Concorso scuola, domande entro il 30 marzo. In FVG 1500 posti. Ecco chi può partecipare
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- Pubblicato Mercoledì, 02 Marzo 2016 10:49
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Sono aperte da lunedì 29 febbraio le iscrizioni al concorso scuola 2016, dopo la pubblicazione del bando da parte del ministero dell'Istruzione.
In Friuli Venezia Giulia sono oltre 1.500 i posti a cattedra messi a concorso. Lo rende noto il segretario regionale della Uil Scuola, Ugo Previti, che ha calcolato quanti saranno i posti, suddivisi per classi di insegnamento, banditi per la regione sui 63.712 complessivamente messi a concorso a livello nazionale.
Il maggior numero di cattedre in gara saranno per le primarie (482) e per le scuole dell'infanzia (189), oltre alle classi di insegnamento di matematica e scienze (99) e lettere, tra medie e superiori (112).
"Si tratta di un concorso - commenta il segretario Uil - riservato a coloro che hanno servito il paese insegnando nelle scuole italiane con contratti di lavoro precario, a cui ora si propone un concorso per coprire il turnover dei prossimi tre anni. È una proiezione che non può garantire a tutti di trovare posto - sostiene il sindacato -. Molti continueranno a lavorare con contratti precari o rimarranno senza lavoro".
Ecco chi potrà essere ammesso a partecipare, secondo la testata specializzata "Orizzonte Scuola":
"Possono presentare domanda i candidati in possesso del titolo di abilitazione all'insegnamento per la scuola dell'infanzia e primaria, conseguito entro la data di scadenza del termine per la presentazione della domanda".
"Possono partecipare anche i candidati in possesso del titolo di studio conseguito entro l'anno 2001-02 per i posti della scuola dell'infanzia e primaria, in base all'articolo 2, comma 1 del decreto 10 marzo 1997. Si tratta dei candidati con diploma magistrale di durata quadriennale e quinquennale sperimentali, iniziati nel 1997/98, con valore abilitante".
"Possono partecipare anche i docenti con titolo di abilitazione conseguito all'estero, riconosciuti equivalenti attraverso decreto del Ministero. Il conseguimento del riconoscimento non potrà andare oltre la data di scadenza per la presentazione della domanda fissata al 30 di marzo. Non può partecipare il personale docente ed educativo già in ruolo a tempo indeterminato e coloro che non hanno i requisiti per l'accesso all'impiego nelle PA".
Le classi di concorso meno numerose (ad esempio quelle di alcuni strumenti musicali) saranno accorpate, quindi i partecipanti dovranno spostarsi di regione.
“Memobus”: un progetto educativo per tramandare la memoria della Shoah
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- Pubblicato Mercoledì, 24 Febbraio 2016 00:01
- Scritto da serenella dorigo
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Trieste - E' partita oggi, martedì 23 febbraio il primo dei due viaggi previsti dal “Memobus”, progetto dell’associazione Quarantasettezeroquattro che si fonda sulla convinzione che per mantenere e tramandare la memoria della Shoah sia necessario un lungo percorso che attraverso l’analisi, la riflessione, e l’immedesimazione, porti alla comprensione.
Questo primo viaggio, destinato alle scuole superiori di Gorizia e Trieste (il secondo si terrà a metà marzo con le scuole medie di Fiumicello), tocca la Risiera di San Sabba e prosegue con una visita a Cracovia e ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau come momento centrale di un’esperienza formativa che intende focalizzarsi sugli eventi, sui luoghi e sulle persone. Un’esperienza che si compone di lezioni interattive, incontri con i testimoni e laboratori per concludersi con un confronto diretto con i luoghi della memoria: i campi, ma anche il ghetto di Cracovia, il quartiere ebraico e il museo Schindler.
La visita ai più grandi e importanti campi di sterminio concepiti dal regime nazista rappresenta un’esperienza di forte impatto: consente agli studenti di confrontarsi direttamente con gli spazi che furono al centro di eventi che ormai possono apparire lontani e incomprensibili, se non addirittura inimmaginabili. Più volte si è ripetuto che Auschwitz è impensabile, che la Shoah non è rappresentabile. Che l’esperienza del campo di sterminio è un limite invalicabile per l’immaginazione e per la narrazione. Tali constatazioni hanno contribuito a creare, attorno al problema dei campi di concentramento e di sterminio – non solo degli ebrei, ma anche degli oppositori politici, di Rom e Sinti e di tutti coloro ritenuti inferiori o pericolosi dal regime di Hitler – una sorta di aura, relegandolo quasi in una dimensione di sacralità, in un universo a cui bisognava accostarsi con prudenza e riverenza.
Tale aura ha spesso rappresentato un ostacolo per coloro che intendevano, con i mezzi più diversi, avvicinarsi alla Shoah con l’intenzione di “raccontarla”, di tramandarla, di farla comprendere alle nuove generazioni.
Hannah Arendt ha insistito sul fatto che «là dove il pensiero fallisce, proprio là il pensiero deve insistere e persistere, tentando magari vie diverse». Non bisogna quindi parlare di inimmaginabile, ma bisogna anzi essere disposti a riconoscere che per sapere, per comprendere e per comunicare è innanzitutto necessario immaginare. «Dobbiamo provare a immaginare l’inferno di Auschwitz». Bisogna aprirsi all’«immaginazione,malgrado tutto»(G. Didi-Huberman).
Attraverso la collaborazione con l’ANED i partecipanti al progetto hanno avuto la possibilità di dialogare e confrontarsi con alcuni ex deportati e, attraverso i loro racconti, acquisire delle chiavi di lettura fondamentali per comprendere ciò che andranno a vedere. Al contempo, però, gli studenti avranno modo di riflettere sul fatto che, essendo l’ultima generazione a poter ascoltare le testimonianze dirette di chi visse quegli avvenimenti, sarà necessario “immaginare” e promuovere nuove modalità per mantenere e tramandare la memoria.
E questa sarà una loro responsabilità.
Memobus è un progetto dell’associazione Quarantasettezeroquattro, in collaborazione con ANED sezione di Pordenone e con il contributo fondamentale della Provincia di Gorizia. www.quarantasettezeroquattro.itwww.topografiedellamemoria.it
Seconda prova di fisica ai licei scientifici: la simulazione fa andare in tilt studenti e insegnanti
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- Pubblicato Martedì, 26 Gennaio 2016 11:17
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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FVG - A fine gennaio il Ministero comunicherà la materia della seconda prova dell’esame di maturità dei licei scientifici italiani. Intanto, lunedì 25 gennaio, lo stesso MIUR ha messo a disposizione delle scuole una simulazione della prova di fisica.
La fisica di fatto non è stata mai oggetto della seconda prova. Mentre al Liceo classico c’è l’alternanza tra latino e greco, sempre per la seconda prova.
Gli studenti degli scientifici ed i loro insegnanti sono preoccupati: si tratta di un ambito nuovo che, secondo le Associazioni di categoria dei docenti, dovrebbe essere maggiormente rodato prima di diventare operativo.
Stando, per contro, alle voci di corridoio dei licei scientifici del capoluogo giuliano, emerge che le ore di fisica attualmente nel curriculum non permettono di svolgere un programma che soddisfi le richieste della prova ministeriale. Il che fa sorgere il sospetto che al Miur non abbiano ben presente il rapporto tra ore a disposizione e programma da svolgere.
Sul periodico online skuola.net è stato pubblicato un ampio servizio sul tema. Sullo stesso sito sono reperibili i testi dei problemi.
Il 15 dicembre scorso il Ministero aveva pubblicato una nota con il Quadro di Riferimento per la seconda prova di Fisica allo scientifico, con la quale ha spiegato quali argomenti, conoscenze e abilità richieste agli studenti in caso esca proprio questa materia.
Sta di fatto che molte scuole non hanno svolto la simulazione del 25 ed altre, che avevano aderito, hanno annullato la stessa per “eccessiva difficoltà”.
Studenti ed insegnanti si augurano che il MIUR desista dalla scelta della fisica almeno per un altro anno; certo è che prima o poi anche questa materia dovrà entrare a far parte della prova di indirizzo dell’esame di maturità scientifica.
Leggi il servizio completo su skuola.net
Foto tratta da “skuola.net”
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