La sezione pianoforte del Premio delle Arti si svolge al Tartini di Trieste
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- Pubblicato Martedì, 05 Giugno 2012 17:24
- Scritto da Tiziana Melloni
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Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nella sua azione di promozione delle istituzioni di Alta formazione artistica bandisce ogni anno il “Premio Nazionale delle Arti”. Il concorso è riservato agli studenti delle istituzioni artistiche e musicali italiane. Il premio giunge quest'anno alla IX edizione. Quest’anno l'organizzazione della sezione Pianoforte è stata affidata al Conservatorio di Trieste. L'importante appuntamento si svolgerà nei giorni 7, 8, 9 giugno.
Al concorso hanno partecipato gli studenti delle Istituzioni di Alta Formazione Artistica e Musicale italiane regolarmente iscritti per l’anno accademico 2011/2012. Per il pianoforte sono stati selezionati 23 concorrenti, tra 500 partecipanti provenienti da 16 Istituti Superiori di Studi Musicali italiani. Prestigiosa la giuria, presieduta da Guido Salvetti e formata da Giuseppe Andaloro, Maurizio Baglini, Johannes Kropfitsch, Valerij Voskobojnikov. La Regione FVG compartecipa alla realizzazione dell'evento. Il coordinamento del concorso in sede locale è affidato alla professoressa Fedra Florit.
Le modalità del concorso, illustrate dal direttore del Conservatorio Tartini Parovel e dalla professoressa Florit, prevedono una fase eliminatoria che si svolgerà il 7 giugno dalle 9.30 alle 19 in Aula Magna del Conservatorio. Gli 8 pianisti restanti accederanno alla semifinale, da svolgersi l'8 giugno sempre in Conservatorio. I tre finalisti rimasti si sfideranno sabato 9 giugno presso la sala del Ridotto del Teatro Verdi, alle 17.30. Tutte le prove sono aperte al pubblico.
Ricco il programma presentato dai giovani: da Bach a Chopin, a Beethoven, fino ad autori del '900. I due concorrenti del Conservatorio di via Ghega sono il pianista mongolo Bat-Erdene Batbileg e l'italiano Marco Puissa.
Società Operaia: Bambini all'Opera, un gran successo
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- Pubblicato Venerdì, 01 Giugno 2012 15:24
- Scritto da Maurizio Pertegato
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PORDENONE - Auditorium Concordia gremitissimo per la sesta edizione di “BAMBINI ALL’OPERA” organizzata dalla Società Operaia nell’ambito del secondo masterclass di canto lirico e del primo laboratorio di arte scenica. L’opera andata in scena è “L’Elisir d’amore” di Donizetti. L’ottimo successo è stato decretato da una forte sinergia tra istituzioni scolastiche – l’ISIS per una parte dei costumi, lo IAL per il trucco e parrucco, le scuole primarie che hanno aderito al progetto: A. Gabelli, C. Collodi, O. da Pordenone, E. Vendramini e Scuola dell’infanzia di Torre con tutte le insegnanti fortemente impegnate anche nella preparazione corale degli studenti, il Vespa Club di Pordenone per il prestito della vespa anni ‘50, l’Osteria Al Verdi per la particolare ospitalità. Un discorso a parte merita il “Gruppo Teatro Pordenone Luciano Rocco” per la preziosissima e qualificata collaborazione data con la messa a disposizione degli arredi scena, dei costumi, per la disponibilità delle comparse, per il prezioso aiuto dato in qualità di aiuto regista da Walter Toffolo. Un’attenzione particolare va rivolta al fantasista Enzo Samaritani in arte Sam il Menestrello che ha accompagnato con la sua verve alcuni momenti dello spettacolo.
Guidati dall’ottima registra Cristina Pietrantonio e dal Direttore artistico nonché pianista Maestro De Nadai i cantanti Francesca Paola Geretto, Elisabetta Cordenons, Gianluca Arnò, Velthur Tognoni e Dario Giorgelè hanno dato prova di professionalità e bravura in quanto in soli cinque giorni si è dato vita all’allestimento e presentazione di un vero e proprio spettacolo lirico.
Il pubblico del Concordia (adulti e studenti) hanno compreso il grande sforzo profuso dall’Operaia e la validità dell’iniziativa, volta a favorire nei giovani l’amore per la musica lirica.
Un ringraziamento all’Amministrazione Provinciale, Comunale, alla Regione Friuli Venezia Giulia, alla Fondazione Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone e alla Banca Friuladria Credit Agricole.
Il Quintetto dei Berliner e la sonata a Kreutzer tra musica e letteratura
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- Pubblicato Martedì, 29 Maggio 2012 12:03
- Scritto da Tiziana Melloni
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TRIESTE - Gran finale nella serata del 28 maggio presso la sala del Ridotto del teatro Verdi di Trieste per il concerto conclusivo della rassegna "Salotto cameristico" curata dall'associazione Chamber Music di Trieste e giunta alla sua ottava edizione. La direzione artistica guidata da Fedra Florit ha fatto centro con uno spettacolo di grande respiro culturale: il quintetto d'archi dei celebri Berliner Philarmoniker ha offerto al pubblico un programma che è andato al di là della semplice esecuzione musicale.
Seguendo il filo conduttore della "Sonata a Kreutzer" di Ludwig van Beethoven (n. 9 in la maggiore op. 47), eseguita magistralmente nella prima parte della serata, il gruppo musicale tedesco ha proposto al pubblico l'aggancio con la novella del romanziere russo Lev Tolstoj attraverso la proiezione di alcune scene del film muto girato a Praga nel 1927 dal regista Ceco Machaty ispirato all'opera letteraria. La carrellata si è conclusa con l'esecuzione del Quartetto n.1 "La sonata a Kreutzer di Tolstoj" di Leos Janacek, composta l'anno successivo a quello del film. Il bis concesso dai Berliner è stato il Quartetto per archi n. 1 di Bedrich Smetana "Dalla mia vita", dedicato alla moglie morta.
Il quintetto d'archi dei Berliner Philarmoniker è unico nel suo genere poiché ha aggiunto un contrabbasso, in modo da rappresentare tutte le sezioni dell'orchestra. I violini sono: Romano Tommasini e Thomas Timm. Wolfgang Talirz è la viola; Tatjiana Vassilijeva il violoncello; Nabil Shehata il contrabbasso. Eccellenti tutti per qualità del suono, affiatamento e sentimento; una particolare menzione merita il violoncello: si nota la scuola di Rostropovich, presso il quale ha studiato la Vassilijeva.
La "sonata a Kreutzer" fu composta da Beethoven nel 1803 ed ebbe molti risvolti umani e letterari. La sua durata è anomala (40 minuti). Inizialmente fu la “Bridgetower Sonata”, così intitolata da Beethoven in omaggio al violinista che lo aveva accompagnato nella prima esecuzione (Vienna maggio 1803), ma dopo un furioso litigio tra i due, viene dedicata, dallo stesso Beethoven, a Kreutzer, celebre violinista parigino, che comunque non la eseguì mai ritenendola troppo difficile.
Nel 1889 Lev Tolstoj scrisse un racconto intitolato "La sonata a Kreutzer", in cui si racconta la storia di un marito ingannato che a un certo punto pugnala la moglie adultera. In questo caso "galeotto" non fu il libro di Lancillotto e Ginevra, ma proprio la celebre sonata beethoveniana.
Il brano di Janacek si ispira pure alla novella, ma offre un finale in cui s'intuiscono rimorso e perdono.
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