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Gio11212024

Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Festoso finale per il Carnevale di Muggia. Le foto di una nostra lettrice

Festoso finale per il Carnevale di Muggia. Le foto di una nostra lettrice

Muggia (Ts) - Si sono svolte martedì grasso, 12 febbraio, le premiazioni del Grande Corso Mascherato che domenica 10 febbraio 2013 si è snodato lungo le vie del Comune di Muggia.

Tra le maschere che si sono distinte di ogni Compagnia: per la Compagnia Bulli e pupe lo Stregatto, Piante e fiori ed il gruppo Pasticcini; Xilofoni e viole, Hammond, e Rondò veneziano per La Bora; Easy Rider, “Aili i gali” ed i Dischi per la Compagnia Ongia; per i Mandrioi la Scuola di volo, la Scuola di musica e la Scuola di pasticceria; nella Lampo si sono distinti Movimento 5 stelle, Stella cometa e re magi e Pan di stelle; per le Bellezze Naturali gli Ammortizzatori, Magna la minestra o te salti la finestra ed il gruppo Cavallerizze; i Paguri, le Tartarughe ed i Coralli nella Brivido; per la Trottola, infine, gli Specchi, la Giostra cavalli ed il gruppo Liquirizia.

Il premio per la regia generale è stato vinto dalla Compagnia Bulli e Pupe con 30 punti. Alla Compagnia Brivido assegnato, con 30 punti, l’oscar per la cura e fantasia dei costumi, con 28 punti, quello per l’aspetto scenotecnico del carro e con 30 punti quello per Brio e macchiettistica.

Di seguito, la galleria fotografica proposta da Annalisa Marianetti.

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Anche le bande sono state premiate con tre rispettive coppe offerte dal Comune di Muggia: al terzo posto, la Banda della Trottola preceduta dalla banda della Bora, mentre sul primo gradino del podio è salita la Banda delle Bellezze Naturali.

Momento conclusivo delle premiazioni è stata la consegna del premio Maschera d'oro del 60° Carnevale Muggesano.
Dopo la consegna della targa sostitutiva ai vincitori della maschera d’oro dello scorso anno “Carnevale 2012” al gruppo de “la Maratona” della Compagnia Trottola, si è dunque passati al podio del premio 2013: terzo posto per il gruppo Teiere e Tazze della Compagnia Bulli e Pupe, secondo per il gruppo Salta la corrente della Compagnia Bellezze Naturali e primo posto per i Pesci spada e branco sardine della
Compagnia Brivido.

Mario Monti a Pordenone: aperti a tutte le collaborazioni. Il video

Mario Monti a Pordenone: aperti a tutte le collaborazioni. Il video

Pordenone - Si era sul finire dell'intervento del presidente del Consiglio Mario Monti nella sala dell'Auditorium, quando una giornalista del TG2 ha posto la domanda: "Bersani ha detto poco fa da Berlino che è prontissimo a una collaborazione con tutte le forze che sono contrarie al leghismo, al berlusconismo, al populismo e, certamente, anche con il professor Monti. Lei cosa risponde?"

"Apprezzo ogni apertura e disponibilità - ha risposto il premier - e anche questa frase di Bersani dalla Germania. Sarò disponibile ad alleanze con tutti e solo con coloro che saranno impegnati in riforme strutturali".

Si delinea dunque dalla prima tappa di Monti nel Nord una vasta alleanza antiberlusconiana. Nel suo intervento a Pordenone Monti del resto non ha risparmiato critiche sia a Berlusconi che alla Lega.

Ecco il video:

"Corpi del reato" sparsi sulle nostre colline, delitti ambientali commessi senza pudore. Le foto

Trieste - Passeggiando per le vie di Berlino, capita di imbattersi nei cestini per le immondizie. Nulla di strano: avviene in tutti i consorzi civili. Ma a Berlino accade che sopra ci siano stampate quattro parole in bianco su un fondo rosso acceso, il colore del pericolo e del divieto. E queste parole costituiscono un richiamo per i passanti, un monito che suona particolarmente minaccioso alle loro coscienze. Perché al pattume si mescolano la solennità del latino e la severità della giurisprudenza occidentale.

"Corpus für alle Delicti" avverte la scritta. Corpo del reato si dice da noi, che è quell’oggetto mediante la quale il delitto è commesso. L’associazione mentale stimolata dalla Nettezza Urbana berlinese è di una limpidezza lapalissiana: chi getta qualcosa a terra, chi sporca le strade commette un autentico delitto.

O, più precisamente, un “ecoreato”, un crimine contro l’ambiente con le tristi conseguenze che conosciamo e con i tempi di smaltimento che per certuni materiali raggiungono estensioni bibliche: fino a cinquecento anni per il tessuto sintetico e i sacchetti di plastica, mille anni per carte telefoniche e accendini di plastica, oltre il millennio per il polistirolo. Il vetro poi, si sa, è eterno.

Un discorso a parte meriterebbero quelli che gettano dalle automobili i mozziconi di sigaretta (biodegradabilità: più di un anno). Al riguardo vale la pena ricordare che in Inghilterra i comuni hanno formato pattuglie di polizia netturbana, a dir così, ingaggiando ex soldati rigorosissimi che sanzionano i contravventori con multe salatissime. Fatturato dell’anno scorso: un milione e mezzo di sterline.

Niente di tutto questo a casa nostra. E si vede.

A dissolvere uno qualunque di questi oggetti, per banali che siano, non basterà una vita umana. Non è confortante sapere che la spazzatura ci sopravvivrà. Eppure quando vediamo per terra una lattina, non ci sovviene l’infinito e l’eternità. Poesia a parte, ci monta un po’ di sconforto, talvolta un po’ di rabbia nel constatare che l’ambiente e la natura non siano rispettati da tutti e che non tutti comprendano l’importanza di vivere in un territorio pulito e sano.

È quello che si prova passeggiando per il Carso triestino che, in certi punti, secondo il criterio berlinese è una vera scena del crimine, una discarica a cielo aperto. Si trova di tutto. Ogni specie di corpus delicti: fotocopiatrici, reti da materasso, cumuli di macerie, divani, “spargher” eccetera eccetera. Per rendersene conto è sufficiente guardare le nostre foto oppure fare quattro passi su qualche sentiero neanche troppo defilato.

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  • lamiere
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E allora, invece di rimuginare sull’infinito e sull’eternità, viene da chiedersi un più pedestre perché. Perché, una volta che si sia caricata la roba su un mezzo di trasporto privato, costi tanta fatica percorrere un chilometro in più e portarlo in una discarica comunale invece che lasciarlo in una dolina in mezzo agli alberi? E certamente con il favore delle tenebre, come vuole la migliore tradizione criminale, visto che di giorno non si coglie mai nessuno mentre semina masserizie varie per prati e sentieri nascosti.  

Che sia l’irresistibile, oscura e atavica attrazione per il delitto? (E non si può nemmeno incolpare il maggiordomo!).

Fotografie di Roberto Calogiuri, Vanja Skoko, Leonardo Distefano.

[Roberto Calogiuri]

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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