Incendio in appartamento a Pordenone, in gravi condizioni il proprietario intossicato dal fumo
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- Pubblicato Giovedì, 21 Gennaio 2016 12:16
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Pordenone - Un anziano cittadino di 71 anni, di origini francesi, il signor Bertrand Allain Monnet, residente da molti anni a Pordenone, è rimasto gravemente intossicato, verso le 19 del 20 gennaio, nel suo appartamento al primo piano del condominio di via Caboto.
A causa di un incendio, innescato forse da una sigaretta non spenta e lasciata vicino a della carta, l’appartamento ha cominciato a riempirsi di fumo e monossido.
L’uomo è stato salvato appena in tempo, in un appartamento invaso dal fumo. Questo, ha reso difficile, per i soccorritori, orientarsi all’interno dell’abitazione.
L’intervento dei vigili del fuoco, accorsi sul posto subito dopo la chiamata ricevuta da parte del 118, è stato decisivo.
Il 71enne si trova ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Trieste, dove è stato trasferito per essere sottoposto alle terapie nella camera iperbarica.
Pordenone: bullismo digitale e tragiche conseguenze, indaga la Procura. Presto una legge su molestie online
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- Pubblicato Mercoledì, 20 Gennaio 2016 11:56
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Pordenone - Procedono a pieno ritmo le indagini coordinate dalla Procura dei minori di Trieste sugli episodi di bullismo tramite cellulare e Internet che, secondo i primi dati emersi dall'inchiesta, avrebbero portato all'esasperazione la studentessa dodicenne che il 18 gennaio si è lanciata dalla finestra della sua abitazione a Pordenone.
"Nostra figlia ha bisogno di serenità e non possiamo permetterci un assalto mediatico. Ha dodici anni e deve stare lontano dai riflettori" ha detto il padre della ragazza ai giornalisti. La piccola si trova all'ospedale di Udine e non è in pericolo di vita.
Dalle prime ricostruzioni emergerebbe che la giovanissima sarebbe stata bersaglio di prese in giro via cellulare da parte di coetanei. La Polizia sta esaminando telefonini e computer su cui sarebbero transitati i contenuti molesti.
Molestie, diffamazione online, battute offensive, derisione pubblica, furto di identità digitale sui social network: si tratta di comportamenti diffusi tra adolescenti, che non si rendono conto della gravità di tali azioni.
E purtroppo non se ne rendono conto neanche i loro genitori, che rischiano sanzioni pesantissime nel caso di mancata sorveglianza.
Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2014 in Italia circa il 50% degli 11-17enni ha subìto qualche episodio offensivo, non rispettoso o violento da parte di altri ragazzi o ragazze nei 12 mesi precedenti. Il 19,8% è vittima più volte al mese. Tra i ragazzi che utilizzano il cellulare o internet, invece, il 5,9% ha denunciato di avere subìto ripetutamente azioni vessatorie tramite sms, e-mail, chat o sui social network. A essere maggiormente vittime di cyberbullismo sono le ragazze (7,1% contro il 4,6% dei ragazzi).
A maggio dello scorso anno è stato approvato un disegno di legge attualmente all'esame delle commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera dei deputati, "Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo".
La discussione verrà calendarizzata la settimana prossima. La presidente della commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, ha garantito che l'iter legislativo inizierà entro marzo.
Nel disegno di legge al momento è prevista la rimozione dei contenuti offensivi dalla rete, l'intervento del Garante della privacy, l'introduzione di una misura di ammonimento nel caso di reati commessi da minorenni ma con età superiore ai 14 anni e il potenziamento dell'educazione e della sensibilizzazione nelle scuole.
Non si esclude tuttavia l'introduzione di provvedimenti penali: "L'invasività di questo genere di molestia – ha detto la presidente della commissione Giustizia – resa capillare dalla tecnologia digitale, è tale che si deve intervenire anche sul fronte della repressione penale. Modulata in modo diverso se c’è un minore come vittima o come indagato".
Omicidio di Pordenone: Giosuè Ruotolo si è avvalso della facoltà di non rispondere
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- Pubblicato Martedì, 19 Gennaio 2016 22:01
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Pordenone - Giosuè Ruotolo, il militare indagato per il duplice omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone, si è avvalso della facoltà di non rispondere oggi, nell'interrogatorio svolto alla Procura di Pordenone. "Il nostro assistito continua ad avere piena fiducia che l'attività di indagine già svolta e quella prossima dimostrerà la sua totale estraneità ai fatti contestati", hanno affermato all'ANSA i difensori Roberto Rigoni Stern e Giuseppe Esposito.
Ruotolo è stato sentito in vista di atti di indagine irripetibili su richiesta della Procura. Si tratta di rilievi sull'hard disk del computer della caserma De Carli, dove Ruotolo e Ragone prestavano servizio militare. Le verifiche mirano a individuare l'autore dei messaggi inviati da un profilo Facebook anonimo contro Teresa Costanza.
Trifone Ragone, 29 anni, sottufficiale dell'Esercito, e Teresa Costanza (30), dipendente delle Generali, furono uccisi la sera del 17 marzo 2015 nella loro vettura all'esterno del PalaSport di Pordenone.
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