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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Attualità

Helps Progetto Transfrontaliero Transnazionale

Helps Progetto Transfrontaliero Transnazionale

Abbiamo chiesto a Gianmatteo Apuzzo di parlarci del progetto Helps per capire in cosa consista esattamente il progetto quali siano gli intenti ed quale sia ill ruolo del Friuli Venezia Giuli

Nel progetto HELPS Apuzzo è Project Manager, cioè il coordinatore dell’intero progetto. Inoltre, svolge attività di progettista e ricercatore, consulente in progetti internazionali da molti anni principalmente verso il sud-est Europa. Da tre anni lavora in modo specifico nel settore della salute e dell’inclusione sociale, in particolare nelle politiche europee e su fondi europei  per la Regione FVG,  in uno staff costituito presso Area Welfare di ASS5 di Palmanova.

Che cos’è Helps?

HELPS è un progetto strategico di cooperazione transnazionale finanziato dal programma europeo Central Europe,di durata triennale dall’ottobre 2011 al  settembre 2014, e che mira a sviluppare e promuovere soluzioni abitative e di curainnovative per anziani e persone con disabilità.

Periodo d'incubazione del progetto?

Il periodo di definizione dell’idea progettuale e di preparazione della proposta è stato circa di sei mesi. Il progetto è stato presentato per il finanziamento a metà febbraio 2011 e, dopo essere stato approvato, ha avuto inizio da ottobre 2011.

Intenti del progetto?  

L’ambizione del progetto è quella di rispondere a sfide di portata transnazionale legate al cambiamento socio-demografico, quali l’invecchiamento, la disabilità ed il rischio di esclusione sociale, incoraggiando politiche integrate e sinergie tra settori di competenza diversi, come ad esempio quello della salute, dell’inclusione sociale e dell’innovazione tecnologica.

Ruolo del Friuli Venezia Giulia ?  

Helps vede coinvolta l’Amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia e in particolare la Direzione Salute in qualità di capofila, assieme ad altri 14 partner provenienti da 8 paesi quali Italia, Slovenia, Austria, Germania, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Polonia, Ungheria. Quindi non solo è responsabile nella gestione generale del progetto, ma rispetto ai temi del progetto la Regione gioca un ruolo di leader anche per la sua dimensione demografica, che in un certo senso anticipa le dinamiche generali europee di invecchiamento. In questo senso ciò significa che la Regione si pone al centro di processi di cambiamento in un’area di macroregione.

Parlare d’intenti non sempre fa capire quale sia la ricaduta operativa del progetto. Ce ne parla?

Il progetto prevede otto Azioni Pilota una per paese, ognuna delle quali sperimenta una delle dimensioni della sfida generale: si va dainterventi di adattamento di un appartamento di proprietà pubblica, alla costituzione di Info Point per l’accesso ad informazioni e servizi, alla sperimentazione sullo sviluppo di comunità. In FVG in particolare si lavorerà sui modelli pubblico-privato di gestione e finanziamento delle soluzioni abitative e le cure per gli anziani ed i gruppi vulnerabili, con un focus sullo sviluppo di comunità. Le attività non saranno a sé stanti ma verranno applicate ad attività e progetti già esistenti a livello locale, coinvolgendo concretamente attori del territorio.

Successo del progetto?

Ora è presto per dirlo, ma al momento possiamo registrare un forte interesse del territorio e una coerenza molto stretta sia con le strategie regionali e locali, sia con le strategie di sviluppo futuro dell’Unione Europea, che quindi ci pone una responsabilità ancora maggiore.

Difficoltà incontrate?

A livello di partner è ovvio che quando s’inizia a lavorare con persone e istituzioni di otto paesi diversi occorre spendere un po’ di tempo per conoscersi e per trovare una comune modalità di lavoro. Come in tutti i progetti europei poi, esiste una richiesta molto pesante di procedure e atti amministrativi e burocratici, che occupano tempo e hanno una ricaduta notevole sul lavoro degli uffici amministrativi che colgo l’occasione per ringraziare.

Immagino sia un percorso work in progress, ci sono stati accorgimenti nuovi sul percorso intrapreso. Se si quali?

Una delle questioni più delicate è il passaggio dall’idea al progetto vero e proprio, e quindi definire concretamente, da un’idea generale, quella che è poi l’azione sul territorio, in base ovviamente anche al budget a disposizione. Bisogna poi tenere presente che quando per naturale vita di un progetto, passano quasi due anni dall’ideazione all’implementazione, è ovvio che qualche accorgimento è necessario, e ora stiamo lavorando per dare una concreta dimensione alla sperimentazione da fare.

Anche se alla naturale scadenza del progetto mancano due anni e mezzo quale futuro? Difficoltà e risorse?

Una delle sfide maggiori dei progetti europei è promuovere azioni che poi si mantengano anche dopo la fine del progetto. In questo senso credo che lavorare sull’invecchiamento sano e attivo, sulla promozione della vita indipendente, sulla domiciliarità, sulla possibilità di rimanere più a lungo e con maggiore autonomia nel proprio ambiente di vita, sia un investimento per la qualità della vita di tutti. Ci sono differenti iniziative su questi temi, credo che occorra superare la frammentazione delle iniziative e delle risorse, e mettere in sinergia i vari progetti e le varie politiche regionali e locali Il progetto HELPS prova a dare un piccolo contributo a questi obiettivi.

Serenella Dorigo








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