Il rapporto Bankitalia vede segnali di ripresa per l'economia del Friuli Venezia Giulia
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- Pubblicato Mercoledì, 15 Giugno 2016 17:33
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Trieste - Si vedono segnali di ripresa per l'economia del Friuli Venezia Giulia. A confermare la tendenza è il rapporto redatto dalla sede di Trieste della Banca d'Italia, presentato il 14 giugno nel palazzo della Prefettura di piazza Unità d'Italia, alla presenza del vicepresidente della Regione e assessore alle Attività produttive Sergio Bolzonello e dell'assessore alle Finanze Francesco Peroni.
I dati relativi al 2015 illustrati dalla Banca d'Italia indicano il segno "più" per l'industria (con le vendite che crescono del 2,8% rispetto al 2014 e la produzione in aumento del 2,0%) ma anche nel terziario, con numeri particolarmente positivi per il turismo (+ 4,1%) che, ha sottolineato Bolzonello, troveranno conferma nel primo semestre di quest'anno.
Bene anche le compravendite immobiliari (+ 10,2% rispetto al 2014), indicate dal vicepresidente come termometro di vitalità per l'economia.
Le misure adottate con la legge Rilancimpresa FVG, le riforme del terziario e della casa e la nuova strategia sul turismo, ha rimarcato Bolzonello, sono state pensate per rilasciare benefici nel medio periodo, confidando quindi in una crescita dei segni positivi già visibili, anche sul fronte occupazionale, complice anche l'indice di innovazione delle imprese regionali, fondamentale pure per il rilancio dell'export.
Il 38% delle aziende del Friuli Venezia Giulia, infatti, ha introdotto almeno un'innovazione nei prodotti o nei processi nel triennio 2010-2012, contro il 33,5% che rappresenta il dato a livello nazionale.
Secondo il vicepresidente un'economia in crescita, unita agli interventi che l'Amministrazione regionale sta costruendo o riordinando, permetteranno al sistema Friuli Venezia Giulia di fare fronte ai problemi ancora riscontrabili e che vengono da lontano, in particolare per quanto concerne le sofferenze bancarie.
Donna scomparsa a Trieste: confessa l'ex marito. Uccisa e sepolta sul Carso al confine sloveno
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- Pubblicato Venerdì, 10 Giugno 2016 09:14
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Trieste - La Polizia del capoluogo giuliano ha arrestato l'ex marito di Slavica Kostic, la giovane donna serba scomparsa il 26 aprile scorso a Trieste.
L'uomo, che ha confessato, è accusato di aver ucciso la ex moglie e poi nascosto il cadavere sull'altopiano carsico al confine della Slovenia.
Gli uomini della Squadra Mobile hanno eseguito il provvedimento di fermo dopo aver reperito numerosi indizi di colpevolezza che hanno consentito di fare luce sui fatti.
Nel corso delle indagini si è rivelato fondamentale il supporto della Polizia Scientifica di Padova che si è avvalsa del "Luminol", per la ricerca di tracce biologiche.
Importante anche la cooperazione tra Polizia italiana e Polizia slovena che ha consentito di delineare compiutamente il quadro dei fatti.
La scomparsa di Slavica Kostic era stata denunciata dalla figlia, allarmata perché la madre, in Italia per lavorare 3 settimane come badante a Trieste, non aveva più risposto al telefono dopo il suo arrivo in città.
Traffico illecito di carburante: vasta operazione delle Fiamme Gialle di Trieste
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- Pubblicato Giovedì, 09 Giugno 2016 16:03
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Dalle prime ore dell’alba di giovedì 9 giugno i militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Trieste stanno procedendo all’esecuzione di 11 provvedimenti di custodia cautelare emessi dal G.I.P. del Tribunale di Trieste, su richiesta del PM, e di 13 decreti di perquisizione emessi dalla Procura.
Il provvedimento è il risultato di articolate indagini nel settore del contrasto al traffico illecito di prodotti petroliferi in evasione delle accise sul territorio dello Stato.
Il blitz delle Forze dell'ordine è il punto culminante di un'inchiesta a largo raggio avviata dal marzo 2015, nel corso della quale sono stati sequestrati vari camion che, attraversando il confine terrestre nell'area triestina, tentavano di introdurre illecitamente in Italia oli minerali.
Sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Trieste, sono stati esperiti, tra l’altro, analisi documentali e pedinamenti su tutto il territorio nazionale nonché perquisizioni.
Gli approfondimenti condotti dalle Fiamme Gialle triestine hanno consentito di individuare una banda di criminali che agiva nel territorio italiano con basi operative anche all’estero, acquistando il prodotto energetico da imprese straniere, curando il trasporto, i pagamenti, trovando i clienti, predisponendo falsa documentazione per nascondere l’illiceità del traffico.
Direttamente o per il tramite dei Reparti del Corpo di volta in volta attivati sui vari luoghi di intervento (in Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania ePuglia) le Fiamme Gialle, nel corso del tempo, hanno sequestrato 19 veicoli (utilizzati per il trasporto) e 2 auto (“staffette”), hanno sequestrato complessivamente 262.000 litri di gasolio e 240.730,00 Kg di olio lubrificante, corrispondenti ad un’evasione di accisa/imposta di consumo pari a € 351.408,30 euro.
È stato inoltre accertato il “consumo in frode” di 101.000 litri di gasolio e 529.150,00 Kg di olio lubrificante, corrispondenti ad un’evasione di accisa/imposta di consumo pari a € 479.227,00.
Al termine delle indagini sono stati denunciati complessivamente 75 soggetti, coinvolti a vario titolo nella frode, e richieste misure restrittive della libertà personale per i soggetti ritenuti i principali artefici dei traffici.
Le risultanze investigative hanno consentito di fornire elementi di reità tali da permettere al Pubblico Ministero di richiedere ed ottenere dal G.I.P. l’emissione di 11 ordinanze restrittive (in particolare 2 custodie cautelari in carcere nei confronti di soggetti indagati stranieri – un polacco ed uno sloveno – e 9 custodie al domicilio nei confronti di soggetti indagati italiani).
Contestualmente, la Procura della Repubblica ha emesso 13 decreti di perquisizione locale e personale, eseguiti in 5 regioni italiane (Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Calabria).
Giovedì 9 giugno, in un'unica maxi operazione, si è proceduto a dare esecuzione ai provvedimenti, mediante l’impiego complessivo di 50 militari e 20 auto.
Gli esiti delle attività, tuttora in corso di svolgimento, hanno già permesso di acquisire ulteriore documentazione che avvalora le tesi investigative, nonché comprova le responsabilità dei soggetti coinvolti nella frode.
L’operazione GHOST OIL 2 rappresenta soltanto uno dei numerosi filoni investigativi che, in tutta Italia, la Guardia di Finanza sta conducendo per arginare il dilagante fenomeno del traffico illecito di oli minerali, notevolmente cresciuto a partire dai conflitti in Medio Oriente.
Le unità del Corpo operanti nei contesti di confine terrestre – tra cui spicca il ruolo delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Trieste – così come le unità aeronavali impegnate a pattugliare le acque del Mar Mediterraneo, sono quotidianamente impegnate nel controllo del territorio e del mare per contrastare le bande criminali che gestiscono il traffico ed i relativi finanziatori.
L’attività di contrasto, oltre a tutelare il gettito assicurato all’erario dalle imposte gravanti sui prodotti energetici, preserva la correttezza del mercato e la tutela del consumatore e permette di tutelare l’ambiente.
Oltre all’“evasione” sottesa al traffico clandestino di carbo-lubrificanti, la loro introduzione sul mercato attraverso canali di distribuzione compiacenti - o l’utilizzo da parte di attività imprenditoriali che necessitano di grossi quantitativi di prodotti petroliferi per far funzionare macchine industriali e di locomozione -, crea una vera e propria distorsione degli equilibri economici ledendo gli interessi delle imprese oneste e dei consumatori che si rivolgono, ignari, ad offerte particolarmente appetibili.
In tale scenario, peraltro, si inserisce perfettamente il decreto in materia di antiterrorismo del febbraio 2015 che consente, anche nelle more del procedimento, l’affidamento gratuito dell’ingente quantitativo di carburante che, altrimenti, rimarrebbe per lungo tempo in giudiziale custodia a privati, con evidenti ed elevati oneri a carico dell’Erario, anche in considerazione dei tempi non prevedibili di conclusione dei futuri processi.
Grazie al nuovo decreto, infatti, è offerta la possibilità di cedere il prodotto sequestrato alle Forze di Polizia ed al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, ove idoneo alla carburazione e alla lubrificazione.
La procedura prevede il rilascio di un’autorizzazione da parte dell’Autorità Giudiziaria. Ben 160.000 litri di prodotto energetico sono già stati consegnati dalla Guardia di Finanza a tutti i Comandi dei Vigili del Fuoco della Regione Friuli Venezia Giulia, previo coordinamento con il Comando Provinciale VV.F. di Trieste; altri potranno esserlo in futuro, previa effettuazione delle analisi chimiche ed autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria.
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