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Gioco d'azzardo lecito purché normato: due proposte in Consiglio
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- Categoria: Uomini e diritti
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19 Mag 2012
- Ultima modifica il Sabato, 19 Maggio 2012 15:04
- Pubblicato Sabato, 19 Maggio 2012 12:54
- Scritto da Tiziana Melloni
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Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha reso noto che sono state presentate due proposte di legge sul gioco lecito e d'azzardo, nell'ambito della III Commissione consiliare, presieduta da Giorgio Venier Romano (Udc).
Il primo - un progetto sul gioco lecito - è stato sottoscritto trasversalmente, con la prima firma di Sergio Lupieri (PD), e parte dal fatto che la Corte costituzionale ha concesso di legiferare sulle sale da gioco al fine di tutelare determinate categorie di persone e di prevenire il vizio del gioco.
Il provvedimento vuole promuovere un accesso consapevole, misurato e responsabile al gioco lecito per prevenire l'insorgere di fenomeni di dipendenza, salvaguardando le fasce di popolazione maggiormente vulnerabili; inoltre intende vietare l'apertura delle sale gioco in un raggio di 300 metri da scuole, centri giovanili, strutture residenziali.
Il secondo progetto è di Edoardo Sasco con gli altri consiglieri dell'UDC, e introduce il divieto di installazione dei sistemi di gioco d'azzardo elettronico (le cosiddette slot machine) in luoghi pubblici o aperti al pubblico, nei circoli e associazioni; il divieto si propone di porre rimedio ai gravi effetti che l'assuefazione a queste forme di gioco produce.
Nella discussione che è seguita - si legge ancora nella nota del Consiglio - tale testo è stato ritenuto un po' debole, dove non tiene in giusta considerazione le ricadute medico-psicologiche, il percorso preventivo ma soprattutto la fase in cui gli esiti della dipendenza sono conclamati e incidono all'interno della famiglia, quando il soggetto ha bisogno di un sostegno terapeutico.
Il gioco è raggiungibile attraverso Internet, ciò deve far riflettere - è stato aggiunto. Va definito meglio chi controlla il fenomeno: un osservatorio va bene, ma deve essere strutturato meglio. Soprattutto, dai rappresentanti dei settori medico, psicologico e sociale è giunta la richiesta di limitare la diffusione dei giochi a pagamento, ovvero studiare come poter fermare la diffusione capillare delle "macchinette" in bar e tabaccherie.
In quei locali - è stato spiegato - non ci può essere un controllo adeguato, cosa che avviene solo nelle sale gioco vere e proprie dove l'accesso ai minori è vietato. Non basta, poi, pensare ai più giovani perché il fenomeno è più preoccupante tra i 18-23enni, tra le donne di mezza età e tra gli anziani.
Quanto a educare al gioco responsabile, non è realistico; è come dire che uno è diventato alcolista perché nessuno gli ha insegnato a bere. Invece bisogna puntare sulle strutture di cura, sull'aiuto una volta che uno è diventato giocatore dipendente.
Posizione differente da parte del rappresentante del settore del commercio e dei locali pubblici, che ha chiesto fosse posto l'accento che comunque di rischio si tratta. Ma soprattutto ha fatto presente che ogni aspetto del gioco d'azzardo è già normato da legge nazionale, sanzioni e limiti inclusi. Occorre evitare gli eccessi di retorica; ha osservato anche che le questioni legate all'ordine pubblico e alla tutela sanitaria non rientrano nella potestà regionale. Prevedere distanze tra le sale gioco e i centri giovanili non ha senso, così come non è giusto far ricadere sull'imprenditore la formazione del personale.
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