavarrìa Hurtado, riscrittura di Odalis Ferrer sul personaggio di una cantante-simbolo della musica e canzone cubana.
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