Inferno sulla A23, scontro tra tir e vetture. Quattro morti e 6 feriti gravi
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- Pubblicato Venerdì, 21 Settembre 2012 09:04
- Scritto da Maurizio Pertegato
UDINE - Devastante schianto mortale, con un bilancio di quattro morti e sei feriti all'alba sulla corsia sud della A23 nel tratto compreso tra Ugovizza e Pontebba, in provincia di Udine, al Km 93, in Friuli. Tutte straniere le vittime. Terribile la scena dell'incidente che si e' presentata ai soccorritori. Dal groviglio di lamiere si e' potuto stabilire che un pullmino, con a bordo nove persone, e' rimasto schiacciato tra due tir. Tre occupanti sono morti. La quarta vittima e' l'autista del mezzo che e' piombato sul pullmino, residente in Slovenia, di origine serba. Secondo una prima ricostruzione del Centro operativo autostradale (Coa) della Polstrada, il pullmino, al momento dell'impatto, si trovava dietro a un Tir che trasportava materiali metallici che ha rallentato per la presenza di un carico speciale. Il pullmino ha rallentato a sua volta ma e' stato investito da un secondo Tir, per motivi ancora da accertare, che viaggiava subito dietro e che trasportava pellet. Sul luogo dell'incidente sono intervenuti gli operatori della Direzione IX Tronco di Udine, i Vigili del Fuoco, i soccorsi sanitari e meccanici e le pattuglie della Polizia Stradale. Nel furgoncino sono morti il conducente, Cristian Baciu, 40 anni, e due donne a bordo, Monica Popa (34), e Camelia Stefan (45). Il conducente del Tir sloveno, Darko Opacic (44), e' morto pochi minuti dopo essere uscito dalle lamiere del mezzo. I feriti sono stati ricoverati negli ospedali di Gemona, Udine e Tolmezzo. Il tratto della A23 coinvolto e' rimasto chiuso per circa tre ore.
Anziani uccisi a Lignano, rintracciato a Cuba il fratello di Lisandra
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- Pubblicato Giovedì, 20 Settembre 2012 15:39
- Scritto da Maurizio Pertegato
UDINE - I Carabinieri del Nucleo investigativo di Udine comandati dal capitano Fabio Pasquariello hanno rintracciato a Cuba Reiver Laborde Rico, 24 anni, fratello di Lisandra, indagato come lei per rapina e duplice omicidio pluriaggravato di Lignano.
Il giovane si troverebbe nella casa dove vive con la moglie. Gli inquirenti hanno avviato i contatti con le autorita' cubane per chiedere l'estradizione dell'indagato. Spettera' ora a Cuba decidere. Al momento non ci sono altre persone indagate per la vicenda.
Intanto, il Gip del Tribunale di Udine, Paolo Lauteri, ha convalidato il fermo e disposto la misura cautelare in carcere per Lisandra Aguila Rico, la cubana di 21 anni accusata del duplice omicidio di Lignano Sabbiadoro.
Delitto di Lignano, è omicidio premeditato. Ora, caccia ai complici
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- Pubblicato Mercoledì, 19 Settembre 2012 09:16
- Scritto da Maurizio Pertegato
UDINE - Quella notte tra il 18 e il 19 agosto i fratelli Lisandra Aguila Rico e Reider Laborde Rico agirono ''con premeditazione, avendo osservato le abitudini dei coniugi'' Rosetta Sostero e Paolo Burgato ''per individuarne l'abitazione, il nascondiglio dove appostarsi e avendo agito di notte''.
Nel provvedimento di fermo, gli inquirenti non si limitano a scrivere che fu tutto pianificato a tavolino. Parlano anche del modo in cui fu commesso il duplice omicidio, ''con piu' fendenti da armi da punta e taglio'' rispettivamente ''al collo e al fianco sinistro, al fine di eseguire il reato di rapina''. Un delitto commesso con ''crudelta', avendo infierito sulle vittime'' dapprima ''con pugni al capo e al volto'' e poi ''con l'uso di un coltello'', provocando ''piu' ferite, tutte mortali'' alla donna e una letale alla gola all'uomo.
A un mese esatto dalla scoperta del massacro dei coniugi Burgato nella loro villa di Lignano Sabbiadoro e all'indomani del fermo della 21enne cubana, Carabinieri e Procura mettono un punto alla vicenda, ma non l'ultimo. I punti certi: il numero degli indagati, due; la ragazza e suo fratello, 24 anni, fuggito all'estero, forse a Cuba. Il pm, Claudia Danelon, ha annunciato che ne chiedera' l'arresto in ambito internazionale. Le accuse: duplice omicidio aggravato e rapina. Sulla premeditazione, il procuratore Antonio Biancardi dice: ''non e' un dolo d'impeto''. Ma le indagini non sono concluse. Il colonnello Giampietro Lago, comandante del Ris di Parma, annuncia che continueranno gli esami su tanti altri reperti; il procuratore non esclude ''che possa esserci un altro movente'' rispetto a quello della rapina e la pm anticipa che ''proseguiranno le indagini per chiarire tutti gli aspetti e la presenza di eventuali complici''.
Poiche', se ''sulla scena del delitto abbiamo l'evidenza che ci fossero due persone'', non si puo' ''escludere che ci fosse il concorso di altri prima o dopo''. Intanto, emergono nuovi dettagli nella ricostruzione della tragedia fatta dal Nucleo investigativo di Udine, comandato dal capitano Fabio Pasquariello, che conferma l'ipotesi della rapina degenerata. In seguito al bisogno di soldi di Reiver per tornare a Cuba dove sua moglie era in procinto di partorire il secondo figlio, i due fratelli cubani avrebbero architettato la rapina.
Entrati nella villa dei Burgato con passamontagna e guanti da motociclista, sarebbero stati riconosciuti dalle vittime. Questo avrebbe fatto scattare la furia sulla coppia di anziani e la successiva fuga senza rovistare in casa. Nell'interrogatorio, infatti, Lisandra avrebbe ammesso di aver preso gioielli e denaro dalla borsetta di Rosetta, e di averli consegnati al fratello senza verificare. Usciti dalla villa, i due si sarebbero cambiati d'abito e poi separati: la ragazza da amiche, il fratello nella casa presa in affitto. Lui avrebbe fatto sparire lo zainetto con i vestiti e i due coltelli utilizzati.
Armi che al momento non sono state trovate e delle quali Lisandra non avrebbe saputo indicare dove sono state gettate. Intanto, i carabinieri si godono il successo dell'operazione. Il colonnello Vincenzo Molinese del Ros evidenzia le difficolta' delle indagini e il suo omologo Roberto Del Piano, comandante dei carabinieri di Udine, spiega che il risultato ''e' merito del lavoro di squadra e del metodo con cui sono state condotte le indagini''. Per le quali ''c'e' stato un notevole investimento di risorse umane ed economiche''. Ribadita la collaborazione fornita dalla madre dei due accusati, che ora, come dice l' avvocato della figlia, Carlo Serbelloni, ''e' distrutta''.
Francesco De Filippo e Elena Viotto (Ansa)
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