39enne sanvitese perde l'equilibrio in moto su un dosso e muore
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- Pubblicato Domenica, 20 Maggio 2012 12:20
- Scritto da Maurizio Pertegato
PORDENONE - Un dosso della Jesolana affrontato non correttamente (nella zona della Salute di Livenza, nel Veneziano, è costato la vita a un centauro pordenonese.
Si tratta di Gabriele Petracco, 39 anni, di Ligugnana di San Vito al Tagliamento (Pordenone), camionista ed ex scout.
Erano da poco passate le 17 di ieri, 19 maggio, quando Petracco, in sella alla sua moto Guzzi 1100 Sport, stava percorrendo la strada provinciale 42 a La Salute di Livenza, nel territorio comunale di San Stino di Livenza. Si tratta di una strada tristemente famosa, avendo provocato negli ultimi anni decine di morti.
Petracco stava tornando a casa, viaggiando in direzione di Portogruaro. In prossimità delle stalle "La Salute", un tratto molto sconnesso, la ruota ha centrato un dosso e Petracco ha perso l’equilibrio cadendo sull'asfalto, a una cinquantina di metri di distanza.
Alcuni automobilisti di passaggio hanno allertato il "118", prontamente intervenuto, mentre sul posto sono arrivati i sanitari del Punto di primo intervento di Caorle.
Purtroppo, il trentanovenne sanvitese non respirava più e così la missione dell'elicottero è stata sospesa.
Aviano, imbianchino 54enne si toglie la vita
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- Pubblicato Giovedì, 17 Maggio 2012 09:42
- Scritto da Maurizio Pertegato
AVIANO - Un altro suicidio in provincia di Pordenone. Un uomo di 54 anni si è tolto la vita ieri mattina, 16 maggio, ad Aviano, nel retro del capannone di suo fratello.
Si tratta di un imbianchino, con difficoltà economiche e di disagio che lo avrebbero poretato a un atto di disperazione assoluta come quello di togliersi la vita.
Nelle mani dei Carabinieri ha fatto pervenire un messaggio al fratello, in cui emerge, oltre all'amore per la figlia, la condizione di disagio in cui l'uomo viveva.
Divorziato da tempo l’imbianchino originario di Pordenone, viveva ad Aviano solo. Cinque anni fa aveva perso un lavoro in una ditta di Brugnera e aveva iniziato a lavorare nella ditta del fratello.
A notare il suo corpo è stato un passante che ha subito avvertito i Carabinieri e la Polizia municipale, che hanno constatato il decesso dell’uomo.
Pordenone, una fiaccolata silenziosa dalle grandi emozioni
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- Pubblicato Mercoledì, 16 Maggio 2012 10:20
- Scritto da Maurizio Pertegato
PORDENONE - Erano oltre seicento, tra commercianti e artigiani, ieri sera, 15 maggio, all’appuntamento di piazza del Popolo a Pordenone, promosso da Ascom e Confartigianato con il sostegno del Tea Party.
Contro la grave crisi in cui versano le imprese si è svolta la fiaccolata silenziosa che, dopo il raduno in piazza del Popolo ha visto una "processione" molto suggestiva e di grande effetto proseguire lungo i corsi Garibaldi e Vittorio Emanuele, per arrivare fino alla Loggia del Comune, dove sono cominciati gli interventi dei presidenti delle realtà associative.
Ha cominciato Silvano Pascolo, il portacolori di Confartigianato, che ha efficacemente dichiarato "Questa è una protesta per poter lavorare». Gli facevano da sfondo i cartelli i cartelli predisposti dall’Ascom che recitavano per fare qualche esempio: «Non siamo un bancomat», «Anche noi vogliamo essere statali», «Cedesi attività in cambio di posto sicuro: il politico».
E', quindi, intervenuto Alberto Marchiori, il presidente di Confcommercio, rivelandosi in gran forma e ottenendo grandi consensi e partecipazione dal pubblico, che lo ha applaudito vigorosamente in più occasioni. "E' mai possibile - si è chiesto - che in un Paese democratico sia un delitto essere proprietari di un immobile (vedi IMU)? A quanto pare si! Il risultato è che i provvedimenti di costante controllo e inasprimento fiscale hanno bloccato il mercato interno spostando i consumi nei paesi Europei limitrofi".
Dopodichè, ha parlato del decreto "ammazza Italia", con "sciabolate" a destra e a manca, tuonando contro Prodi, Visco e infine Tremonti, con il ritornello che "Tutti hanno la soluzione quando non sono più al governo". E' stato un modo per prendere le distanze da chi assale i dipendenti di Equitalia, condannando piuttosto chi Equitalia l’ha creata.
"Noi questa sera - ha chiuso Marchiori - vogliamo lanciare ancora una volta un monito alla politica ed ai politici (soprattutto ai galantuomini). Chiediamo di dare luce alle imprese; chiediamo di dare speranza ai nostri giovani; chiediamo di fare vivere dignitosamente i nostri anziani; chiediamo di riformare velocemente questo stato e di tagliare gli sprechi (quelli veri). Un paese senza imprese e senza posti di lavoro non puo’ pensare di aumentare le entrate e ridurre il debito pubblico".
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