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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Manzano: rave party, ragazza 19enne in coma etilico

Manzano: rave party, ragazza 19enne in coma etilico

UDINE - La polizia ha interrotto ieri sera, 29 settembre, un rave party improvvisato nell'area ex camping La Tunella a Oleis di Manzano. Una ragazza di 19 anni, di Monfalcone, e' stata trovata priva di sensi, in coma etilico. E' stata accompagnata in ospedale a Udine. Il blitz e' scattato a mezzanotte. Sono stati identificati circa sessanta giovani, molti dei quali minorenni, radunatisi sul posto raccogliendo inviti via facebook. L'organizzatore, di 33 anni, di Buttrio, verra' denunciato per manifestazione abusiva.

Anziani uccisi a Lignano, i giornalisti italiani saranno espulsi

Anziani uccisi a Lignano, i giornalisti italiani saranno espulsi

TRIESTE - Sono stati scortati a L'Avana per essere espulsi i quattro inviati italiani fermati dalle autorita' cubane ieri sera e interrogati per 12 ore la notte scorsa. La decisione e' stata presa dall'autorita' migratoria di Camaguey, dove i quattro sono stati sottoposti a un procedimento per violazione dello status migratorio: in pratica, erano arrivati nell'isola caraibica come turisti ma in realta' lavoravano come reporter. La giornalista di Mediaset e inviata di Videonews, Ilaria Cavo, il cronista del Messaggero Veneto, Domenico Pecile, il fotoreporter del Corriere della Sera, Stefano Cavicchi, e l'operatore Fabio Tricarico avevano intervistato e fotografato Reiver Laborde Rico nella sua abitazione della cittadina di centro Cuba, con tanto di bambina nata in agosto (la seconda figlia) e moglie. Cavicchi ha raccontato in diretta telefonica con TgCom24 che stava ultimando il suo lavoro quando nella casa hanno fatto irruzione sei agenti che hanno distrutto tutto il materiale girato, fotografico e registrato sui computer e portato i quattro in un non ben identificato ''palazzo''. Qui, con atteggiamenti ''rigidi'' ma mai violenti, gli inviati sono stati interrogati a lungo e poi Cavicchi rilasciato e gli altri tre portati in una ''casa protetta''. Qualche ora di riposo per poi tornare, per il procedimento amministrativo. Dopo la lunga udienza davanti all'autorita' migratoria anche Pecile ha chiamato il Messaggero Veneto: ''Sto bene - ha detto - Non ho subito violenze o costrizioni. Spero di rientrare presto. Grazie per l'affetto con il quale mi state seguendo''. Nulla di irregolare, ma giornalisti, fotoreporter e operatore erano giunti tre giorni fa a L'Avana mostrando un normale visto turistico, senza specificare la vera ragione del viaggio sull'isola caraibica. In Italia le reazioni sono state forti: il segretario della Federazione della Stampa dice che fa ''rabbrividire la notizia del fermo'' mentre e' ''incompatibile'' con la liberta' di informazione sequestro e distruzione del materiale. Articolo 21 puntualizza che ''non c'e' ragione alcuna che possa giustificare l'arresto dei quattro giornalisti italiani a Cuba''. Il deputato Udc Angelo Compagnon invoca l'intervento del Governo. Intervento che non manchera' poiche' la diplomazia italiana e' stata avvertita immediatamente. Una storia quella del duplice omicidio di Lignano Sabbiadoro che sembra non avere fine. Il nome di Reiver, sospettato con la sorella Lisandra di essere responsabile del massacro dei coniugi Burgato, suo malgrado rimbalza tra siti, teleschermi e giornali e cosi' le sue dichiarazioni di innocenza. Oggi proprio uno degli inviati arrestati, Pecile, firma sul Messaggero Veneto e sul Piccolo una intervista al giovane: ''Io con il delitto non ho nulla a che fare. Non sono scappato a Cuba ma sono tornato a Cuba perche' stava nascendo la mia seconda figlia. Lo avevo detto a tutti, anche alla mia titolare della sala giochi''. E sulla sorella: ''E' stata costretta a dire quelle cose, non c'entriamo nulla. E' opera di gente con le palle''. Infine, ''la notte del duplice omicidio ero a casa, tranquillo, perche' aspettavo di partire''. Troppa presenza mediatica, quella di Reiver, secondo l'avvocato Stefano Trabalza, legale di Michele, figlio delle vittime, che parla di ''una giornata amara'' per quelle parole di innocenza moltiplicate nella giostra mediatica. Michele, attraverso il legale, ''esprimere sdegno''. E annuncia la costituzione di parte civile nel processo e una lettera aperta al ministro degli Esteri Terzi di Sant' Agata affinche' il ''ricercato cubano venga a rispondere davanti alla giustizia italiana''.

Giornalisti italiani fermati a Cuba: realizzavano un servizio sull'omicidio di Lignano

Giornalisti italiani arrestati a Cuba: realizzavano un servizio sull'omicidio di Lignano

Roma - Alcuni giornalisti italiani sono stati fermati nella serata del 28 settembre nei pressi di Camaguey a Cuba e successivamente rilasciati mentre lavoravano sul caso dei coniugi uccisi a Lignano. Stando alle ultime notizie, sono stati rilasciati e non saranno sottoposti a processo. Il materiale che avevano raccolto è stato invece distrutto.

Si tratta della giornalista di Mediaset e inviata di Videonews Ilaria Cavo, che stava realizzando un reportage sul duplice omicidio per il programma "Domenica Live", l'operatore Fabio Tricarico, il cronista del "Messaggero Veneto" Domenico Pecile e il fotoreporter del "Corriere della Sera" Stefano Cavicchi.

"Eravamo nella villetta dove stavamo intervistando il fratello di Lisandra, Reiver Laborde Rico, indagato come lei per l'omicidio di Lignano, quando a un certo punto, mentre uscivo, sei agenti del ministero degli Interni di Cuba si sono avvicinati e mi hanno fermato", ha raccontato Cavicchi.

"È stato - sottolinea - un vero e proprio blitz contro di noi, hanno ripulito le schede con le foto e cancellato i video girati dall'operatore".

"Ieri sera mi hanno chiuso in macchina e portato in caserma. Pensavo addirittura che fossero venuti ad arrestare Reiver Laborde Rico", continua. "La polizia cubana ha affermato di aver eseguito quest'operazione per un problema di visti", aggiunge il fotoreporter, che si dice comunque "abbastanza sereno, anche se pieno di stupore per quello che è accaduto: ho avuto conferma del fatto che la Farnesina sta iniziando a muoversi per noi. Siamo in attesa - conclude - di ciò che accadrà".

Sul sito internet di Tgcom24 Claudio Brachino, direttore di Videonews, riferisce che Cavo "si trovava insieme a un operatore Mediaset, Fabio Tricarico, e a un fotoreporter del Corriere della Sera. Stava tornando a L'Avana, dopo aver realizzato una parte del reportage, quando è stata fermata dalle autorità. Il fatto è avvenuto ieri sera e la rappresentanza diplomatica italiana è stata immediatamente avvertita". "Ilaria - ha spiegato Brachino - non ha fatto nulla di illegale. Ha realizzato interviste assolutamente lecite".

Nell'intervista all'inviato del "Messaggero Veneto", Reiver Laborde Rico, il giovane cubano ritenuto responsabile con la sorella Lisandra dell'omicidio dei due anziani coniugi a Lignano, racconta: "La notte del duplice omicidio ero a casa, tranquillo, perché aspettavo di partire".

Rei dice di non saperne nulla e di essere convinto che sua sorella Lisandra abbia parlato e confessato perché sotto minaccia. "Io - afferma - sono partito da Lignano il 19 di agosto, mi sono fermato a Salerno e poi sono ripartito per Cuba. Scappato, io? Macché, dovevo tornare da mia moglie perché doveva nascere il secondo figlio. È nato il 24 di agosto".

"La notte del duplice omicidio - aggiunge - ero a casa, tranquillo, perché aspettavo di partire". Sulla confessione della sorella Lisandra non ha dubbi: "Mia sorella se ha detto questo - aggiunge Rei - lo ha fatto perché é stata costretta con la forza. Nemmeno mia sorella c'entra. Quello che è accaduto in quella casa è opera di gente con le palle. Lei non sarebbe stata in grado di fare nulla del genere. L'hanno minacciata". "Sono tranquillo. Sono sereno. Non ho nulla da nascondere", conclude.

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