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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Trieste, una Bavisela targata Juventus

Trieste, una Bavisela targata Juventus

TRIESTE - Oggi, 6 maggio, a Trieste doppia corsa: l'oro olimpico e juventino dalla nascita, Stefano Baldini sarà impegnato a correre la Bavisela Family, mentre la Juventus scenderà in campo contro il Cagliari allo Stadio Rocco per un possibile scudetto. Ieri il capitano della Juve, Alessandro del Piero, e il testimonial della Bavisela, Baldini, si sono incontrati a Trieste e si sono stretti la mano prima di una giornata, quella di oggi di grande sport e festa.

Nuovo record per l'edizione 2012 della Bavisela con 3.195 corridori (2958 nel 2011) che oggi prenderanno parte alla 13° Maratona d'Europa e 17° Maratonina dei Due Castelli. A questi si aggiunge l'esercito dei 7500 partecipanti alla Bavisela Family. Nel dettaglio la maratona vedrà al via 835 corridori di cui 8 disabili, mentre 2360 runner saranno impegnati nella mezza maratona. Dopo l'Italia è la Slovenia la nazione con più maratoneti (54) seguita dall'Austria (32). Ordine invertito nella mezza maratona con gli austriaci secondi con 160 atleti, seguiti dalla Slovenia con 158 corridori.

E' arrivata poco prima delle 20.30 di sabato 5 in piazza Unità la prima staffetta del ricordo, 101 chilometri percorsi a turno da una sessantina di atleti in memoria della tragedia del terremoto del Friuli del 5 maggio 1976. Un corteo partito stamattina da Gemona, che dopo aver passato Udine e Gradisca è arrivata a Trieste in serata, con il testimone consegnato dall'ex campione friulano Venanzio Ortis al prefetto di Trieste Alessandro Giacchetti, alla presenza dell'assessore comunale allo sport Emiliano Edera. L'arrivo è stato accompagnato dalla fanfara dei bersaglieri Enrico Toti. La staffetta, partita da Gemona, epicentro del sisma, è stato ideato dalla Bavisela di Trieste e dall'Associazione Maratonina Udinese: partiti alle 10 questa mattina, salutati dal sindaco, i sessanta ultramaratoneti sono passati per Udine a mezzogiorno e un quarto, percorrendo 101 chilometri in 10 tappe, accompagnati dalla protezione Civile.








Cagliari-Juventus, vigili urbani chiudono le "osmize

Cagliari-Juventus, vigili urbani chiudono le

TRIESTE - Niente vino anche nelle "osmize", i tipici locali stagionali degli agricoltori a Trieste, per evitare che il tasso alcolico dei tifosi superi i livelli di guardia in occasione di Cagliari-Juve, domenica sera 6 maggio allo stadio Rocco. La polizia municipale di Trieste ha emesso un'ordinanza che vieta la vendita di bevande alcoliche da tre ore prima a un'ora dopo l'incontro, non solo allo stadio e nei bar della zona, ma anche in tutti i negozi, nei supermercati e nelle popolari "osmize" vicine allo stadio.








È scomparso lo scenografo Sergio D’Osmo

È scomparso lo scenografo Sergio D’Osmo

È venuto a mancare lo scenografo Sergio D’Osmo, personalità di spicco del teatro triestino. Colpito da emorragia cerebrale due giorni fa, D’Osmo è morto nella notte fra il 1° e il 2 maggio.

Come amava ricordare, Sergio D’Osmo fu affascinato dal teatro grazie alla zia Ersilia, la stessa che lo soprannominò “Dodo”, il nomignolo con cui sarebbe stato conosciuto in tutto l’ambiente teatrale.

Dopo gli studi di architettura a Venezia, Dodo fu nel 1954 tra i fondatori del Teatro Stabile Città di Trieste, divenuto in seguito Stabile del Friuli Venezia Giulia. All’epoca, nella Trieste ancora occupata dagli alleati, si cercava una sede dove creare il nuovo teatro stabile di prosa e la scelta cadde su una piscina di fronte al Liceo Dante che i militari avevano trasformato in sala teatrale. Dodo ottenne lo spazio, grazie anche all’avvallo dell’allora sindaco Bartoli, e per i successivi trentaquattro anni fu il direttore dello Stabile regionale, divenendone il centro vitale e organizzativo.

Nel corso della sua direzione ha firmato scene e costumi per decine di spettacoli di prosa, lirici e d’operetta. In seguito ha collaborato per quattro anni con il Teatro Biondo di Palermo e per altri tre con il Teatro Argentina, sede del Teatro di Roma, lavorando con registi quali Ronconi, Strehler, Missiroli, Squarzina. È stato per molti anni direttore degli allestimenti scenici del Teatro dell’Opera di Roma e del Teatro Verdi di Trieste.

Con il Teatro La Contrada ha collaborato fin dalla sua fondazione, nel 1976, per lo spettacolo inaugurale della compagnia, A casa tra un poco. Tra i numerosi allestimenti ideati per lo Stabile privato triestino, ricordiamo “L’Americano di San Giacomo” e “I ragazzi di Trieste” di Tullio Kezich, le “Sorelle Materassi” di Fabio Storelli, “Piccole donne: il musical!” di Tonino Pulci e Stefano Marcucci. Ed anche “Classe di ferro” di Aldo Nicolaj “I rusteghi” di Goldoni, “Cosa dirà la gente?” di Carpinteri e Faraguna, “Sariandole” di Roberto Curci e “Vola colomba” di Pierluigi Sabatti. Infine “Remitur” di Ugo Vicic, “Fuori i secondi” e “Svola cicogna” di Enrico Luttmann.

Instancabile e sempre attivissimo, Dodo stava collaborando alla mostra personale che il Museo Teatrale “Carlo Schmidl” gli avrebbe dedicato nelle prossime settimane e stava lavorando all’ideazione delle scenografie del prossimo spettacolo dialettale della Contrada.

Il vuoto, professionale e umano, che la scomparsa di Sergio D’Osmo lascia nell’ambiente teatrale è incolmabile.

s.d.








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Capo redattore: Tiziana Melloni
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