Delitto di Udine, è omicidio volontario. Il Procuratore "E' un grosso puzzle"
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- Pubblicato Martedì, 09 Aprile 2013 18:41
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Trieste - "E' un grosso puzzle, dobbiamo mettere a posto tutti i tasselli". Così il procuratore capo della Procura dei minori di Trieste, Dario Grohmann, definisce il caso delle due ragazzine autoaccusatesi dell'omicidio di Mirco Sacher, all'indomani dell'interrogatorio che ha detto essere stato molto particolareggiato.
"Il quadro probatorio è tutto da dimostrare, vanno trovati riscontri alle dichiarazioni e occorre capire il movente", ha aggiunto il capo della Procura minorile. Grohmann pone una serie di quesiti che dovranno trovare risposta: perché "un uomo che conduce una vita normale, che è un conoscente della famiglia di una delle ragazze, all' improvviso le aggredisce", oppure sulla reazione delle adolescenti: "Perché non è stata quella di fuggire". Le due ragazze, interrogate separatamente, hanno raccontato i fatti con versioni che presentano "piccole discrasie, anche fisiologiche".
"Non abbiamo riscontro della presenza di una persona maggiorenne nella vicenda. Non possiamo né affermarlo né negarlo, non ci risulta". Ha detto, poi, Grohmann, che ha auspicato che "si faccia viva la persona che ha dato un passaggio alle ragazze", dalla stazione di servizio in provincia di Padova a Vicenza.
Intanto, tra oggi 9 e domani 10 aprile sarà effettuata l'autopsia sul corpo di Mirco Sacher. La Procura dei minori ha dato disposizioni in merito; sarà l'anatomopatologo Moreschi a compiere gli esami autoptici, a Udine, dove si trova la salma. L'autopsia dovrà individuare le cause della morte di Sacher. Le ragazze hanno dichiarato di averlo ammazzato insieme strangolandolo; sul corpo però, a un primo esame superficiale, non erano stati trovati segni evidenti, tranne alcuni segni sul collo dell'uomo. Gli atti del fermo sono stati inviati al Gip che dovrebbe convalidare il provvedimento, forse domani. I magistrati sarebbero intenzionati, in caso di convalida, a chiedere per le ragazzine non il carcere ma un "collocamento comunitario". Al momento le ragazze si trovano in una struttura protetta a Trieste dove, peraltro, sono ospitati anche i tre componenti della baby gang arrestata ieri.
Dal racconto che hanno fornito, le ragazzine avrebbero vagato per circa un'ora e mezza alla ricerca di una strada che dal campo di via Buttrio le portasse all'imbocco dell'autostrada A23. Sarebbe questa la ragione dell'intervallo temporale tra il momento in cui le adolescenti lasciano il campo e la registrazione del passaggio dell'auto da loro guidata al casello Sud di Udine. Nel racconto, che presenterebbe ancora incongruenze e diversi aspetti da approfondire, le ragazze hanno ribadito di aver reagito a un tentativo di violenza. Da quanto si è appreso, le due quindicenni avrebbero passato già la mattinata di domenica in compagnia del pensionato, prima in un bar di Remanzacco (Udine), poi a casa dell'uomo dove avrebbero pranzato. Secondo quanto hanno riferito, dopo il pranzo avrebbero chiesto a Sacher di accompagnarle in centro.
Saliti in auto, l'uomo avrebbe deviato l'auto in un campo e tentato l'approccio sessuale. Le ragazzine avrebbero riferito di aver avuto una discussione accesa con l'anziano ma questo contrasterebbe con quanto riferito dai due testimoni che sostengono invece di averle viste alle 14:30 e 14:45 parlare tranquillamente con l'uomo all'esterno della parte posteriore dell'auto. Le ragazze hanno spiegato di aver messo le mani al collo dell'uomo, probabilmente questi sarebbe caduto a terra e loro lo avrebbero aggredito, da dietro e da davanti.
Per il momento l'ipotesi è che Sacher sia morto per strozzamento, ma nulla esclude che nel corso dell'azione sia stato colto da malore anche perché sul corpo non sarebbe stato notato alcun segno particolare. A suffragare il racconto delle due ragazze ci sono i segni di colluttazione riscontrati dai medici del Burlo di Trieste. Una delle due quindicenni avrebbe un segno su un seno forse un morso o un graffio. L'altra presenterebbe graffi sulle mani provocati probabilmente dai rovi che hanno lasciato un segno anche sulla guancia della vittima.
L'accusa contestata alle due ragazzine di Udine è quella di omicidio, volontario o preterintenzionale. Al fine di riscontrare le dichiarazioni delle giovani, gli investigatori potrebbero compiere una ricognizione dei luoghi insieme con le due indagate e effettuare una 'prova di guida' per verificare se effettivamente una delle due minorenni possa aver guidato la Fiat Punto fino a Limenella.
Saranno inoltre effettuati accertamenti sui cellulari, delle ragazze e della vittima, di cui le due erano in possesso. Una delle adolescenti ha riferito di aver inserito la propria scheda nel telefono dell'uomo in quanto il suo era scarico. Verranno verificati anche i tabulati per capire se vi siano state chiamate anche verso i due ragazzi di Pordenone. Da quanto si è appreso nel pomeriggio di domenica le ragazze avrebbero chiamato a casa i genitori riferendo che sarebbero tornate la sera. Poi però non sapendo come giustificare il ritardo avrebbero spento il telefono. A quel punto i genitori sono andati dai carabinieri a presentare denuncia di scomparsa.
Tra gli accertamenti in corso c'é anche la posizione delle immagini delle telecamere in autostrada e no. L'auto del pensionato, sequestrata dai carabinieri di Pordenone, sarà fatta analizzare dal gabinetto della polizia scientifica di Padova. In casa della vittima non sono stati trovati elementi utili alle indagini. L'uomo non possedeva un computer e da quanto hanno raccontato i testimoni già sentiti dalla Squadra Mobile, amici e parenti, era una persona molto disponibile sempre pronta anche a dare passaggi a chi ne avesse avuto bisogno. Non era dunque una novità che accompagnasse le ragazzine. Da decenni Sacher frequentava la casa della nonna di una delle ragazza, conosciuta da quando era in fasce.
Udine, il delitto del 66enne. Le 2 quindicenni "lo abbiamo ammazzato insieme". Ma il giallo resta
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- Pubblicato Martedì, 09 Aprile 2013 09:42
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Udine - ''Abbiamo reagito a un tentativo di violenza. Ci siamo difese''. Cosi' due quindicenni udinesi hanno confessato di aver strangolato ieri pomeriggio, 8 aprile, un pensionato di 66 anni, Mirco Sacher.
Lo hanno fatto davanti ai carabinieri di Pordenone, dove si sono presentate spontaneamente la notte scorsa, tra il 7 e l'8 aprile. Ieri mattina, e' scattato il fermo e le due ragazze sono state trasferite in una struttura per minori a Trieste. Infine, l'interrogatorio davanti al pm dei minori Chiara Degrassi, proseguito fino a sera tardi. Le dichiarazioni spontanee rese nel cuore della notte dalle due giovani hanno cominciato a delineare i contorni del giallo, che si era aperto domenica pomeriggio, intorno alle 15.30, con il rinvenimento del cadavere di un uomo, privo di documenti, in un campo alla periferia est della citta' di Udine.
A trovarlo era stato un residente che passava con il suo cane e che un'ora prima aveva notato in quello stesso campo la vittima insieme con due donne e una utilitaria di colore chiaro. Da qui sono partite le indagini della Squadra Mobile, nonostante il primo responso del medico-legale parlasse di un decesso per cause naturali. Nella notte la svolta. Le due minorenni hanno raccontato di aver chiesto un passaggio al pensionato, un amico di famiglia di una di loro che gia' in passato si era offerto di accompagnarle in caso di bisogno. Volevano raggiungere il centro citta', distante poco piu' di un chilometro dalla loro abitazione. L'uomo le avrebbe pero' accompagnate in un campo e le avrebbe molestate.
Per difendersi, le due giovani lo avrebbero strangolato prima di scappare con la sua auto, terrorizzate, e cominciare un viaggio tra Friuli Venezia Giulia e il vicino Veneto degno di 'Thelma e Louise'. La notte e' avventurosa: strangolano - sempre secondo la loro versione - Mirco Sacher, lo lasciano cadavere in un campo e si impossessano della sua auto. Trascorre un'ora e mezzo in cui non e' chiaro cosa sia accaduto, poi le ragazze imboccano l'autostrada e giungono fino all'area di servizio di Limenella, in provincia di Padova. Qui, finita la benzina, chiudono a chiave la vettura e fanno l'autostop.
Un uomo da' loro un passaggio fino a Vicenza, da dove prendono il treno fino a Venezia Mestre, dove giungono a notte fonda. Qui hanno riferito di aver incontrato una coppia di ragazzi di Pordenone di cui conoscevano uno di vista e aver raccontato loro la vicenda. Sono stati loro a convincerle a denunciare il fatto ai carabinieri; sempre loro le hanno accompagnate, al Comando di Pordenone. Qui hanno reso dichiarazioni spontanee confessando l'omicidio e precisando, piu' volte, di ''aver agito insieme''.
Ma sono molti gli aspetti che gli investigatori vogliono ancora chiarire nel racconto delle due ragazzine, a cominciare dall'eventuale presenza di complici. ''Bisogna valutare ancora tutti gli elementi della vicenda. Nulla esclude che vi siano coinvolgimenti di maggiorenni, quindi prima di spogliarci degli atti faremo ulteriori accertamenti'', ha detto il Procuratore Capo di Udine, Antonio Biancardi. In serata si e' appreso che una delle due ragazze avrebbe su un seno segni compatibili con una colluttazione e questo potrebbe confermare il loro racconto. Ma il giallo resta.
Intanto, ci sono ancora troppi pochi elementi e troppe incongruenze per esprimere un giudizio" sull'uccisione a Udine, da parte delle due ragazzine, di un uomo di 66 anni che avrebbe tentato di stuprarle". Così Anna Oliverio Ferraris, psicologa dello sviluppo, analizza il delitto. "Al momento è aperta ogni ipotesi - dice - anche se è strano che due ragazzine, a mani nude, siano riuscite a strangolare un uomo di 60 anni, più forte di loro fisicamente. Significa che dovrebbero essersi coordinate, ma per dare un giudizio preciso bisognerebbe avere qualche elemento in più". E casi del genere, di adolescenti che hanno compiuto omicidi simili, ce ne sono stati, ma non molti.
Francesco De Filippo e Elena Viotto (Ansa)
Udine, 66enne strangolato da 2 minorenni. La confessione "Voleva violentarci"
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- Pubblicato Lunedì, 08 Aprile 2013 13:32
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Udine - Due ragazze di 15 anni di Udine si sono costituite la scorsa notte, 7 aprile, al Comando provinciale dei Carabinieri di Pordenone in relazione alla morte dell'uomo di 66 anni, il cui cadavere e' stato trovato in un campo alla periferia di Udine.
Secondo le prime ammissioni, la morte dell'uomo sarebbe stata causata da una loro reazione a un tentativo di violenza sessuale. Le due ragazzine si sarebbero allontanate a bordo dell'automobile dell'uomo, poi abbandonata per andare a costituirsi.
Le due ragazzine sono state condotte in Questura a Udine, dove è giunto il magistrato di turno della Procura presso il tribunale dei minorenni di Trieste. Gli accertamenti sono svolti dalla Squadra Mobile della Questura friulana. La vittima si chiama Mirco Sacher, 61 anni, anch'egli residente a Udine. Sacher sarebbe stato strangolato dalle due ragazze che avrebbero reagito a un tentativo di violenza. E' quanto avrebbero raccontato le due quindicenni udinesi nelle spontanee dichiarazioni rese nella notte ai Carabinieri di Pordenone, dove sono andate a costituirsi attorno alle 2.00.
Secondo il loro racconto, le due giovani avevano contattato l'uomo, un amico di famiglia, ex dipendente delle Ferrovie dello Stato, per chiedergli un passaggio per andare in centro città; a un certo momento però ci sarebbe stato il tentativo di violenza e la loro reazione violenta.
A quel punto le due ragazze, spaventate, si sarebbero allontanate a bordo dell'auto della vittima, una Fiat Punto bianca, avrebbero preso l'autostrada e avrebbero guidato fino a una stazione di servizio nei pressi di Padova, dove si sarebbero fatte venire a prendere da alcuni amici di Pordenone. Le due ragazze verranno ora trasferite a Trieste, probabilmente in stato di fermo, e saranno interrogate dal sostituto procuratore dei Minori, Chiara Degrassi. La Polizia Scientifica e la Squadra Mobile di Udine stanno effettuando una perquisizione in casa della vittima.
Il cadavere di Mirco Sacher, residente nel capoluogo friulano, era stato trovato nel pomeriggio di ieri in un campo, a Udine. Riverso a terra, aveva i pantaloni abbassati. Secondo i primi accertamenti, il decesso pareva essere stato per cause naturali. L'uomo che ha trovato il corpo aveva riferito alla Polizia di aver visto poco tempo prima tre persone nel campo, vicino a un'auto di piccola cilindrata.
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