Turner: perché sì
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- Pubblicato Sabato, 14 Febbraio 2015 18:47
- Scritto da Roberto Vidali
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Trieste - “Turner” è un film godibile, efficace e dall’impostazione narrativa del tutto comprensibile. Il film si apre sulla seconda parte della vita di J. M. William Turner, quando il pittore, già all’apice della fama, abbandona gli schemi accademici del vedutismo settecentesco per aprirsi alla sperimentazione pittorica basata sugli effetti luministici e materici. Il tutto è costruito per evidenziare aneddoti veri, spunti biografici confermati e, in sottofondo, suggerisce intuizioni interpretative, come quella sulla probabile visita che l’autore, ormai anziano, nel 1861 (nell’anno della sua morte), fa al cantiere dell’erigenda serra del Paxton, il Crystal Palace. Ben risolta anche la disputa con Ruskin, sulla presunta importanza della pittura di Lorrain nella cultura contemporanea o lo spunto per il soggetto della Temeraire, dove un fatto di cronaca si trasforma in un canto elegiaco che mette in rapporto il passato con l’incalzante rivoluzione industriale basata sulla macchina a vapore.
L’iter narrativo, sebbene possa apparire didascalico, è di grande forza espressiva perché procede per immedesimazione. In effetti l’idea che emerge è questa: il regista proceda ponendosi un’unica domanda: “S’io fossi stato il pittore Turner, come mi sarei comportato in quella certa circostanza?” Dalla risposta a questa domanda, esce la struttura compositiva (davvero convincente) della pellicola di Leigh.
J. M. William Turner è stato di certo un pittore di successo, ma anche un po’ misantropo e dalla personalità dissociata (muore quasi in incognito, sotto il falso nome di capitano Booth), incline a una vita vagabonda e poco regolare. Questa personalità contrastata viene interpretata in maniera egregia dal grugno espressivo di Timothy Spall oltre che dai lunghi silenzi che percorrono numerose inquadrature del film, compensati però dal predominio dell’immagine. In questo modo M. Leigh, il regista, ci restituisce un ritratto completo, di certo riuscito e verosimile del grande pittore inglese. All’opposto (ci permettiamo il confronto) il ritratto di Vincent Van Gogh, che Kurosawa fece in “Sogni” (1990), era non solo del tutto riuscito e verosimile, ma anche memorabile, visionario e innovativo.
Far East Film Festival, una scuola di giornalismo la prima novità della 17ª edizione
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- Pubblicato Sabato, 14 Febbraio 2015 14:56
- Scritto da Timothy Dissegna
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Udine - Pensi che Udine sia una città monotona, senza eventi elettrizzanti o appuntamenti all'ultimo grido, e poi torna il Far East Film Festival. Manifestazione ormai entrata nel cuore, e DNA, dei cittadini udinesi e non solo, quest'anno è giunta alla 17esima edizione (23 aprile - 2 maggio) e si presenta con un'iniziativa a dir poco incredibile. Un progetto che collega Europa e Asia, come da tradizione ormai, e destinata a lasciare il segno: FEFF Campus 2015.
In pratica si tratta di una scuola di giornalismo internazionale, coordinata dal giornalista Matthew Scott, esperto di cinema asiatico e collaboratore dell'agenzia francese France-Presse, oltre a scrivere su giornali come The Guardian e The Indipendent. È un'occasione d'oro per chi sogna di lavorare in questo mondo, entrando a contatto con uno dei festival più interessanti e attesi in Italia. Oltre che con gente da tutto il mondo.
Perché una delle cose incredibili di questo Campus sarà proprio la sua composizione: verranno individuati infatti quattro under 30 asiatici e quattro "colleghi" europei, che per tutta la durata di FEFF 17 lavoreranno insieme.
Dopo la parte didattica con seminari e workshop, i ragazzi verranno "gettati" sul campo, imparando a gestire una manifestazione internazionale, a capire come va raccontata, come si imposta l'analisi di un film e si intervistano gli ospiti. Saranno seguiti da docenti professionisti della comunicazione e dell'industria audiovisiva di entrambi i continenti.
In un'epoca dove per i giovani si intravedono pochi orizzonti, specialmente in Italia, Udine offre un biglietto di sola andata per un'esperienza eccezionale.
Finanziato dall'Europa Cinemas e Foreign Correspondents' Club di Hong Kong, il Campus si prospetta molto bene e modello per altre manifestazioni simili. E questa è solo la prima sorpresa di quella che si prospetta un'edizione stellare.
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Videocinema&Scuola: un concorso dalle scuole dell’infanzia all’università
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- Pubblicato Mercoledì, 11 Febbraio 2015 09:03
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Pordenone – Dodici categorie di premio per giovani cineasti talentuosi, dalle scuole dell’infanzia e Primarie all’Università: per iniziativa del Centro Iniziative Culturali di Pordenone riparte Videocinema&Scuola, un concorso internazionale capace di mobilitare, da Pordenone, migliaia di studenti di tutta Italia e stranieri, nel segno del linguaggio video e delle sue molteplici chiavi di espressione, dal corto al documentario, dall’animazione alla multimedialità, dalla musica per immagini allo humour tradotto in riprese.
Con la novità di un premio – il dodicesimo, appunto - interamente dedicato alle videoproduzioni per telefonino, della durata massima di un minuto, e con l’ulteriore categoria speciale riservata ai video realizzati con il supporto di laboratori itineranti a cura del CICP.
Si ripropone con rinnovato entusiasmo agli studenti delle scuole di qualsiasi ordine e grado: potranno presentare lavori realizzati durante gli anni scolastici 2013-2014 e 2014-2015 utilizzando i diversi linguaggi multimediali della durata massima di 10 minuti.
Farà parte integrante nella valutazione finale, uno storyboard del progetto. Consegna lavori entro il 7 marzo 2015, info Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.videocinemaescuola.it - tel. +39.0434.553205. Esperti di didattica e linguaggi multimediali comporranno la Commissione giudicatrice: i video verranno valutati in base a progettazione, efficacia audiovisiva, capacità di sintesi, ma anche per la fotografia, la colonna sonora e lo humor.
I vincitori saranno premiati domenica 12 aprile 2015 all'Auditorium del Centro Culturale Casa Zanussi di Pordenone.
Raccontare e approfondire, attraverso cortometraggi, spot e videoclip, le questioni del nostro tempo, ma anche la propria città, personaggi, eventi ed esperienze significative della propria vita: questo l’obiettivo del Concorso.
In abbinata al Concorso il Centro Iniziative Culturali Pordenone dà la possibilità agli insegnanti delle scuole per l’infanzia e primaria, di realizzare in classe alcune facili esperienze multimediali, proponendo quattro tipi laboratori coordinati con successo dal giornalista e videomaker Giorgio Simonetti, esperto anche di attività nelle scuole e con i bambini. Le opere premiate saranno raccolte in dvd a disposizione delle scuole e faranno parte della mediateca del Centro Culturale Casa Zanussi, oltre ad essere visionabili nel sito www.centroculturapordenone.it/cicp
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