"Crescere leggendo", un'iniziativa delle biblioteche regionali
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- Pubblicato Lunedì, 30 Aprile 2012 09:04
- Scritto da Tiziana Melloni
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Dopo la lunga esperienza di "Nati per leggere", le biblioteche regionali hanno avviato a fine aprile il progetto triennale di promozione alla lettura "Crescere leggendo" che coinvolgerà oltre un centinaio di biblioteche del Friuli Venezia Giulia attraverso l'Aib (Associazione italiana biblioteche) e oltre seimila bambini tra i 6 e gli 11 anni.
Il progetto, sostenuto dalla Regione e ideato e coordinato dalla Cooperativa Damatrà di Udine, vedrà protagoniste famiglie, scuole, associazioni culturali. Tra i soggetti coinvolti vi sono Arlef-Agjenzie pe lenghe furlane, Ente regionale teatrale, Università di Udine, Associazione 0432, Saf.
Il tema di questa prima edizione è "Sulle strade delle fiabe" e ha in programma 322 eventi: 20 per la promozione culturale per famiglie con figli minori intitolati "I viaggi del Filobus n.75" a cura dell'associazione 0432, sei giornate di formazione sui temi della promozione culturale per l'infanzia legata al libro, spettacoli teatrali e di narrazione, 284 laboratori di lettura, un libro-calendario che racconta il lavoro svolto dai bambini coinvolti nel progetto.
"È un progetto con il quale cerchiamo, attraverso una rete di collaborazioni virtuose sul territorio, di accrescere il piacere della lettura", ha commentato l'assessore regionale all'Istruzione, Roberto Molinaro. "Si tratta quindi, da un lato, di un supporto alle attività delle istituzioni scolastiche ma anche di un percorso più generale che si svolgerà con continuità nei prossimi due anni per stimolare, grazie ad animatori esperti, la voglia di leggere sia un tradizionale libro sia, come può accadere oggi, il video di un computer".
"Il nostro obiettivo - ha affermato la presidente dell'Aib FVG, Cristina Marsili - è promuovere un progetto integrato di promozione della lettura che per "Crescere leggendo" si concentra nella fascia intermedia ma che intende spaziare dagli 0 ai 18 anni attraverso dei presidi strutturati che coordinino e incentivino progettualità mirate e costanti nel tempo". "Sostenere i bambini nel costruire relazioni piacevoli e durature con i libri - ha detto Mara Fabro, coordinatrice del progetto ideato da Damatrà - è un'occasione educativa da non perdere e che ci chiama in causa come comunità".
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Settimana della Cultura: presentato il Catalogo regionale dei beni
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- Pubblicato Domenica, 22 Aprile 2012 09:56
- Scritto da Tiziana Melloni
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Nell'ambito della Settimana della cultura, venerdì 20 aprile a Udine è stato presentato il volume "I beni culturali della Regione Friuli Venezia Giulia", che illustra l'attività di catalogazione dall'ampia gamma di materiali e reperti custoditi in regione. A curare tale raccolta è il Centro di catalogazione di Villa Manin. Nella conferenza stampa sono stati inoltre presentati i progetti per lo sviluppo della conoscenza in rete. All'incontro erano presenti anche il direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia Giangiacomo Martines e la direttrice del Centro di catalogazione di Villa Manin Franca Merluzzi.
La catalogazione si associa alla pubblicazione dei dati nel sito Internet del Centro (www.sirpac-fvg.org). Il materiale presente su tutto il territorio regionale è stato inventariato tra il 2005 e il 2009 grazie ad una collaborazione tra lo stesso Centro regionale di Villa Manin, le Soprintendenze, le istituzioni ed Enti pubblici e privati.
Il saggio offre una visione d'insieme dell'attività svolta in cinque anni di lavoro, rinviando al web la consultazione analitica delle schede e le ricerche dettagliate.
Scorrendo le pagine si nota l'ampia gamma dei beni presi in considerazione: reperti archeologici, opere di pittura e scultura, fotografie collegate alle esperienze dell'emigrazione, audiovisivi conservati nelle mediateche, fino alle multiformi espressioni degli artisti contemporanei. Fanno parte del grande catalogo anche i beni della cultura materiale: oggetti tradizionali, manufatti in legno, arnesi dei vecchi mestieri presenti nei musei e nelle raccolte locali, spesso collegati a interviste che rievocano saperi e abilità di chi li ha utilizzati e prodotti.
Nei cinque anni presi in considerazione sono stati 86 i progetti realizzati, 55 gli Enti coinvolti, 84 i catalogatori per un totale di 68.996 schede realizzate prevalentemente nell'ambito dei beni fotografici.
Al di là del volume, sono invece ben oltre 266 mila le schede presenti nella banca dati del Centro di catalogazione di Villa Manin dalla sua fondazione ad oggi, documenti relativi ai 228 mila beni culturali censiti nella nostra regione.
"Nessuna crisi economica - ha detto l'assessore alla cultura, Elio De Anna - ci potrà mai togliere il nostro inestimabile patrimonio culturale nazionale. Anzi sarà proprio questo che potrà salvare il nostro Paese".
"Per quanto riguarda la nostra regione, nel miliardo di fondi europei che arriveranno in Friuli Venezia Giulia cercheremo di fare in modo che una quota parte dei 330 milioni destinati alle attività produttive riguardi proprio la cultura"
"La Cultura è una fonte di investimento che potrà dare ancora molto lavoro. Ed è per questo che cercheremo di fare il possibile affinché nella prossima agenda 2014-2020 si possano trovare nuovi fondi europei da destinare a questo nostro importante settore" ha concluso l'assessore.
Il direttore regionale per i beni culturali Giangiacomo Martines ha poi ricordato quanto la nostra Regione sia all'avanguardia in questo settore: "Proprio a Udine - ha detto - è nata la prima facoltà dedicata ai beni culturali, mentre il centro di catalogazione e restauro di Villa Manin è una struttura che ha pochissimi eguali nel nostro Paese"
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L’autostima nel processo di crescita
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- Pubblicato Mercoledì, 18 Aprile 2012 09:21
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Si svolge venerdì 20 aprile alle ore 18.15 l’ultimo incontro d’aggiornamento proposto dall’UCIIM “L’autostima nel processo di crescita” della relatrice Raffaella Bellen, psicologa e psicoterapeuta, presso la sala conferenze di piazza Ponterosso 6 al II piano.
L’UCIIM è l’associazione professionale cattolica d’insegnanti, dirigenti e formatori nasce nel 1944 per mano del professor Gesualdo Nosengo, grande umanista e laico impegnato, che consacrò la sua vita alla scuola italiana. Nata, anche e soprattutto dalla passione di Nosengo, dal suo impegno, dalle sue fatiche e dalla convinzione che scuola e democrazia costituiscono il cardine dello sviluppo del Paese. Mai come ora, ritorna urgente questa necessità. Nel suo testamento spirituale lasciò scritto: “... A tutti, dirigenti, consulenti e soci, chiedo in forza dell'amicizia che siano generosi nel fare dono di sé all'Unione, che seguano ed approfondiscano i principi di spiritualità e di moralità, di apostolato e di presenza che hanno informato la sua vita fino ad oggi, che si vogliano bene fra di loro, che assumano ed assolvano le responsabilità necessarie...che continuino nello sforzo di animare cristianamente e razionalmente la scuola italiana, ed europea.” Appello accorato a restare coerenti al suo intento fondativo. A non perdere di vista il suo percorso, ma a farlo crescere e conoscere. Le tante sedi in Italia dimostrano la diffusione capillare della forza della sua testimonianza e del suo impegno. La mission dell’associazione è quella di promuovere ed attuare, mediante specifiche iniziative, programmi di formazione ed aggiornamento culturale e professionale del personale della scuola a soci e non, e di predisporre piani di educazione permanente e ricorrente dei cittadini, di cui si trova riferimento all’art. 3 dello Statuto fondante. Tante le attività, rivolte al cittadino, dalla formazione ai seminari ai congressi che offrono l’opportunità di esercitare una formazione permanente.
La sezione di Trieste è presente dal 1946, ed è stata occasione di formazione per centinaia di insegnanti. Negli ultimi anni ha proposto corsi di aggiornamento riconosciuti dal Miur e ha collaborato con altre sigle alla realizzazione di iniziative culturali. Negli anni UCIIM – come ricorda la sezione di Trieste - è rimasta fedele ad alcune idee forti, quali la centralità della persona e dello studente, l’educazione vista primariamente come rapporto tra docenti e discenti che si ascoltano, si rispettano e si arricchiscono reciprocamente pur nella differenza dei ruoli, in una parola vicini al personalismo cristiano. "Insegnare" - non dimenticano - significa lasciare un "segno", e il sapere è uno dei mezzi privilegiati per la promozione integrale dell'uomo.
Per dar voce alla sezione triestina e capire da vicino abbiamo scambiato qualche domanda con la professoressa Marina Del Fabbro, presidente in carica dal giugno 2008 per la sede cittadina ed insegnante alla scuola media Brunner, dell’Istituto comprensivo Roiano-Gretta.
Intenti della vostra Associazione?
Lo scopo della nostra associazione è quello di offrire occasioni di crescita umana e spirituale a tutti, in quanto tra le finalità statutarie di UCIIM, infatti, figura l'educazione permanente.
A chi si rivolgono prevalentemente i vostri incontri?
Gli incontri sono rivolti ed aperti assolutamente a tutti, in particolare a quanti operano nell'educazione. Il nostro target privilegiato, in ogni caso, sono gli insegnanti, formatori ed educatori, dalla scuola materna all'Università. Di essi cerchiamo di favorire anche la crescita professionale in ordine al loro specifico compito educativo. Tutte le nostre proposte sono mirate a questo scopo.
Esiste un filo comune nel ciclo delle vostre proposte. Ogni anno si rinnova, ci racconta?
Il filo conduttore di quest'anno è indicato nel titolo del corso: "I nostri studenti e noi" . Più precisamente viene analizzato il rapporto educativo e lo abbiamo indagato sotto il profilo antropologico con la conferenza “I nostri studenti e: oggetto, soggetto o progetto?”del professore Grandi. Nell'aspetto della comunicazione con la conferenza“La comunicazione interpersonale tra contenuto e relazione”del relatore Moscae nell'ultimo incontro affronteremo la dimensione della valorizzazione delle risorse personali con “L’autostima nel processo di crescita” di Raffaella Bellen.
Lei come insegnante quale considera prioritaria come urgenza educativa?
A mio avviso l'anello "debole" dell'educazione o, meglio, del processo educativo non è il ragazzo, ma l'adulto. La cosiddetta "emergenza educativa" dilagante tra i giovani è il risultato di una significativa fragilità dell'adulto. Se vogliamo "recuperare" i ragazzi dobbiamo ricominciare dai loro educatori. UCIIM si propone esattamente questo.
Serenella Dorigo