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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cultura

Il Dalai Lama a Udine in maggio

Il Dalai Lama a Udine in maggio

Torna a Udine a maggio il Dalai Lama, guida spirituale dei buddhisti di tutto il mondo. Tenzin Gyatso era già giunto in Friuli Venezia Giulia nel dicembre del 2007. Il 22 e 23 maggio, grazie al centro Balducci e al Centro Cian Ciub Cio Ling di Polava, il XIV Dalai Lama arriverà dall’Austria e raggiungerà Udine, unica tappa italiana del suo viaggio in Europa.

Le relazioni tra Udine ed il Dalai Lama sono ottime, grazie ai contatti e ai saluti reciproci di cui si è fatto portatore il maestro Lobsang Pendhe che vive nel centro buddhista di Polava da 11 anni.

È stato proprio il maestro Lobsang Pende a rivolgere direttamente al Dalai Lama, nell’ultimo incontro in India a dicembre, la richiesta di un ritorno in Friuli. Si tratta di una visita veloce ma intensa: il Dalai Lama arriverà la mattina del 22 maggio da Salisburgo per poi ripartire per il Belgio nel pomeriggio del giorno dopo.

La visita sarà caratterizzata da una serie di incontri e insegnamenti aperti al pubblico. La mattina del 22 maggio il Dalai Lama sarà al palasport Carnera per un incontro interreligioso di riflessione e preghiera tra buddhisti, ebrei, musulmani e cristiani.

Nel pomeriggio, sempre al Carnera, si svolgerà un incontro di riflessione tra il Dalai Lama e due interlocutori sul tema della non violenza.
Nella mattinata del 23 maggio il Carnera accoglierà 3mila studenti dell’Università per ascoltare una riflessione del Dalai Lama sulla formazione globale dell’essere umano.

Le iscrizioni agli eventi non sono ancora aperte: per aggiornamenti, ci si può collegare al sito del Centro Cian Ciub Cio Ling di Polava.

Il rappresentante del Dalai Lama, il maestro Lobsang Pendhe, don Pierluigi Di Piazza, responsabile del Centro Balducci e Plinio Benedetti, responsabile del centro di Polava, hanno già incontrato l’arcivescovo Mazzocato, il sindaco Honsell, il rettore dell’Università Compagno, il questore Tozzi e i suoi collaboratori per concordare l’organizzazione dell’evento.








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Arriva a Trieste l'Associazione Grotte Turistiche Italiane per visitare la terra della speleologia

Arriva a Trieste l'Associazione Grotte Turistiche Italiane per visitare la terra della speleologia

Trieste - Dal 30 novembre al 2 dicembre decine di guide di grotte turistiche da tutta Italia saranno sul Carso per visitare le nostre grotte e fare formazione. Sarà un corso ospitato da Le Torri di Slivia e dalla Grotta Gigante.

Dal 30 novembre al 2 dicembre si terrà alle Torri di Slivia l'incontro formativo annuale organizzato dall'Associazione Grotte Turistiche Italiane.
Saranno circa una cinquantina le guide e i gestori di grotte turistiche in arrivo da tutta Italia sul Carso triestino per seguire il sesto corso di formazione organizzato dall'AGTI e dalla Società Speleologica Italiana.

Il corso sarà ospitato dalla Grotta Torri di Slivia insieme alla Grotta Gigante, entrambi membri attivi della prestigiosa associazione – della quale fanno parte   le grotte di Pertosa Auletta, le grotte di Frasassi, l'Antro del Corchia, la grotta del Vento, e le grotte di Castellana.

Le guide iscritte al corso avranno, quindi, l'occasione non solo di seguire le importanti lezioni teoriche preparate dagli esperti AGTI, ma anche di “fare pratica” osservando da vicino i fenomeni del carsismo ipogeo ed epigeo. E quale terra migliore della nostra per poter osservare da vicino il carsismo?

Le attività saranno molte e gli iscritti saranno accompagnati da esperti per approfondire sul campo: oltre a visitare le due grotte triestine, vedranno le Risorgive del Timavo, la grotta di San Canziano e la croata Baredine, con le quali si stanno già aprendo interessanti percorsi di collaborazione.

Contatti e informazioni

Grotta Torri di Slivia Aurisina Cave 62/a Duino Aurisina – Trieste 0039 338 3515876 / Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo./ www.grottatorridislivia.it

Aristofane a Scampia: Marco Martinelli presenta il suo nuovo libro

Aristofane a Scampia: Marco Martinelli presenta il suo nuovo libro

Per chi ama il teatro della verità umana e la pedagogia teatrale rivolta ai giovani, occasione da non perdere mercoledì 30 novembre, alle ore 18.30, alla Nico Pepe di Udine. In collaborazione con il Teatro Club e la Libreria Friuli, ci sarà infatti l’incontro con un maestro d’eccezione, Marco Martinelli, regista, drammaturgo, anima artistica del Teatro delle Albe di Ravenna insieme a con Ermanna Montanari, compagna di vita e d’arte.

A Martinelli si deve l’invenzione quindici anni fa della originale formula di una non-scuola di teatro, che in questi giorni, sotto la guida degli attori Alessandro Renda e Laura Redaelli, è impegnata anche a Udine con un gruppo di 25 ragazzi del Palio Teatrale Studentesco, all’interno del progetto Palio Factory.2 ideato da Angela Felice per il Teatro Club.

Una straordinaria esperienza formativa ed espressiva, di cui dà conto anche l’ultimo libro scritto da Martinelli, Aristofane a Scampia (Ponte alle Grazie, 2016), che verrà presentato durante l’incontro da Claudio de Maglio, Gianni Cianchi e la stessa Felice. Oltre alla bella storia della compagnia ravennate, pluripremiata Ubu, vi sono raccontati il metodo anti-burocratico e le intenzioni della non-scuola, messa in atto, dopo le prime tappe romagnole, con travolgente novità un po’ in tutto il mondo e in particolare nelle zone più svantaggiate, come Scampia, Lamezia Terme o il Senegal.

Il presupposto è la grande fiducia verso i giovani, anche quelli di oggi, che, per Martinelli, non sono affatto “sdraiati”, passivi o condizionati dai social, ma sono animati da sentimenti, passioni e utopie come per tutte le generazioni che si affacciano alla vita. Si tratta allora di portare in evidenza la vita, prima ancora che la scena, magari con l’aiuto dei grandi classici della scrittura teatrale, come Brecht, Skakespeare o l’amato Aristofane, guide sempre eterne per la mobilitazione di energie, emozioni, rabbie e speranze. Il testo di Martinelli disegna così la traccia di nuove possibilità, e sembra dirci tra le righe che il teatro, la letteratura, la cultura non sono altro che l’espressione di un sentimento. Ed è curiosando attraverso i secoli che si ripesca questo sentimento, ancora intatto nonostante il mutare di lingue e dialetti e capace del prodigio della libertà.

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