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Illeggittima la legge regionale 28/2011 sull'accesso alle cure palliative
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- Categoria: Uomini e diritti
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10 Mag 2012
- Ultima modifica il Giovedì, 10 Maggio 2012 17:33
- Pubblicato Giovedì, 10 Maggio 2012 17:42
- Scritto da Tiziana Melloni
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La Corte Costituzionale ha dichiarato il 10 maggio l'illegittimità della legge regionale 28/2011 sull'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, impugnata dal Governo nel settembre scorso.
Il ricorso del Governo era stato deciso in quanto alcuni articoli della legge regionale eccedevano le competenze regionali, in particolare sulla previsione di specifici finanziamenti per campagne istituzionali di informazione, sull'istituzione del Coordinamento regionale per le cure palliative e la terapia del dolore, e su specifici programmi di sviluppo di tali cure.
La Giunta del Friuli Venezia Giulia aveva deciso di resistere all'impugnativa, in base alle prerogative dell'autonomia statutaria, che però la Consulta - nella sentenza depositata il 10 maggio - ha dichiarato "inammissibili" e "non fondate".
La legge regionale disponeva sull’organizzazione dei servizi prevedendo anzitutto la costituzione di una rete per le cure palliative, formata da servizi domiciliari, ambulatoriali, ospedalieri e residenziali.
Era individuata una specifica funzione distrettuale per le cure palliative formata dal medico di famiglia, incaricato di coordinare gli interventi a livello domiciliare, da medici specialisti, psicologi, infermieri, operatori sociosanitari, assistenti sociali e riabilitatori.
Ad ogni malato in stato di inguaribilità avanzata o a fine vita la legge avrebbe garantito una tutela specifica, data dalla presenza di un operatore referente, da percorsi diagnostici e curativi agevolati, oltre che dal diritto a ricevere assistenza spirituale e religiosa con le modalità che il malato stesso e la sua famiglia avrebbero richiesto.
Il provvedimento prevedeva il sostegno anche psicologico alla famiglia del malato nella fase di fine vita e nel momento immediatamente successivo al lutto.
La legge istituiva poi la Rete regionale per la terapia del dolore, con la presenza in ogni area vasta di centri di riferimento e presidi ambulatoriali territoriali dedicati.